VELA CLUB MAROTTA, STORIA DI UN’AMICIZIA E DI UNA PASSIONE

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 Il Limite /

(La Rivista della Domenica n. 167)

            

 

L’amicizia è un valore. È stato scritto che se anche una persona avesse tutto ma non avesse degli amici sarebbe una persona veramente povera. L’amicizia nasce dallo stare bene assieme e dal fatto che ci si può incontrare ed aiutare, unendo il piacevole all’utile. Ma c’è anche qualche cosa di più quando si crea un’associazione che si fonda proprio sull’amicizia e su di una passione condivisa. È questo il caso del Vela Club Marotta che quest’anno compie venticinque anni. La passione che ha mosso i fondatori e tiene uniti oggi i soci è quella per la vela, per la navigazione a vela e per il mare.

Alcuni ambienti di legno, una terrazza sul mare contornata dagli alberi delle barche sui loro carrelli. Sartie, crocette, drizze, segnavento, derive e catamarani e, come colonna sonora, la risacca che lambisce le imbarcazioni che stanno sulla spiaggia. Questo è l’ambiente del Vela Club di questa piccola cittadina distesa sull’Adriatico. Qualcosa di semplice, di essenziale che però sta in riva al mare, dove la terra, l’acqua e il cielo si incontrano. Un ambiente in realtà ricchissimo, spettacolare e sempre diverso.

Condividere una passione crea un legame. Qualcosa di speciale e quasi indicibile, un filo sottile che unisce le persone.  Una passione crea un’intesa silenziosa, di cui forse non si parla mai direttamente oppure si finisce per parlarne anche troppo, pur sapendo che in fondo l’essenziale è al di là o al di qua delle parole. Nel caso del Vela Club di quale passione si tratta? Navigare, andare per mare spinti soltanto dalla forza del vento. Ecco che cosa unisce i soci.

Certo, questa passione viene declinata in maniere diverse. C’è chi ama la competizione e appena può dispone le boe e ingaggia gli altri in piccole regate, che finiscono in infinite discussioni sul perché chi è arrivato primo è arrivato primo e chi è arrivato ultimo è arrivato ultimo, sfruttando meglio o peggio la raffica. C’è chi ama andare al largo per navigare silenzioso scrutando l’azzurro lontano degli Appennini che si stagliano dietro le colline, godendo della bellezza del paesaggio, che diventa sempre più un paesaggio dell’anima.  Ma ciò che unisce tutti è il desidero di trasmettere anche ad altri questa passione. Da questo sono nati i corsi di iniziazione alla vela che hanno coinvolti tanti ragazzi e ragazze, così come tante bambine e tanti bambini. È nata la collaborazione con le scuole primarie e secondarie, la partecipazione all’alternanza scuola-lavoro. Le passioni sono sempre generose, mai avare, chiedono sempre di essere condivise.

Che cos’è la barca a vela? Me lo sono domandato più volte dopo essere incappato anch’io in questa passione, dopo aver contratto anch’io questa “malattia” proprio al Vela Club Marotta. La barca è come una specie di porta. Attraverso questo mezzo entri in un altro mondo e in un’altra dimensione, per cui il vento, il mare, la costa, le onde, la barca stessa, non sono più la stessa cosa di prima. È una specie di misterioso “Stargate”, per richiamare il titolo di un vecchio film famoso, che ti permette di entrare in un’altra dimensione che cambia il tuo modo di pensare la storia, la fisica, la geografia, la biologia, l’economia, lo sport. Cambia il tuo sguardo, la percezione dell’ambiente, la tua sensibilità.

Chi in un modo chi in un altro, tutti i soci del Vela Club hanno attraversato quella soglia. È ovvio che poi ci sono tutte quelle attività sociali che caratterizzano ogni sodalizio. Le cene a base di “sardoni a scottadito” rovesciati senza tregua sulle tavolate, gli incontri culturali, le regate. Il Vela Club diventa un luogo dove persone che non si sarebbero mai incontrate hanno fatto amicizia e si vedono, semplicemente, per passare anche il tempo, ma sempre guardando il mare e fiutando il vento e scrutando quello che chiamiamo sempre “tempo”, l’altro tempo, quello atmosferico. Ma sempre con il mare nell’anima. Il mare, un fratello blu, increspato dal vento, un vento che, come canta una canzone scritta proprio a Marotta, “agita anche me”.