SESSO, AMORE E POLITICA: LA MICCIA PER FAR SALTARE IL BANCO

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Attualità & Amarcord

(La Rivista della Domenica n. 167)

 

 In democrazia e in politica non si finisce mai di imparare. Adesso abbiamo capito che per diventare ministro della Cultura non bastano i titoli accademici, serve anche l’attestato che certifichi di aver frequentato con profitto i corsi di educazione sentimentale.

Non sono un politico, ma ho letto con interesse ciò che su un tema così centrale ha scritto Francesco Alberoni, che all’amore e al sesso ha dedicato una vita di studio e di saggi. Un uomo pubblico, prima di tutto, dovrebbe conoscere la differenza che passa tra “fare l’ amore” e “fare sesso”. E’ sempre Alberoni a dire che “oggi sta lentamente nascendo, a poco a poco, un nuovo sapere e una nuova etica dell’amore e del sesso. E io sono orgoglioso di aver dedicato la mia vita a scrivere su questo argomento che diventerà sempre più importante nel futuro».

Evidentemente, ora abbiamo politici che hanno approfondito poco la materia, mostrando un dilettantismo che n questi giorni ha generato un clamoroso conflitto politico-sentimentale. Sesso e politica non sempre marciano insieme; anzi, entrano in conflitto, se chi li usa e ne abusa non sa come fare. Non solo Alberoni, la letteratura erotico-sentimentale è ricca di racconti e incontri che hanno coniugato il tema sotto tutti gli aspetti. E non c’è più nulla da aggiungere, solo molto da apprendere. “La differenza tra l’amore e il sesso è che il sesso allevia le tensioni e l’amore le provoca.” Parola di Woody Allen, che certe cose le sa e vanno bene per un attore. Un po’ meno per un ministro sempre bersaglio del gossip che gli avversari usano come un’arma per far saltare tutto.

Pornografia e sesso adesso dilagano sui media e ovunque. Anche troppo. E’ andata meglio a noi della vecchia guardia che con l’altro sesso abbiamo avuto un rapporto meno permissivo. Quando, più che la scuola o il prete, erano le mamme a impartire le regole essenziali di buon comportamento, con l’extra di qualche immagine osé dei rotocalchi porno che in clandestinità giravano fra i nostri banchi. Abbiamo vissuto i tempi della emancipazione femminile, con i balli lenti fino a tardi e le prime minigonne. Alcuni di noi facevano a gara per collezionare più fidanzate possibili, anche se non avevamo ancora lo smartphone e mia madre al telefono di casa faceva da filtro alle tante telefonate di mie coetanee. Mamma Rosa non perse occasione per impartirmi una semplice regoletta di educazione sentimentale, che non ho mai trasgredito: “Ricordati che anche i ragazzi debbono essere onesti e sinceri, ma se qualche volta ti capita di mentire, tieni presente che un altro potrebbe farlo anche con tua sorella.”