L’estate NON sta finendo

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Editoriale  

(La Rivista della Domenica n. 167)

 di Pierluigi Palmieri

 

La ferita che rende l’adattamento così singolare o impossibile, rende anche possibile un destino nuovo…

    James Hillman

 

  

Ma quanto sono belli (dentro e fuori) questi ragazzi e queste ragazze con lo sguardo pieno d’orgoglio. Un orgoglio che è il loro e il nostro!

Marino Bartoletti

“L’estate sta finendo”, cantavano negli anni 80 i Righeira, tra i primi, se non proprio i primi, a proporre i “tormentoni” in Italia con “Vamos alla playa e “No tengo  dinero”. Ma il titolo di questo editoriale è una parafrasi solo strumentale del pezzo pop , orecchiabile e per questo vincente ai suoi tempi sul mercato discografico. Il loro è un lamento sulla fine dell’amore “stagionale”  con la ragazza che , come i gabbiani in autunno, è tempo che torni in città. Questa estate 2024, mentre in Ucraina e a Gaza continuano, incomprensibili e inaccettabili, le stragi di civili, Olimpiadi e Paralimpiadi ci hanno offerto momenti di grande spessore umano e morale confermando che, mai come ora, lo Sport può costituire  una gigantesca ancora di salvataggio, forse l’unica  per evitare l’ulteriore deriva del mondo globalizzato in cui viviamo.

Non credo di esagerare se affermo che,  a Giochi conclusi, tra i due, i paralimpici sono quelli che  ci hanno proposto  le “lezioni” più efficaci di umanità, di etica e di fai play. Sulla scena non solo gli atleti e i loro assistenti e allenatori Per una volta dobbiamo ringraziare  la tecnologia che,  oltre a consentire agli atleti di gareggiare con protesi e attrezzature di avanguardia, ha offerto  una definizione delle immagini pressoché perfetta permettendo una  lettura dettagliata del loro linguaggio del corpo e del loro stato d’animo prima durante e dopo la prestazione, Durante le premiazioni i volti pieni di soddisfazione e gli occhi che si inondano  di lacrime illuminate dai riflessi delle medaglie appese al collo, sono quadri parlanti che esprimono gratitudine per chi li ha affiancati nella scalata di quella iniziale “montagna impossibile” che si è praticamente  sgretolata  su piste,  pedane  e piscine di Parigi 2024.Con loro anche gli altri atleti che arrivando a Parigi avevano già conquistato, il podio della volontà e della forza d’animo , sono stati ricevuti con tutti gli onori da un pubblico francese. Questo,  per l’occasione si è trasformato da chiassoso ed esuberante tifoso del tricolorie “blubiancorossi”  delle Olimpiadi,   .in esemplare e solidale   sostenitore  dei  paralimpici di ogni bandiera. Gli atleti e le atlete, amputati, menomati, nel fisico o nella mente, ciechi, e quant’altro “sfoggiando” protesi, bici speciali e mascherine stilizzate, hanno parlato al mondo con l’alfabeto del corpo, il linguaggio universale ed esclusivo di chi ha subito le ferite e da esse ha tratto la forza di compensarle fino a raggiungere livelli di prestazione inaccessibili per tantissimi “normodotati”.

Il pensiero va,  inevitabilmente, a James Hillman e alla sua teoria sulle ferite del Puer, che nello “zoppicare” e nelle “mani menomate” trova fondati motivi per l’attivazione di meccanismi psicologici che paradossalmente fanno della “mancanza” una possibilità di rafforzamento dello spirito: “uno spirito nuovo che emerge dalla debolezza, e attraverso le nostre lacune esce fuori l’inaspettato”.[1] Credo queste due righe, (che seguono nel testo dello  psicologo statunitense quelle del primo incipit di questo editoriale),   sintetizzino alla perfezione il messaggio degli atleti che, amputati fino alla spalla,  nuotano a farfalla  e  a rana, quello dei ciechi che traslocano magistralmente sulle pedane  del peso e  del disco o giocano al calcio con il pallone sonoro Ma anche il messaggio  di chi con una sola gamba supera l’asticella del salto in alto posta oltre due metri, e quello di Martina Caironi che corre con la protesi i 100 metri e salta in lungo. Lo spirito nuovo anima anche chi, come Ambra Sabatini, viene tradita dalla tecnologia sperimentale e a cinque metri dal traguardo  cade per il cedimento della protesi che indossava sulla gamba sinistra. Ai microfoni della Rai, con il volto pieno di lacrime, Ambra esprime sì il suo rammarico per la mancata conquista di una medaglia, ma anche il dispiacere per aver danneggiato la sua compagna Monica (Contraffato) che le correva a fianco e contemporaneamente la soddisfazione per la vittoria di Martina.

 I tantissimi altri esempi intrisi  di etica e fai play ,  raramente riscontrabili in ambito  olimpico e nel mondo dei professionisti “normali”, meriterebbero tanto altro spazio. Ma è importante che le considerazioni qui riportate sull’evento che considero principe di questa Estate 2024, lascino traccia nei comportamenti di quanti hanno a cuore il bene comune e il vivere civile ed rispetto della dignità di ciascuno. Riavvolgiamo quindi il nastro dei Giochi Paralimpici  per rivedere, fotogramma per fotogramma, a cadenza regolare la miriade di scene, tutte meravigliosamente madri. diffondiamole nelle scuole, soprattutto in quelle elementari, perché “parlano” da sole, commuovono e educano all’empatia. Sono un tesoro pedagogico. Faccio mio quindi  l’invito dell’attentissimo Marino Bartoletti che all’apprezzamento per la bellezza degli atleti paralimpici ( v. secondo incipit  ) aggiunge “ Esempi stupendi che vengono dallo sport! Adesso abbiamo TUTTI l’obbligo di trasportarli nella quotidianità[2] . Ergo: questa estate non deve finire qui, Ecco spiegato il NON del titolo solo strumentalmente rubato ai Righeira.

[1] J. Hillman,Raffaello Cortina Editore, Milano, 1988, pag. 32

[2] Marino Bartoletti Post Facebook 5 settermbre2024