
Editoriale / 70
L’EREDITA’ DI RE PIERO
di Pierluigi Palmieri
In questo numero della Rivista, i post della settimana scelti per l’omonima rubrica sono quelli pubblicati da Marino Bartoletti nella sua pagina Facebook. Gli ho dato il titolo “Piero Angela dipinto dal figlio e dall’amico”. Poche parole dall’altare da parte di Alberto e poche righe di Marino, ma tutte dalle mille sfumature di quel rosso “cuore” tratte dall’tavolozza nella quale entrambi, il figlio e l’amico, hanno intinto abbondantemente la penna/pennello, In calce a questo editoriale replico la pubblicazione del “dipinto” in questione che ritengo degno di riflessione da parte dei nostri più affezionati e attenti lettori e lettrici.
Mi permetto di estrapolare la considerazione simpaticamente metaforica di Alberto Angela sull’approccio di Piero alla morte. Quel “Mio padre se ne è andato soddisfatto come quando ci si alza dal tavolo dopo una bella cena con gli amici”, pone il re della divulgazione su un piano intellettuale ancora più elevato , se possibile, rispetto al Piero Angela che abbiamo conosciuto nel corso della sua lunghissima carriera di giornalista. L’uomo con alle spalle una produzione gigantesca sia in termini documentaristici (da Destinazione uomo a Quark ) che di saggistica (da L’uomo e la marionetta del1972 fino a Il Mio lungo viaggio. 90 anni di storie vissute del 2017) non poteva non acquisire un profondo e lineare concetto di vita.
Senza necessariamente far ricorso a Socrate e Platone, né a Nietzche o a Popper col suo spaziare tra scienza, musica e scacchi . ne avrà masticata di filosofia, degustando al meglio le tante portate del menù esistenziale.
Per arrivare a concepire “sportivamente” la fine della vita come una normale mossa di scacchi o anche come un tuffo nella conoscenza, oltre le colonne d’Ercole.
Marino Bartoletti l’altro pittore è, senza alcun dubbio, uno dei più corretti giornalisti in attività, la cui poliedricità giornalistica lo avvicina, per alcuni versi, proprio a Piero Angela. Marino possiede un lessico ricco e coinvolgente, Sa raccontare come pochi lo sport ( quest’anno ha vinto il “Bancarella Sport” con Il ritorno degli Dei”), ed è pressoché imbattibile per competenza e memoria musicale. Ha dipinto il suo quadro con idee forza dai colori intensi ( l’Italia è ora orfana del suo padre culturale, del maestro della divulgazione e della comunicazione) e con quel magnifico tocco finale del “sinatriano” As time goes by.
Da parte mia, mi piace condividere una piacevole vicenda personale che ebbe come protagonista anche Piero Angela. Fu lui, infatti, con uno dei suoi servizi per la RAI sul Programma Apollo della Nasa, a suscitare la mia curiosità sulle reazioni del corpo umano alla prolungata esposizione all’assenza di gravità,. Fu la descrizione delle caratteristiche del Saturn V , (il vettore alto 110 metri e pesante 3000 tonnellate, che al momento del lancio provocava un “terremoto” nel raggio di diversi chilometri, in cima al quale si sarebbero “accomodati” Neal Amstrong & C. destinazione Luna)
a farmi decidere di scegliere come argomento per la Tesi di Diploma ISEF “Fisiologia degli esercizi fisici nello spazio”. Un argomento affascinante e al tempo stesso ostico, data la scarsità di notizie fornite dalla Nasa che all’epoca aveva addirittura dichiarato top secret i risultati dei controlli di laboratorio sulle grandi funzioni degli astronauti. Me la cavai comunque, Grazie al prezioso supporto e alla pazienza dei proff. Splendiani e Castellani, ma facendo caparbiamente, come da imperioso ordine di “Re Piero”….“la mia parte”,
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