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Effetto inflazione su mercati e risparmi

Nel corso delle ultime settimane ho più volte scritto di come l’inflazione si appresti a modificare il quadro economico finanziario globale e quindi anche italiano. Ma quale sarà l’impatto sui mercati e quali le conseguenze sui risparmi dei cittadini italiani ?

E,soprattutto, le preoccupazioni degli investitori sono fondate dopo la fiammata registrata negli Stati Uniti qualche settimana fa?  Dal punto di vista squisitamente tecnico occorrerà capire se si tratta di un fatto estemporaneo oppure di una vera e propria accelerazione del processo inflattivo che, fino a qualche settimana addietro, veniva visto come in lenta evoluzione. A mio parere la preoccupazione è fondata perché una sua galoppante ripresa  obbligherà le banche  centrali (FED, BCE, BoE, etc,) a correggere la politica monetaria prima del previsto con inevitabili ripercussioni sui mercati azionari di tutto il mondo.  Personalmente credo che il repentino rialzo dell’inflazione sia assolutamente transitorio e presto dovremmo rivedere la sua curva flettere al ribasso per riprendere il ritmo ascendente, dolce e sornione, fino a conclamarsi in modo   definitivo  nel 2022, quando la FED, a dire di molti, avrebbe già programmato un rialzo dei tassi.. Le ragioni macroeconomiche sono diverse. Provo ad accennarne qualcuna. La prima è legata non ad un aumento dei prezzi generalizzato, come avviene in tutti i processi inflattivi, ma solo ed unicamente a specifici settori toccati dal fenomeno pandemico come le tariffe aeree, le auto a noleggio, la ristorazione e l’industria del turismo in genere. Una seconda ragione è legata al fatto che le persone hanno ricominciato a consumare spendendo i risparmi che hanno accumulato durante l’ultimo anno e mezzo il che segnala, da un lato,  la grande potenza inutilizzata del risparmio privato italiano e, dall’altro, la temporaneità dell’incremento dei consumi.   C’è infine un ultimo indicatore che contribuisce a confermare la tesi sopra avanzata, ossia la sostanziale stagnazione del mercato del lavoro che ancora oggi sta facendo i conti con il Covid 19 rimanendo largamente al di sotto dei livelli ante  pandemia. 

Ora mettiamo da parte la macroeconomia e cerchiamo di guardare al problema dal punto di vista di un investitore medio che deve trovare una decente allocazione dei propri risparmi.

In passato conservare la propria “ricchezza” sul conto corrente bancario era una abitudine consolidata perché consentiva di proteggere il capitale dall’inflazione in quanto i tassi di remunerazione erano superiori a quelli della svalutazione della moneta  e quindi sufficienti a controbilanciare le perdite subite con la riduzione del potere di acquisto. Nella situazione inversa – alta inflazione e bassi tassi di interesse- mantenere il capitale in liquidità è un modo per perdere valore reale  e mortificare i propri risparmi. Un esempio pratico può essere d’aiuto per capire il meccanismo : dato un capitale di 40.000 euro, una inflazione reale al 2% e un orizzonte temporale di 10 anni, il valore reale del capitale liquido alla scadenza sarà pari 26.900 euro .  Di converso, se il risparmiatore fosse disposto a correre un rischio mimino e accettasse di investire in strumenti capaci di dare un rendimento del 3% otterrebbe non solo la sterilizzazione dell’effetto inflazione ma  anche l’1% di profitto pari ad  euro 6550. Spingendo l’esempio più in là, nel caso di un investitore che, per età, prospettiva di vita, situazione famigliare e volatilità dei mercati mobiliari ed immobiliari, fosse disposto a sopportare rischi maggiori pur sempre in un quadro di investimenti bilanciati, avrebbe , numeri alla mano, moltissime probabilità di battere l’inflazione e veder il proprio  capitale rivalutato nel corso degli anni.   

Spesso ci si convince, sotto l’influenza dei media o di qualche sedicente esperto che gravita nei dintorni della famiglia,  che l’inflazione  “non è un problema perché negli ultimi anni è stata sotto controllo”; ma questo modo di pensare è completamente sbagliato perché ci si focalizza sul passato per prendere decisioni sul futuro.

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