HomeLa RivistaAttualità e AmarcordIN TEMPO DI GUERRE, ATROCI E DISUMANE FOLLIE, TRA CUCU’ E INFLUERCER, DALLE MISS AL MES: RIPRENDIAMOCI IL NOSTRO NATALE ABBRACIANDOCI

IN TEMPO DI GUERRE, ATROCI E DISUMANE FOLLIE, TRA CUCU’ E INFLUERCER, DALLE MISS AL MES: RIPRENDIAMOCI IL NOSTRO NATALE ABBRACIANDOCI

di Marcello Martelli

….mentre se ne va un altro anno, scopro un po’ di rughe e penso:

“Gli specchi, ahimè!, non sono più quelli di una volta”…

Un altro Natale e un nuovo anno è in arrivo. Con tutti i progressi della medicina, non abbiamo ancora inventato un rimedio per fermare il tempo.

 Anche se c’è chi pensa di cambiare il mondo, togliendoci il presepe, per mettere Cucù al posto di Gesù Bambino, con i Re Magi che si chiamano influencer, cambiando nome. Saranno loro a portare doni non alle persone che non ci sono più, ma a tutti i battaglioni di follower cosiddetti, passando dal flash al cash. Il revisionismo social avanza e tocca anche a oro, incenso e mirra, mentre crolla persino il mito della dolce Nutella, che diventa vegan, per dispensare un po’ di amarezza ai fans della Tradizione.

Il vero problema di questa società che si rinnova, non è un altro panettone natalizio che se ne va, ma il bilancio di un fine anno che non riusciamo neppure a comprendere. Tutto più semplice ai tempi nostri, quando non c’era il Mes e parlavamo sempre di miss. Adesso, abusando del tecnicismo politichese, la festa di Capodanno sta diventando un rito con luminarie sempre più spente, senza la magica poesia di sempre. Anche se, come diceva un grande, “si invecchia, quando si smette di sognare”. Infatti, mentre se ne va un altro anno, scopro un po’ di rughe e penso: “Gli specchi, ahimè!, non sono più quelli di una volta”. Ma è importante non fermarsi e andare avanti, per non essere più vecchi dei nostri compleanni. Anzi, in questi brutti tempi di orrendi femminicidi a ripetizione, cerchiamo di capire le donne a noi vicine. Sempre. Anche quando chiedono l’impossibile: scordare l’età crescente della nostra “Metà”, senza dimenticare la sua festa di compleanno. Noi d’altri tempi siamo ormai azionisti di maggioranza della nostra lunga vita e, più che spegnere luminarie natalizie, dobbiamo accendere sogni per queste nuove generazioni un po’ scarrupate. Senza pensare ad altro, visto che, come ripeteva spesso mio nonno, “più invecchiamo e meno cose ci sembrano degne di essere aspettate”. Del resto, occorre molto tempo per diventare saggi, restando giovani. E’ il grande vero regalo che in questo Natale di guerre e disumane follie, senza chiedere troppo al nuovo anno, vorrei condividere con Voi tutti, abbracciandovi fraternamente.

 

 

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