Ai confini dell’impero
(La Rivista della Domenica n. 167)
Emma Talbot, con il suo pregevole lavoro, immortala lo spirito di un’epoca che va oltre i confini temporali nell’integrare temi che provengono da un suo recente passato, come le strutture patriarcali e le conseguenze del capitalismo e del cambiamento climatico, attualizzandoli nel suo recente racconto. Uno sguardo innamorato all’opera di Gustav Klimt Le tre età della donna dove Klimt ritrae una donna anziana con la testa chinata, che esprime una sorta di vergogna.
Talbot, turbata da questo ritratto, ha deciso di reimmaginare il personaggio, conferendogli un ruolo centrale e attivo nella sua opera, trasformandola in una figura, espressione del potere e della resilienza femminile, icona per l’interpretazione della figura anziana del dipinto: la donna in menopausa, assume un ruolo attivo e centrale, figura di protagonista forte e risoluta.
I pannelli di seta dipinta che dominano la mostra non solo rappresentano la continuità stilistica di Talbot, ma fungono anche da sfondo a testi scritti a mano che invitano lo spettatore a riflettere su temi come il potere, la sostenibilità e l’autonomia di pensiero.
L’animazione The Trials, che Talbot ha sviluppato durante il lockdown e che rappresenta un’evoluzione significativa nel suo lavoro, dove vengono rilette e riscritte le dodici fatiche di Ercole nelle quali, il ruolo da protagonista, è affidato all’anziana donna che diventa il sostituto, l’Eroe donna che si sostituisce all’approccio violento e opportunistico di Ercole con i principi della permacultura.
The Age/L’Età si compone di un insieme di lavori vari che include animazioni, pannelli di seta dipinti e sospesi, una scultura tridimensionale e una serie di disegni. Queste opere esplorano temi profondi come la rappresentazione e l’invecchiamento, il potere e la governance, i complessi atteggiamenti umani nei confronti della natura: l’artista riflette su un possibile futuro in cui l’umanità, di fronte alle conseguenze del tardo capitalismo, deve abbracciare metodi più antichi e olistici per sopravvivere. In questo contesto, Talbot rielabora le strutture ancestrali del potere, mettendo in risalto il legame vitale con il mondo naturale.
Il lavoro della Talbot si distingue per la sua capacità di mescolare riferimenti storici con tematiche attuali, come la brexit ed il cambiamento climatico, nel mantenere un linguaggio visivo che è al contempo antico e sorprendentemente contemporaneo. Questa combinazione di personale e politico, di passato e presente, le consente di raggiungere una forma di atemporalità nella quale naviga, che conferma il potere trasformativo dell’arte.