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La notizia cattiva scaccia la buona

In questo spazio, mi sono riproposto di “aprire gli occhi” sugli avvenimenti  della vita quotidiana , e di spaziare tra gli argomenti trattati settimanalmente nelle rubriche dedicate ai vari settori con un’esplicita proposta di lettura meditata e distinta dal “mordi e fuggi” che caratterizza i notiziari di ultima generazione che pullulano sul web. Uno lettura slow  di contenuti su cui  meditare, ma anche di altri forieri di serenità e relax. Avrei voluto dedicare questo “A occhi aperti” alla presentazione del nuovo “pacchetto” di articoli inseriti nel Numero UNO. Lo farò, ma oggi a sconvolgere i miei piani c’è il fatto di cronaca avvenuto in pieno centro ad Avezzano: un ragazzo di venti anni aggredisce un poliziotto  con una testata. L’uomo in divisa riporta  la frattura dello zigomo. Gli aveva intimato di indossare la mascherina. Il fatto ha attenuato, e  non di poco, la sensazione positiva per la prima uscita della Rivista. Parafrasando Gresham la “cattiva notizia ha scacciato la buona”. Ha fatto emergere tutte le criticità del nostro attuale sistema di relazioni sociali.  La chiave interpretativa è contenuta in poche parole: venti anni, divisa, mascherina, frattura.

I venti anni denunciano il disagio esistenziale di una fascia di età che stenta ad uscire dalla fase adolescenziale, dove dominano l’aggressività e l’audacia ma anche la timidezza e l’isolamento. Questi fattori dovrebbero trovare nell’educazione il miglior catalizzatore per garantire  ai giovani i requisiti di equilibrio e di autodeterminazione sanciti dal legislatore con l’anticipazione a diciotto anni della “maggiore età”.

La divisa simboleggia, da sempre la legalità, la garanzia del rispetto dei diritti e  dei doveri di ciascuno.

La mascherina da un anno a questa parte, è assurta, a vero e proprio simbolo di civiltà e per quelli come me, impegnati quotidianamente nella tutela dei diritti civili, è motivo di grande soddisfazione constatare che a farne uso e a rispettare il distanziamento è ormai la stragrande maggioranza dei cittadini.

La parola frattura, nel caso in specie, assume un significato che va oltre  la diagnosi ortopedica. l’assenza di rispetto per il ruolo istituzionale degli  UOMINI in divisa che, anche attraverso i controlli sull’uso della mascherina, tutelano la “PUBBLICA SICUREZZA, è emblematica del distacco dall’altra parte della gioventù. Questa  studia lavora, ama l’arte e la poesia, protegge il territorio e si impegna nel sociale.. E’ il sistema dell’educazione che immette sul “mercato” la gioventù cattiva.  Per fortuna  la gioventù sana, quella buona, è “vaccinata” contro la devianza. Ma i deviati sono i veri colpevoli? O sono frutto di un sistema educativo i cui attori principali, Famiglia e Scuola, hanno abbassato la guardia rispetto ai loro obblighi?

Non dimentichiamo sia le aggressioni subite dai docenti da parte di genitori “delusi”, sia la “manica larga” dei docenti nei confronti dei non meritevoli. Non sono forse questi atteggiamenti, e i tanti altri similari, ad autorizzare un post-adolescente a prendere a schiaffi e a testate un uomo in divisa che vigila sul rispetto sacrosanto delle norme anti-Covid? Ecco allora la necessità di far “crescere” le nuove generazioni in un tessuto sociale “altro” rispetto a quello attuale. Per superare le attuali carenze di sistema ed aprire nuovi orizzonti a giovani e adulti bisogna immettere sul mercato la moneta preziosa della cultura, che comincia a essere coniata nella prima infanzia affinché nella post adolescenza ed oltre ci si predisponga a salutare con rispetto l’uomo che è dentro la divisa come  il maestro che è sulla cattedra. Piena solidarietà va al poliziotto ferito, ma,  nonostante la “sofferenza” che mi ha provocato, auspico con tutto il cuore al giovane aggressore, e anche ai suoi compagni, di riuscire ad acquistare prima possibile consapevolezza ed equilibrio.

di Pierluigi Palmieri

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