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La frizione trasversale profonda nei principali traumi da sport (prima parte)

Benessere / 107

La frizione trasversale profonda nei principali traumi da sport  (prima parte)

                                                                                                   di Giuseppe Mazzocco

   Il lavoro è sviluppato su un indice diviso in tre parti. Una prima parte (due capitoli) riporta i principi teorici e pratici del massaggio generale ed i traumi dell’apparato locomotore; una seconda parte tre capitoli) è dedicato interamente alla frizione profonda trasversale (i principi, la tecnica e le indicazioni); una terza parte (un capitolo) illustra le particolarità dell’applicazione della tecnica in esame sulle principali lesioni della caviglia, del ginocchio e del piede.

  Ricordato, nella prefazione, che il massaggio è, insieme alla somministrazione farmacologica ed alla personalizzazione del riposo attivo, un cardine terapeutico nel trattamento dei postumi dei traumi da sport, si individua nel massaggio profondo trasversale uno strumento fondamentale per il recupero funzionale della gestualità sportiva.

   Questa tecnica, chiamata “drepp massage”, è impiegata in funzione antalgica e per la riduzione di eventuali processi aderenziali, conseguenti a traumi sportivi.

   I principi tecnici che hanno portato all’organizzazione del massaggio profondo trasversale sono stati desunti dagli insuccessi terapeutici di altre tecniche (sfioramento superficiale o massaggio classico profondo) applicate in maniera standard.

   Per chiarezza tecnica (per togliere ogni dubbio interpretativo), l’Autrice elenca e spiega le differenti manualità d’uso corrente, prima di proporre la specificità operativa della frizione trasversale profonda.

   Lo sfioramento (superficiale e profondo), col quale si inizia e si termina ogni operazione tecnica, è manovra delicata, con la quale si tratta la congestione; la si può applicare all’edema ed alla periostite traumatica.

   L’impastamento, manovra pesante di sollevamento, scollamento e torsione dei ventri muscolari, è impiegato per un robusto trattamento di drenaggio (ammorbidimento o svuotamento di un ematoma) o di mantenimento del libero gioco muscolare (prevenzione di stati dolorosi).

   La percussione (tecnica massacrante o battimano; tecnica con percussione a coppa; tecnica con percussione a pugno) è manovra per interventi brevi, veloci ed alternativi. Può, anche, essere impiegata nel trattamento di soggetti con difficoltà respiratorie o per ottenere contrazioni riflesse.

   La vibrazione (scuotimento rapido indirizzato ai tegumenti) ha azione sedativa ed è usata in caso di ipereccitabilità nervosa (sensitiva e motoria).

   La pressione (eseguita su masse muscolari molto voluminose) accelera la circolazione venosa e linfatica, contribuendo al riassorbimento ed all’eliminazione dei residui del lavoro muscolare (viene usata frequentemente nei trattamenti post gara).

   La frizione (frantumazione degli infiltrati e per il riassorbimento degli ematomi) ricerca il ritorno alla normale elasticità. Il contatto fisso della mano con la cute, con movimenti circolari, muove il tessuto superficiale sulle strutture sottostanti. Tecnicamente si riconoscono più modi di fare frizione: a cavalcadito, a pinza, a forbice ed a piatto.

   Il pizzicamento (variazione dell’impastamento) è tecnica interdetta per i tessuti doloranti ed è usata per avere la stimolazione massima degli scambi organici locali.

   Dopo la descrizione delle manovre tipo, l’Autrice riporta, con un capitolo autonomo i traumi e le patologie dell’apparato locomotore frequentemente trattati con il massaggio: la miosite acuta con indurimento muscolare, le difficoltà motorie con riduzione dell’elasticità mio-legamentosa, le lesioni muscolari (contusioni, strappi, distorsioni, stiramenti, rotture, contratture e disinserzioni), le tendiniti e le tenovaginiti, le periostiti, le periartriti, le epicondiliti, le borsiti. Definiti, così, i traumi più comuni e le tecniche abituali, l’Autrice affronta, nel terzo capitolo, la frizione trasversale profonda (drepp massage di Cyriax) che può essere realizzata da sola (per le tendiniti) o associata a movimenti passivi (lesioni legamentose) o a quelli attivi (rotture muscolari).

   Questa tecnica genera una mobilizzazione su una zona molto piccola (l’efficacia è data dalla precisione della localizzazione dell’intervento) e produce una notevole iperemia. L’aumento dell’apporto sanguigno diminuisce il dolore; in altri termini il massaggio profondo applicato sulla lesione ha un buon effetto antalgico, anche se temporaneo. La mobilizzazione trasversale incide, inoltre, direttamente sulle aderenze intra-tessutali e viene utilizzata per mantenere la mobilità fra i piani fasciali. La logica che sta dietro a questa proposta terapeutica è racchiusa nel concetto che nelle lesioni tendinee, legamentose o muscolari parcellari (in cui non si è verificata la completa soluzione di continuità dei tessuti) l’immobilità assoluta non ha effetti favorevoli sul decorso della malattia, ma può (al contrario) contribuire a rallentare la guarigione o a cronicizzare la lesione. Lo scopo della frizione trasversale profonda è, quindi, la frantumazione aderenziale. Le aderenze inter-fasciali possono essere rotte, con questa tecnica particolare di massaggio, sia nei traumi legamentosi che in quelli tendinei e muscolari.

(Continua con la seconda parte)

 

 

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