Editoriale/Pierluigi Palmieri/169
Credo che siano pochissimi gli italiani che non provano amarezza nel guardare le immagini che i telegiornali e i servizi speciali rimandano con continuità dall’Ucraina, da Gaza e in questi momenti dal Libano e dalla stessa Tel Aviv. Ribrezzo irritazione, pietà per le vittime e sdegno assoluto per il coinvolgimento dei bambini e degli anziani impotenti di fronte alla furia insana e al sadismo degli uomini delle guerre, assetati di un qualcosa di umanamente inconcepibile. Purtroppo si fa del tutto per avvalorare il concetto hobbesiano dell’homo Homini lupus che in sé racchiude le antiche concezioni sulla natura della nostra specie che già molti pensatori di epoca romana avevano sintetizzato. Nell’epoca cosiddetta “moderna” si chiamino Putin o Netanyahu, Nasrallah o Masoud Pezeshkian, i loro comportamenti ignorano totalmente quello che Thomas Hobbes denunciava oltre quattro secoli fa, preferendo la sopraffazione e l’egoismo alla convivenza civile. Una sorta di legge della giungla che ha per motto “Mors tua, vita mea”. Chiedo venia per il ricorso, forse eccessivo, al latinismo, ma ritengo importante questa premessa, per affrontare il tema dell’ennesimo disastro che ha colpito l’Emilia Romagna e le Marche in contemporanea con i fatti di guerra sempre più spietati e cruenti del Medio Oriente. All’amarezza ,si è aggiunta l’indignazione negli italiani, ( quelli di buon senso per i quali non si può e non si deve applicare la deduzione di Hobbes) cresciuta in maniera esponenziale per il ripetersi di un’alluvione devastante.. A distanza di un solo anno, nel ravennate e nel faentino. nell’anconetano e nel Maceratese come in un film drammatico già visto, quelle terre tornano nella paralisi totale. Ecco però che scendono in campo i governanti e nelle ultime ore ci fanno assistere ad un “bombardamento” di attacchi reciproci che tra verità e falsità hanno il solo scopo di sopraffare il competitor elettorale. Appaiono allora i colori delle divise dei due eserciti in campo, verde azzurri contro rossi; i cannoni e i missili si caricano di parole al vetriolo, che più che i destinatari offendono l’intelligenza del cittadino. Questo, più che come tale, è sempre più considerato “elettore” da convincere che l’avversario è “inetto”, “sprovveduto”, “corrotto” e che alla prossima chiamata alle urne dovrà stare attento ad usare bene la matita in cabina. Soldi stanziati e non spesi, soldi mai arrivati, soldi, soldi, soldi, Ma se la programmazione, i progetti e la realizzazione delle opere necessarie a salvaguardare i territori soggetti a fenomeni naturali che con la natura hanno poco a che fare, perché le alluvioni non si verificherebbero se l’uomo avesse la compiacenza di prendere atto delle sue debolezze in termini di precauzioni e non chiudesse gli occhi davanti ad una mappa che segna un punto di confluenza di tre fiumi o torrenti che siano. (Come non pensare ai giapponesi che consapevoli di vivere in una terra “ballerina” costruiscono grattacieli che ondeggiano come vele ma non crollano).
Il governo centrale ha proclamato lo stato di emergenza e ha ora stanziato 24 milioni per provare a riparare i danni. Si chiama in causa anche il sistema delle assicurazioni che avrebbe dovuto prevedere clausole risarcitorie che non ci sono. Ma ha senso la responsabilità attribuita alla nostra Madre Natura quando il discendente dell’ Homo sapiens sapiens ( i fa per dire) non realizza per tempo a monte dei fiumi i bacini di raccolta e a valle non crea invasi di sfogo. Risultato alluvione bis ed in alcuni casi anche tris.
Allora diciamo al Musumeci e al Boccaccini di turno, alla Schlein e al Tajani di turno che difronte alle tragedie la demagogia e l’utile elettoralistico non reggono. La ricerca della sopraffazione dell’avversario è ridicola, la dignità deve regnare sovrana. Non potete far valere il perverso “Piove? Governo ladro”, perché quei territori sono governati, seppure in ruoli diversi da tutti voi. Come suonano beffardi i titoli dei giornali riportati in Internet che, non più tardi dell’agosto scorso, denunciano il ritardo deli interventi necessari a prevenire il ripetersi del disastro ambientale!. ( rif. foto). Non credo di esagerare se li pongo concettualmente sullo stesso piano degli ineffabili “signori” della guerra citati più sopra che, come detto danno ragione a Thomas Hobbes. Cade a proposito il richiamo a Karl Popper dell’aforisma scelto questa settimana da Roberto Puzzu per l’apertura del numero odierno della nostra Rivista :
UNA NAZIONE E’ DEMOCRATICA QUANDO E’CAPACE DI PRIVARE DEL POTERE I SUOI GOVERNANTI INCAPACI
KARL POPPER