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LE DONNE DELL’ASTRATTISMO

Finalmente una serie di manifestazioni celebra le capacità artistiche delle donne, capaci di produrre efficaci prodotti artistici alla pari, quando non meglio, di quelli prodotti dagli uomini. Sono parecchie le manifestazioni, anche in Italia, che le raccontano. (Vedi GIOCHI DI VERITÀ.Rappresentazione, ritratto, documento Opere della Collezione Donata Pizzi, al Castello Campori, Soliera (Mo) ) ( I costumi di Adelaide Ristori in mostra a Genova) ( THE TILTED BODY – IL CORPO INCLINATO “Vestita di sole rose” performance di Francesca Romana Pinzari a Palermo) https://youtu.be/Z2Rei7aHL0U  

Una manifestazione, in particolare, mi è rimasta impressa nella mente quella visitata l’anno passato durante un soggiorno a Bilbao: “Le donne dell’Astrattismo”. Una mostra straordinaria che ha riscoperto il talento di centodieci artiste, fin’ora taciute dalla storia dell’arte, dove i rapporti fra creatività e identità femminile si intrecciano.

 

La mostra aveva visto la sua prima apparizione a Parigi,  scarsamente visitata a causa dell’evento pandemico, è stata riproposta, con un successo strabiliante, in quella straordinaria struttura architettonica che è il Guggenheim , a Bilbao, dell’architetto canadese Frank O. Gehry .

La mostra racconta di un periodo specifico della storia dell’arte, quella dell” Astrattimo” periodo sicuramente acquisito alla cultura generale, che prende le mosse da una affermazione di Kandinsky «Di tutte le arti, la pittura astratta è la più difficile. Richiede che tu sappia disegnare bene, che tu abbia una maggiore sensibilità per la composizione e i colori e che tu sia un vero poeta».

 

Questa frase che contiene in sé tutta l’anima del fare astratto ben definisce il lavoro delle artiste protagoniste di questa mostra. Il progetto espositivo nato da un’ idea di Christine Macel, curatrice capo del Centre Pompidou, e Karolina Lewandowska, direttrice del Museo di Varsavia e anche l’espressione intelligente di una collaborazione internazionale che ha reso possibile una mostra di eccezione a dimostrazione che quando le eccellenze europee, si uniscono, possono generare progetti di ricerca pieni di senso e bellezza.

Si ipotizza, in questa mostra, una riscrittura della storia conoscitiva dell’astrattismo nell’evidenziare le opere e le biografie di artiste di solito celate tra i libri di storia e relegate a noticine a pie’ pagina.  

 Georgiana Houghton  assolutamente sconosciuta al mondo artistico internazionale è una delle grandi scoperte di questa mostra:  le sue opere esposte nella prima sala, ricche di filamenti colorati, che ha iniziato a dipingere dopo la morte della sorella, influenzata  dallo Spiritualismo, convinta che “guide spirituale invisibili”  la guidassero nella composizione delle sue seducenti tele che datano ai quarant’anni precedenti la nascita ufficiale dell’Astrattismo, fenomeno  fatto coincidere con il primo acquarello astratto di Kandinsky. Le opere  che hanno viaggiato anonimamente legate agli spostamenti delle persone che appartenevano alla corrente spiritualista, sono finite in Australia sino al ritrovamento ad opera delle curatrici 

L’artista italiana Carla Accardi è una delle 110 Donne dell’astrazione che a suo tempo, fra i primi artisti che hanno contribuito alla diffusione del movimento astratto in Italia.

Lee Krasner, anche lei misconosciuta, è invece la moglie di Jackson Pollock. Il marito, celeberrimo artista americano, ha oscurato a lungo la qualità del lavoro astratto di questa donna che pare, con pazienza e dedizione emula di una moderna Penelope, ricamare su tela . 

Howardena Pindell,  autoditatta, che con la sua pittura denuncia il razzismo contro gli afroamericani, e ancora oggi tesse i suoi ipnotici “tappeti d’arte” di forma circolare che rimandano alla forza centripeta delle donne. 

La mostra, sala dopo sala, testimonia il fatto che sono presenti pitture, sculture, video di performance, fotografie, vestiti, oggetti di arti decorative e tappeti.

   

 Molte delle storie che i quadri raccontano, sono di donne assolutamente dimenticate eclissate da uno stupido quanto obsoleto maschilismo, ancora oggi strisciantemente imperante.

Si comincia quindi con le pioniere come la Houghton ed un po’ futuriste (come Giannina Censi che “danzava l’astrazione” per Marinetti e di cui sono sopravvissuti scatti strepitosi) e si procede con la visita al padiglione che riguarda la Russia dove incontriamo Natalia Goncharova, un’arte capace di spaziare dalle perfomance dei Balletti Russi di Stravinskij) alla raffinatezza nello studio del colore. La Parigi degli anni 50 fra Prevert, Miller,Juliette Greco Montand offrivano spazi di libertà espressiva inimmaginabili dove le le idee si miscelavano e si scambiavano e le artiste astrattiste hanno potuto liberamente ed audacemente scatenare la propria creatività: Sorprendono le opere con le combinazioni stilistiche sorprendenti delle opere della libanese Saloua Raouda Choucair, della cubano-statunitense Carmen Herrera o della turca Fahrelnissa Zeid. 

 

Le donne dell’astrazione, dentro un contesto sociale assolutamente conservatore, non sono bene accolte in Germania: la Bauhaus pure apertissima al nuovo le relega all’unico ruolo di tessitrici. Nonostante questo realizzano tappeti che sono veri e propri quadri tridimensionali tanto belli ed efficaci  da diventare arredo personale di Walter Gropius, inventore della Buahaus con Le Corbousier, che li teneva gelosamente nel suo studio.

 

 

   

Sonia Delaunay-Terk, da sempre dentro una posizione non marcata dal genere ha cancellato il termine “artista donna” a differenza di Judy Chicago che, con le sue coloratissime performance nel deserto della California ,tengono alla loro appartenenza di genere dichiarandosi  orgogliosamente femministe.

Uno degli interrogativi che questa mostra pone e che riguarda anche il pensiero delle curatrici riguarda le cause per cui le donne sono state rese invisibili in alcuni capitoli della storia dell’arte, come appunto questo dell’Astrazione. Quasi a ripagarle, con un gesto di particolare attenzione e sensibilità le curatrici hanno dedicato loro una parete con le fotografie che le ritraggono restituendo una visibilità a lungo occultata.

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