MAXI-STRENNA DEL MAESTRO-DECANO DELL’UNIVERSITA’ ALLA CITTA’ E ALLA CULTURA
dI Marcello Martelli
Quest’anno la strenna natalizia più ricca e preziosa è arrivata alla città e all’intera cittadinanza da Giuseppe Profeta, illustre decano dell’Università.
Un personaggio benemerito quasi centenario che, davvero, non ha bisogno di presentazione. Ha insegnato da maestro della cultura socio-antropologica, con dottrina e, soprattutto, con l’esempio d’una vita esemplare e coerentea molteplici generazioni. Di chi – partito dal piccolo borgo di Arsita, dove è nato il 30 aprile 1924- ha poi scalato, senza mai fermarsi, i traguardi più alti e prestigiosi dell’insegnamento e della cultura accademica.
Attraverso un lungo percorso, che ha consentito al docente di Sociologia e demo-antropologia di mettere in luce le qualità dello studioso e suoi livelli non comuni di ricerca. Espressi anche in libri e saggi che gli hanno assicurato un posto fra i maestri più accreditati della cultura socio-antropologica, come abbiamo già avuto occasione di annotare.
Questo, in sintesi, il bilancio d’una vita straordinaria, che continua con una “strenna natalizia” altrettanto straordinaria per la città dove vive e, in particolare, per la storica Biblioteca regionale “Melchiore Delfico”.Qui, in questi giorni, è stato trasferito un patrimonio di inestimabile valore chesarà a disposizione delle generazioni presenti e future, in una sala interamente dedicata a Giuseppe Profeta e ai suoi studi. Una miniera ricca di preziosità culturali, con una vasta raccolta di 15.000 libri, riviste, tesi di laurea, terze pagine di importanti quotidiani, enciclopedie, calendari. Fanno parte inoltre della donazione 600 forme vascolari di vario genere, organizzati secondo le regole e le esigenze messe in luce nei due ultimi volumi pubblicati dall’illustre studioso: “La logica del recipiente e l’antroporfismo vascolare”; “L’acqua e il vaso nella vascolarità universale”. Qualcuno ha detto che “arricchire le biblioteche è un po’ come costruire granai pubblici, ammassando riserve contro l’inverno dello spirito”.
Bene! Non resta che dire grazie al decano della nostra Università, che ha avuto la forza di staccarsi dai suoi beni più cari d’una vita intera, e agli amministratori locali, che si sono dimostrati pronti nel riceverli per il bene della cultura e di tutti.
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