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METTI UNA SERA A CENA AL MCDONALD’S CON IL NONNO NOSTALGICO CONSERVATORE DI ANTICHI SAPORI

Attualità 141

METTI UNA SERA A CENA AL MCDONALD’S CON IL NONNO

NOSTALGICO CONSERVATORE DI ANTICHI SAPORI

di Marcello Martelli

 

Mentre i nostri agricoltori scendono in piazza per difendere le eccellenze del territorio; mentre il governo lancia un premio per dare riconoscimento al mestiere di pasticcere, chef e artigiano del cibo, da nonno vivo la prima esperienza nel McDonalds della città. Tradizionalista della forchetta come tutti i nonni, sono un fedelissimo delle trattorie che sanno tramandare profumi e sapori della vecchia cucina che -come precisava il maestro gourmet, Gualtiero Marchesi-richiede “tempo e memoria”.

Tuttavia l’invito al Mc è particolarmente gradito, perché arriva da Jacopo, bravissimo nipote che non dimentica suo nonno. Ed offre anche una piacevole occasione per fare a tavola il “salto generazionale”. Per capirlo, al nonno basta entrare al Mc, dove non c’è l’oste che accoglie come nella vecchia trattoria, ma una Signora virtuale chiamata Tecnologia. Subito disponibile, per una cena veloce e moderna. Inaugurato da poco, al Mc di Piazza S. Francesco troviamo la folla gonfiata dalla grande novità, dove il giovane Jacopo che mi guida fa fatica a trovare un tavolo.

Ma interrogando il video, riesce a metterci seduti quasi subito, circondati da un pubblico multietnico, in un ambiente allegro e con tanti ragazzi contenti di esserci. Conquistato un grande numero di plastica- da mettere sul tavolo per dare visibilità alla nostra postazione pulita, essenziale e moderna-interroghiamo di nuovo il video.

Per conoscere il menu con l’imbarazzo della scelta, specialmente per il nonno, che non sa cosa portare a tavola, trovandosi nel mezzo d’una selva oscura di gusti e sapori. Senza pane e vino, addio vecchia trattoria e gustosa “dieta mediterranea”.

Cerco il compromesso e a Jacopo chiedo di ordinarmi qualcosa che assomigli al panino della nonna, sia pure con dentro hamburger e becon. Ma niente vino, solo birra o bevanda alla fragola. Subito serviti da una cameriera, questa volta in carne e ossa, che sorride pure ed è anche simpatica.

L’apertura del Mc in questa nostra città, è stata accompagnata da scontri e polemiche di conservatori e progressisti della gola, come se fossero in arrivo i barbari, per distruggere la cucina della tradizione, con la sua storia e sue golose specialità. Ma adesso capisco che non succederà.

Anche a Roma, quando 30 anni fa inaugurarono il Mc, ci furono proteste indignate, con Renzo Arbore e Claudio Villa che si misero a mangiare fettuccine lì fuori a scopo dimostrativo. Non riuscirono però a fermare la marcia dei Mc, che ora in Italia sono più di 500 e uno è arrivato pure qui, “ma mai come in questi anni -conferma lo scrittore Francesco Piccolo-la tradizione gastronomica italiana mostra la sua potenza e la sua specificità”.

E’ quanto cerco di spiegare a mio nipote, quando mi interroga su ciò che ho mangiato e indico la differenza che passa tra il vecchio panino e quello consumato al Mc. Per far crollare l’attrattiva di hamburger e patatine fritte, organizzerei nella pizzeria di fronte al Mc una panineria di qualità, per offrire sandwich con leccornie per un pubblico di gourmand.

In America è già successo con catene alternative che stanno battendo l’impero dei Mc e dei Burger King. Con ingrediente- base del successo il ritorno al…passato, mediante semplici panini all’italiana, sani e di qualità, al posto degli hamburger dolciastri e ipocalorici.

Con gli affari che si moltiplicano, grazie al pane fresco e genuino, ai salumi e formaggi gourmet affettati davanti i clienti. Facciamolo anche noi qui, per battere il panino pre-confezionato nel cellophane e per vedere chi vince.

Jacopo, comunque, grazie per l’invito assai gradito.

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