UMESH SHAH: UN DIALOGO TRA ARTE, SPIRITUALITÀ E EMANCIPAZIONE FEMMINILE

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A cura di Maria Acciaro presso l’associazione TARA di Mililano.

L’associazione si fonda su principi che celebrano la forza e la potenza della donna, nell’esplorare il concetto di emancipazione, non solo come liberazione sociale e politica ma anche come percorso interiore. TARA prende ispirazione dalla pratica del Kundalini, una tradizione tantrica che considera ogni individuo portatore di un’energia divina latente. Questa energia, rappresentata come un serpente arrotolato alla base della colonna vertebrale, può essere risvegliata e canalizzata attraverso pratiche spirituali e meditative, portando alla realizzazione di sé e alla piena manifestazione del proprio potenziale.

 

Umesh Shah offre una rilettura affascinante dell’arte tradizionale del Nepal, nel fondere elementi della cultura visiva nepalese con un’estetica contemporanea che si caratterizza e si distingue per il suo costante desiderio di esplorare la connessione tra l’essere umano e le forze più profonde della natura e della spiritualità. In questa mostra, Shah mette idealmente in dialogo le sue opere con gli ideali promossi da TARA, un’associazione internazionale senza scopo di lucro dedicata all’emancipazione femminile attraverso la riscoperta dell’energia interiore e del potenziale spirituale.

 Questa visione diventa la narrazione e filo conduttore delle opere di Shah dove si celebrala possibilità evocativa di stati meditativi che, i lavori dell’artista indiano riflettono, in una continua ricerca di equilibrio tra il visibile e l’invisibile, tra il corpo e lo spirito.

Con l’uso di forme fluide, colori vibranti e materiali che richiamano la natura, Shah crea una narrazione visiva che parla della connessione tra l’essere umano e il divino. Ogni sua opera diventa un mezzo per esplorare l’essenza dell’esistenza e le forze che la governano, nell’invitare lo spettatore ad intraprendere un viaggio interiore verso la scoperta del proprio io.

Un aspetto particolarmente potente del lavoro di Shah è la sua rappresentazione delle donne. Le figure femminili nei suoi dipinti non sono semplici soggetti passivi, ma incarnano la forza e la resilienza, diventando simboli di emancipazione e liberazione.

Attraverso immagini di donne che liberano animali dalla prigionia, Shah crea un parallelo tra la condizione femminile e la ricerca di libertà, nell’esplorare la tematica dell’emancipazione in una prospettiva tanto sociale quanto spirituale. Queste figure rappresentano archetipi di dignità e forza, nell’evocare un senso di sacralità che eleva il ruolo della donna a un livello simbolico e universale.

Dal punto di vista tecnico, Shah mostra una notevole padronanza demezzo pittorico. Il suo processo creativo è rigoroso e stratificato: inizia con una visione interiore che prende forma attraverso un rituale preciso. L’artista utilizza strati di trementina e colore che mescola con una spatola, quasi scolpendo la pittura sulla tela. Il pennello, curiosamente, è impiegato solo per i primi e gli ultimi tratti, compresa la firma minimalista che riporta esclusivamente il cognome “Shah”. 

La forza del linguaggio artistico di Shah risiede nella sua capacità di combinare la tradizione con il contemporaneo. I colori accesi, le forme surreali e l’uso sapiente della materia pittorica danno vita a un’opera che, pur radicata nella cultura nepalese, parla direttamente al mondo moderno. Shah trasforma i motivi iconici della sua terra in veicoli per esplorare temi attuali e universali, nel creare un ponte tra passato e presente, tra locale e globale.