HomeCulturaartiINCURSIONI MUSEALI XXI – PERSONALE DELL’ARTISTA STEFANO TRAPPOLINI A POMEZIA

INCURSIONI MUSEALI XXI – PERSONALE DELL’ARTISTA STEFANO TRAPPOLINI A POMEZIA

Al museo città di Pomezia si è inaugurata, il 29 di ottobre, la personale del pittore Stefano Trappolini  “INCURSIONI MUSEALI XXI”.

La  mostra curata da Claudia Montano ne definisce i connotati attraverso una premessa colta che interpreta il pensiero di Benedetto Croce “Quella conoscenza, come la si chiama, della situazione reale, si riferisce al processo della realtà come si è svolta fin qui, ed è pertanto storica. Tutte le storie di tutti i tempi e di tutti i popoli sono nate cosi, e cosi nascono sempre sotto lo stimolo dei nuovi bisogni che sorgono, e delle nuove correlative oscurità. Il bisogno pratico, che è nel fondo di ogni giudizio storico, conferisce a ogni storia il carattere di una ‘storia contemporanea, perché, per remoti e remotissimi che sembrano cronologicamente fatti che vi entrano, essa è, in realtà, storia sempre riferita al bisogno e alla situazione presente, nella quale quei fatti propagano le loro vibrazioni”.

“Il progetto scientifico ha avuto come prospettiva quella di accomunare storia del Novecento e contemporaneità, linguaggi della memoria e codici artistici, in una vera e propria INCURSIONE della contemporaneità nella Storia, un incontro giocato sul filo della contiguità spaziale e di campi semantici vicini, seppur separati da interi lustri e generazioni diverse di uomini.  Per il progetto della Mostra ho voluto prendere le mosse dall’opera letteraria di Benedetto Croce La storia come pensiero e come azione, del 1938, anno in cui, fra l’altro, è stata fondata la Città di Pomezia. Come si evince dal titolo, una delle tematiche principali su cui desideravo concentrare l’attenzione era il rapporto fra il pensiero e l’azione, che in Benedetto Croce sono complementari. In particolare, volevo riuscire a definire attraverso il medium dell’arte lo stretto connubio che lega i due termini, la prassi e il pensiero, nel processo conoscitivo. La conoscenza può realizzarsi solo attraverso il movimento, una consapevolezza ormai ben nota alle neuroscienze; è il movimento che informa il pensiero e l’elaborazione razionale. La mente conosce per il tramite di un agire e di un sentire che insieme determinano lo sviluppo della Storia, individuale e collettiva. Secondo Benedetto Croce, ogni comprensione teoretica è generata da un bisogno della vita pratica, e, allo stesso tempo, la vita pratica non può prescindere dalla conoscenza storica.

La Contemporaneità della Storia è dunque, nel nostro caso, il terreno di INCURSIONE della prassi artistica, in cui Trappolini riversa il dato biografico, la lettura della memoria storica e familiare, la continuità con le radici culturali della Città Nuova, Pomezia, in cui l’artista trova una propria profonda appartenenza.

Ho voluto che l’lo viaggiante, cifra creativa e interprete del divenire artistico e umano dell’autore, irrompesse negli spazi museali, che sono anche i luoghi del racconto storico, stabilendo una contiguità fra passato e presente che ne renda permeabili i confini, così che anche l’osservatore sia incoraggiato a passare dall’uno all’altro in una sorta di circolarità del pensiero e dello spirito.

L’arte è prassi nel presente ma irrompe nella Storia, se ne appropria, e il Museo diventa il luogo di questo incontro, si offre al dialogo, apre a narrazioni sempre attuali e sempre antiche, perché in esse vivono gli archetipi del viaggio umano nella vita”.

La mostra comprende, nel suo itinerario, 19 opere di cui 15 realizzate in esclusiva per la mostra. Molte delle opere si compongono di più dipinti assemblati o concepiti in serie, per un numero complessivo di ben 94 elementi, esposti nelle diverse aree e sezioni del Museo, a partire dal Laboratorio del Novecento con le opere di punta della Mostra e cuore pulsante dell’intera esposizione. 

Il percorso assolve molto bene alla sua funzione divulgativa della coscienza-pensiero dell’artista che, parte integrante del territorio ne è anche la realtà vivente e testimoniante. Tutto ciò succede con il linguaggio che gli appartiene e gli è più congeniale: La pittura e lo spazio diventano le pagine su cui si scrive il ricordo o si celebra la figura di un altro grande, Pasolini.

Il racconto  si sviluppa attraverso sequenze quasi filmiche che si susseguono in un campo visivo mai casuale ma sempre frutto di una precisa idea progettuale che  guida anche la lettura dell’allestimento espositivo e le sue contaminazioni con l’esistente. La mostra che , come già accennato si compone di 94 elementi, è frutto per ognuno di una pittura che nel suo farsi ha perfettamente coscienza di se e si esprime attraverso una gestualità frettolosa che fissa storie mai apparentemente definite per immergersi immediatamente dopo nel ricordo successivo nel timore che vada perso nei meandri della memoria.

Una eccellente testimonianza del fare artistico contemporaneo che arriva, senza grancasse, da una delle tante periferie colte, quanto dimenticate, del nostro grande Paese .

Per i lettori che volessero scoprire la realtà del museo di Pomezia e le sue attività rimandiamo al link https://youtu.be/MQnQ_POhGNU

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