HomeLa RivistaAttualità e AmarcordSULLA PIAZZETTA IL PRETE MI SVELO’ IL RAPPORTO DI FRANK SINATRA CON “COSA NOSTRA”

SULLA PIAZZETTA IL PRETE MI SVELO’ IL RAPPORTO DI FRANK SINATRA CON “COSA NOSTRA”

Amarcord / 101

SULLA PIAZZETTA IL PRETE MI SVELO’ IL RAPPORTO

DI FRANK SINATRA CON “COSA NOSTRA

di Marcello Martelli

 Negli anni Novanta dopo una lunga missione sacerdotale in America, era tornato per morire fra i suoi monti. Don Archimede De Luca, un singolare personaggio, lo incontrai quasi per caso a Pietracamela, dove era nato. Il vecchio sacerdote ultraottantenne, scomparso nell’estate del ’97, trascorreva molto tempo sulla piazzetta del paesello, dove un giorno mi raccontò la sua vita all’estero e di Frank Sinatra in particolare.

Nel lontano 1934, appena arrivato in America, cominciò da New York, a contatto con i bassifondi della città. “Quella zona -precisò il sacerdote -era il regno dello stato maggiore di “Cosa Nostra”, dove ruotavano tutti i più grandi boss della mafia italo-americana”.

Don Archimede, allora alle prime armi, s’era trovato a vivere una missione davvero difficile. Conobbe anche Frank Sinatra, ragazzo e non ancora grande “star”. “Qualche volta il giovanissimo Frank- mi svelò il vecchio parroco- ha cantato nell’oratorio della mia parrocchia, dove i genitori erano fra i fedeli più assidui”.

Approfittai per chiedergli se era vero che il grande cantante faceva parte del giro di “Cosa Nostra”, rapporti che, del resto, l’artista aveva sempre smentito. “Sinatra- fu la risposta di don Archimede- fin da ragazzino aveva una voce meravigliosa, ma era figlio di povera gente, con nessuna probabilità di poter sfondare.

Fu un boss della mafia italo-americana a prenderlo in simpatia, assicurandogli il necessario per iniziare la carriera del grande “big” della canzone e dello spettacolo.

Anzi, sono convinto che, nonostante le sue doti non comuni, non sarebbe mai diventato un artista di fama mondiale, senza la protezione del suo padrino”.

Nessun Commento

Inserisci un commento