HomeLa RivistaCultura&ArteCARLO CARLI ALL’ARCHIVIO DI STATO VENEZIA DAL 28 APRILE 2022

CARLO CARLI ALL’ARCHIVIO DI STATO VENEZIA DAL 28 APRILE 2022

Giovedì 28 aprile si inaugura all’archivio di stato di Venezia la personale ” L’umanità attraversa le intemperie” di Carlo Carli.

La mostra, presentata in catalogo da Alessandro Romanini,  mostra l’immagine di una personalità complessa che racconta della sensibilità poetica con la quale l’artista vede il  mondo che lo circonda: una narrazione che guarda ad una moltitudine di popolo sofferente e alle disuguaglianze che lo rendono tale.

L’assunto  è che “ l’Arte è sempre politica” poiché è imprescindibile la sua assunzione di ruolo rispetto alla società in cui si muove: questa definizione fotografa l’operato culturale, artistico e politico di Carlo Carli  che, con un passato politico nella veste di sottosegretario alla cultura, guarda  da attento osservatore alla narrazione della complessità socio economica e morale di questo nostro mondo. Cronista attento di questa attualità, la veicola con il linguaggio che gli è congeniale, quello della pittura. Una quantità di immagini che si affollano, fra passato e presente, che si compenetrano visivamente, compensandosi, per similitudini o assonanze.

L’uso in forma di citazione della storia dell’arte, con un passato funzionale e già arcaico sistema multimediale di comunicazione e diffusione  delle idee, si sposa con il desiderio di Carli di fissare la realtà del nostro tempo attraverso immagini che hanno come risultato finale una qualità della pittura aspra, fuori dai canoni  usuali, dove volutamente si utilizzano strumenti  quali il pastello ad olio e cera, per la composizione di figure appena tratteggiate e, a questo segno primitivo, brutalmente contrappone citazioni di aurea serenità, di altra epoca o del nostro tempo. Convivono così, le immagini del passato un po’ leziose, con la odierna. contradditoria realtà sociale .

“ Il disegno è un modo per ragionare sulla carta” affermava Saul Steinmberg e Federico Zuccari sosteneva che “ …filosofare è disegno metaforico”: dentro questa linea si inserisce l’opera di Carli che fa, dell’elemento grafico, il vero e proprio attributo del dipingere”. Il segno brutale che pure definisce luoghi e forme potrebbe anche non farlo tanto è forte e deciso nel porsi, esso stesso, come racconto anche al di là della raffigurazione presente nel sunto palese della narrazione che di volta in volta appare: il tema degli ultimi, degli esuli e dei dimenticati, in continua contrapposizione con il nostro mondo del superfluo.

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