HomeUncategorized15.000 LIBRI DA GIUSEPPE PROFETA: UNA GRANDISSIMA EREDITA’ DIVENTA UN PROBLEMA

15.000 LIBRI DA GIUSEPPE PROFETA: UNA GRANDISSIMA EREDITA’ DIVENTA UN PROBLEMA

Attualità&Amarcord 152/ Io Penso

di Marcello Martelli

Il recupero dell’identità territoriale comincia dal personaggio che il 30 aprile di quest’anno avrebbe toccato il suo traguardo centenario. Partito dal piccolo borgo di Arsita, dove era nato un secolo fa, vivendo a Teramo aveva scalato, senza mai fermarsi, i traguardi più alti e prestigiosi dell’insegnamento e della cultura accademica. Dove l’illustre docente di Sociologia e demo-antropologia ha potuto mettere in luce le qualità di studioso e i suoi livelli non comuni di ricerca. Espressi anche in libri e saggi che gli hanno assicurato un posto fra i maestri più accreditati della cultura socio-antropologica. Una vita straordinaria che il prof. Giuseppe Profeta ha voluto chiudere con un “lascito” altrettanto straordinario per la città dove ha trascorso gli anni migliori e, in particolare, per arricchire la storica Biblioteca regionale “Melchiore Delfico”. Qui ha voluto trasferire il proprio patrimonio di inestimabile valore che, in due sale dedicate ai 15.000 libri e alle pregiate collezioni, sarà una vetrina altamente identitaria per le generazioni presenti e future. Con preziosità culturali nel cuore della città per arricchire il patrimonio, già prestigioso e cospicuo della “Delfico”, che così potenzia la propria offerta bibliografica, non solo con i volumi e i saggi del noto studioso scomparso, anche con riviste, tesi di laurea, terze pagine di importanti quotidiani, enciclopedie e calendari collezionati dal prof. Profeta nell’arco della sua lunga vita. Un patrimonio unico, accolto con particolare interesse dal sindaco D’Alberto e dal dirigente della “Delfico” Dimitri Bosi, che avevano espresso gratitudine e piena disponibilità per assicurare una degna ospitalità alla donazione nello stesso edificio della biblioteca Delfico. Una location davvero idonea e ben studiata che, oltre a dare un doveroso riconoscimento a un personaggio insigne, anche benemerito verso la città d’elezione, sarebbe stata anche un nuovo punto di riferimento per le attrattive storico-culturali del territorio. Come sottolinea un detto antico, “arricchire le biblioteche è un po’ come costruire granai pubblici, ammassando riserve contro l’inverno dello spirito”. Invece, no? Una notizia inattesa dell’ultim’ora, infatti, mette in dubbio decisioni e assicurazioni date personalmente al decano della nostra Università, che poco prima della sua scomparsa(6 gennaio 2024), aveva trovato la forza di staccarsi dai suoi beni più cari. Per compiere un atto d’amore e generosità con gli amministratori locali pronti a riceverli a nome della città e della cultura. Le notizie arrivate in questi giorni sono, invece, abbastanza deludenti, per il fatto che la preziosa donazione Profeta verrebbe ospitata in una location riduttiva e secondaria, spezzando l’insieme d’una rassegna presentata nel peggiore dei modi. Anche a nome della famiglia Profeta, credo fermamente che il sollecito intervento del Sindaco D’Alberto e la sensibilità del Direttore Bosi, sapranno confermare la giusta e doverosa collocazione alla figura e alle opere di Giuseppe Profeta. Nell’ambito del sempre più grande patrimonio della “Delfico” e con le dovute attenzioni sia scientifiche che di spazio.

 

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