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FRUTTA E VERDURA TROPPO CARE? UN MONITO PER MIGLIORARE L’ANTICHISSIMO RAPPORTO CON LA NOSTRA MADRE TERRA CHE PRODUCE

 Attualità & Amarcord

FRUTTA E VERDURA TROPPO CARE?

UN MONITO  PER MIGLIORARE L’ANTICHISSIMO RAPPORTO CON LA NOSTRA MADRE TERRA CHE PRODUCE

di Marcello Martelli
“Non ereditiamo la terra dai nostri antenati, la prendiamo in prestito dai nostri figli».
E’ un monito che non dobbiamo mai dimenticare. Fin da bambino ho imparato da mio nonno ad amare la terra e lo ringrazio. Livio, il mio nonno materno, era un uomo semplice e buono, che da emigrante era andato in America con un obiettivo preciso.
Lavorare duramente per accumulare quanto necessario per acquistare un terreno agricolo (“una masseria”, come si diceva allora). Da coltivare, una volta rientrato in Italia, per assicurare il necessario alla famiglia. Solo ora, vista la crisi dei mercati con i forti rincari di frutta e verdura, ho capito fino in fondo quanto sia stato fortunato, grazie a mio nonno coltivatore diretto. Che, quasi ogni giorno, portava nella casa di mio padre avvocato le squisite primizie campagnole di stagione. E fin da ragazzo, ho imparato ad amare i buoni prodotti della nostra terra e la campagna che li produce. Sarà per questo che, nonostante i prezzi proibitivi (aumentati, per cause diverse, del 15-20%), non so rinunciare a frutta e verdura
. Di più! Ogni sabato mattina, con la borsa sotto il braccio, vado al mercato dai miei vecchi fornitori di “Campagna Amica”. Dove, a prezzi contenuti, ritrovo i buoni prodotti che mi ricordano nonno Livio. E ogni volta, è una buona occasione anche per attingere pillole di saggezza antica e per non dimenticare ciò che ricorda un vecchio memorandum: “Una zolla di terra è un grande santo, che guarisce e ripara e resuscita ogni cosa. Eppure al giorno d’oggi le persone sono occupate a uccidere le zolle di terra.
E’ una occupazione a tempo pieno…”.

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