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MANOLO QUEJIDO – PARCO DEL RETIRO, PALACIO VELASQUEZ – MADRID

Manolo Quejido Distancia sin medida 21 ottobre 2022 – 16 maggio 2023

 

Il Museo Reina Sofía ha organizzato una mostra presso il Palacio de Velázquez nel Parco del Retiro, che ripercorre la carriera professionale dell’artista andaluso Manolo Quejido.

Nato a Siviglia nel 1946, Manolo Quejido  si è stabilito a Madrid nel 1964, all’inizio della sua carriera pittorica. Così, la mostra allestita con le opere Deliriums, Siluetas y Secuencias (1969-1974), riduzioni in bianco e nero delle  tre modalità con cui l’artista aveva incominciato la sua produzione in ambito espressionista,pop e sperimentazione geometrica.

L’Artista è considerato parte della cosiddetta “nuova figurazione madrilena”, emersa negli anni Settanta come reazione all’informale . Dal 1993 ha iniziato una serie di dipinti che usavano come fondo i giornali (Acrílicos sobre El País), grandi superfici di giornali incollati e dipinti con colori intensi e brillanti. Inoltre, la pubblicazione del suo pensiero sulla pittura “PINTURA IN ACCION” del 2006, è rappresentato da creazioni in cui, Quejido, riflette sulla relazione combinata fra pensiero, idea-progetto e pittura.

Distancia sin medida è il racconto per tappe del lavoro cinquantennale dell’artista che sostanzialmente nel 1974 incomincia a a studiare la possibilità di un approccio diverso alla pittura e lo fa con le sue Cartulinas (Carte), studi pittorici contenuti dentro le dimensioni standard di una cornice di 100 x 70 cm. Verso la fine del decennio,i bformati si fanno più ampi e danno inizio ad una serie di grande formato e parietale come ad esempio in La familia (La famiglia, 1980) e Bañistas (Bathers, 1981).

il suo interesse si concentra poi sulla narrazione scenografica  attraverso una ricerca sull’opera di Velázquez . Passa così dai suoi Reflejos (Riflessioni) della metà degli anni ’80 ai Tabiques (Partizioni) dei primi anni ’90, indagando la bidimensionalità della pittura. Successivamenteo, i suoi studi pittorici si sono indirizzati verso “l’unicità del nastro di Möbius”, (In matematica, e più precisamente in topologia, il nastro di Möbius è un esempio di superficie non orientabile e di superficie rigata), nella rivisitazione della cubatura possibile nella superficie di un dipinto.

La mostra comprende inoltre il ciclo di opere in cui Quejido indaga, appunto, sulle relazioni fra “pensiero e sulla pittura” nella riflessione che la pittura rappresenta un pensiero o lo riproduce? La storia della pittura può essere un sistema di pensiero? 

Il suo lavoro tenta di rispondere ai quesiti attraverso l’uso del fare pittorico inteso come opera – azione, due direzioni divergenti ma adiacenti. Così l’opera “La pintura 2002)                    ” rappresenta l’immediatezza della pittura rispetto a ciò che è dipinto, e la loro fusione nell’unico termine “pittura”.

A testimoniare l’avversità contro qualsiasi tipologia di regime, politico, finanziario, economico, alimentare, l’artista si serve della pittura (1993) per denunciare quello che chiama “ un mondo compresso in uno stato di mediazione diffusa” – ” l’immagine insopportabile che produce una timocrazia, di soloniana memoria, attraverso lo Stato,( la guerra, il consumismo e i media)” e come afferma— totalmente all’opposto della sua idea di pregresso sociale. Di fronte al travolgente impero del consumo, dipinge immagini ingrandite di etichette delle quali sottolinea la banalità. In questo contesto dipinge inoltre una collezione di dipinti che riproducono foto di immagini stampate “ Sin nombre” .

Distancia sin medida è dunque la traccia indelebile che guida all’opera sfaccettata che Manolo Quejido ha costruito nel corso della sua vasta carriera e che, nell’esame retrospettivo del suo lavoro, consente non solo una maggiore consapevolezza della lucidità e del rigore delle sue indagini plastiche, ma anche del suo approccio radicalmente critico, che vorrebbe portare l’osservatore ad una ridefinizione dei paradigmi utilizzati per l’osservazione della pittura.

I suoi dipinti fanno parte delle collezioni di istituzioni come la Biblioteca Nazionale, il Governo Basco, la Fondazione “la Caixa” di Barcellona, l’IVAM di Valencia, il Museo Marugame Hirai di Kagawa (Giappone) e il MACBA di Barcellona.

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