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CHAMPAGNE CLAUDE MOUSSE’ Blanc des Blancs 2000

Il Vino / 88

di Mario Travaglini

 Ho già avuto modo di parlare del vignaiolo artigiano Moussé in occasione delle recensioni sulla Réserve e la Cuvée Spéciale a cui rimando il lettore appassionato. Oggi intendo mettere su carta le mie emozioni come abitualmente si fa quando si visita più volte un luogo della memoria a cui siamo particolarmente affezionati, dove, miracolosamente, si risvegliano ricordi e sensazioni che credevamo seppellite dal tempo.

Mi rendo conto che può rivelarsi esercizio accademico, forse anche connotato da un certo snobismo, dal momento che oltre alle tre bottiglie della vendemmia 2000 in mio possesso non ve ne sono altre reperibili sul mercato, avendo la prima rallegrato la tavola della vigilia, la seconda destinata a quella di fine anno e la terza rimane in cantina in attesa di eventi meritevoli di attenzione. La vera ragione per quale stapperò questa bottiglia è che sono stufo di illudermi ogni anno con la pace, la serenità, la gioia, l’amore e la salute che dovrebbero essere apportate dal nuovo anno : a me basta che questo 2022 se ne vada in fretta dopo tutti i disastri che abbiamo dovuto subire per trecentosessantacinque giorni. L’augurio che mi piace rivolgere ai lettori di questa rubrica ed a quelli di Economia & Finanza  li voglio esprimere in forma matematica, addizionando il piacere, sottraendo il dolore ed i dolori fisici, moltiplicando la felicità e dividendo l’amore con le persone più care. Prima di riproporvi la storia della cantina e i dettagli della vinificazione aggiungo che questo Blanc des Blancs millesimato proviene da sole uve  chardonnay vendemmiate nell’anno 2000 .

L’eleganza è estrema, al pari dei profumi che sono intensi e delicati, accompagnati e sostenuti da un perlage ancora tumultuoso sebbene espresso con una dimensione  delle bollicine leggermente più grande.  Per chi avesse perso le recensioni precedenti ricordo che la cantina prende il nome dal suo fondatore che nel 1970 si è messo in proprio dopo aver conferito per lunghi anni le uve alle maisons più blasonate di Epernay. Oggi il figlio David, nel solco della tradizione famigliare e della carta di qualità prevista dal disciplinare di produzione dello champagne, ha saputo aggiornare con giudizio ed equilibrio le differenti tecniche di produzione e di vinificazione ed offrire, quindi, un prodotto di qualità e di carattere. La dimensione artigianale a mio avviso rappresenta il punto forte di questa piccola realtà contadina che combatte giornalmente con gli oltre tremila produttori della regione per affermare la sua diversità che la bottiglia esprime ogni anno non in modo standard ma in accordo ai capricci della natura .

Provenienza: Monthelon – Francia

Annata : 2000

Gradazione alcolica: 12 vol.%

Varietà delle uve:   Chardonnay in purezza dell’anno 2000 proveniente dal vigneto più vecchio situato a  Monthelon.

Tipologia: Le vigne sono ubicate sulle colline di Epernay con orientamento a sud e si estendono per 8 ettari in vari appezzamenti nei comuni di Monthelon, Chavot-Courcourt,  Moussy, Morangis, Mancy, Savigny, Brouillet et Crugny. Quelle che danno origine a questa bottiglia sono a Monthelon ed insistono su un terreno di origine calcarea del Terziario molto compatto ed

organico (plancton), che quindi ha conservato sodio,calcio e iodio quando il mare si è ritirato.

Vinificazione: le tappe sono diverse e debbono rispettare la regolamentazione specifica “AOC Champagne” a cominciare dalla vendemmia che non ha una data precisa e deve essere fatta rigorosamente a mano. Le uve debbono essere pressate dolcemente onde preservare la qualità del frutto ed avviate alla fermentazione alcolica a temperatura controllata . Le fasi successive sono :

Le Tirage : ovvero l’imbottigliamento. Consiste nel riempire le bottiglie di del vino aggiungendo zucchero e lieviti al fine di provocare una seconda fermentazione. Questa operazione è chiamata “prise de mousse”. Le bottiglie sono tappate e stoccate a bassa temperatura per tre- quattro anni.

Remuage et dégorgement : Una volta che lo champagne è arrivato a maturazione le bottiglie sono sottoposte a rotazione periodica e private del deposito che si forma sul tappo (metallico) con una tecnica che consiste nel gelare il collo della bottiglia e togliere le impurità che si sono formate con il passare del tempo; dopo questa fase di depurazione viene aggiunto un “liquore” onde ottenere il “secco” o il “semisecco” per arrivare,infine, alla apposizione del tappo finale, rigorosamente di sughero di prima qualità.

Habillage et commercialisation : ovvero etichettatura e vendita, operazioni alle quali David provvede direttamente.

Caratteristiche organolettiche: Nel calice ha un colore giallo paglierino tendente ad un giallo profondo, con una bollicina duratura ma di dimensione leggermente più grande.  Al naso si avvertono note di frutta matura come l’albicocca, la  pesca gialla ed il melone. Al palato è ancora vivace ma potente con note inconfondibili di quella salinità  connaturata al tipo di terreno descritto nella “tipologia”. Si apprezzano note di melone maturo e sentori di caramello in evoluzione. La consistenza e la sostanza in bocca sono superbe e la lunghezza infinita.

Temperatura di servizio: 6 °C utilizzando un calice a tulipano.

Longevità : ancora qualche anno purché  ben conservato a temperatura costante di 10/12 C.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    Abbinamenti :

Al momento dell’aperitivo è sempre fantastico, specie se accompagnato con un crudo di gamberoni rossi o con i ricci di mare.

Si presta bene per un brindisi finale con dolcetti di mandorle ma, per chi vuole osare, è da provare con un crostino sormontato da capesante e funghi spadellati.

 

   

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