Editoriale 61
Gli atleti speciali in festa per i Nazionali diTorino
Special Olympics all’avanguardia nell’inclusione
di Pierluigi Palmieri
“Se da un lato gli Atleti con disabilità intellettive, attraverso lo sport unificato, si sentono veramente inclusi nella società, dall’altro agli Atleti Partner senza disabilità intellettive viene data l’opportunità di compiere e di godersi un percorso sportivo che genera in loro una cultura del rispetto e dell’inclusione. Dagli allenamenti in palestra, fino alle partite, in occasione dei Giochi, le squadre unificate condividono e mostrano al mondo momenti di amicizia e di unione straordinari” Special Olympics |
Oltre 3000 Atleti, provenienti da tutta Italia stanno gareggiando in questi giorni nelle 20 discipline sportive dei Giochi Nazionali Estivi, programmti da Special Olympics dal 4 al 9 giugno 2022 a Torino. Non posso mancare di sottolineare su questa rivista l’importanza di questo evento dell’associazione benemerita fiore all’occhiello del nostro sistema sportivo, che da anni si dedica alle persone con disabilità intellettive.
Special Olympics è nata in USA per iniziativa della sorella del Presidente John Kennedy, la lungimirante Eunice. Il figlio Timothy Shriver ne ha ereditato la presidenza internazionale.
Le tragiche vicende della Famiglia Kennedy legate ad intrighi politici sono ben note a tutti ( John e Robert furono assassinati Agnes e Patrick Jr. furono vittime di incidenti aerei), ma la tragedia più significativa ha riguardato Rosemary, il cui ritardo mentale fu tenuto nascosto per anni. Infatti il padre dei Kennedy Joseph Patrick Senior, nella speranza di recuperarne il ritardo, la fece sottoporre ad una lobotomia che purtroppo la danneggiò permanentemente a livello mentale e fisico
Eunice contro ogni omertà precedente, volle dare al mondo un segnale forte ed innovativo e nell’estate successiva all’intervento. organizzò nel grande parco della famiglia Kennedy una sorta di Colonia dove ospitava decine di bambini disabili che potettero usufruire di strutture particolarmente adatte alle loro condizioni psicomotorie. Fu la svolta decisiva per la creazione dell’associazione Special Olympics che mette al centro il gioco/sport come strumento di svago e recupero psicofisico dei disabili intellettivi che ben presto vennero chiamati atleti.
Nel 1968 furono organizzati i suoi primi Giochi americani, che divennero poi mondiali ed Eunice volle definirli Olimpici. In quell’anno fu coniato anche il significativo giuramento degli atleti: “che io possa vincere, ma se non riuscissi che io possa tentare con tutte le mie forze”.
Special Olympic è arrivata in Italia qualche anno più tardi e,tra grandi difficoltà, ha avviato un percorso di inclusione dei disabili intellettivi che oggi grazie ad una rete fittissima di volontari, diffusa in tutte le regioni, è arrivata a coinvolgere migliaia di atleti. Ai vertici nazionali di Special Olympics ci sono due personaggi a me molto cari, Alessandro e Alessandra Palazzotti, rispettivamente Vice Presidente e Direttrice Tecnica, padre e figlia, che con la loro passione supportano i preziosissimi Direttori regionali. Organizzano sistematicamente eventi molto significativi su tutto lo Stivale e hanno risposto puntualmente alle chiamate del nostro Comitato scientifico sullo sport, costituito presso la LUMSA.
All’università abbiamo presentato il libro di Timothy Shriver sulla storia di Special Olympics dal titolo molto significativo “Pienamente vivi”. Hanno contribuito a dare sostanza all’idea dell’inclusione partecipando al mio Laboratorio di metodi e didattiche delle attività motorie e sportive” dove a fare lezione agli specializzandi in sostegno sono stati proprio i loro atleti “down”. Sono gli stessi atleti che gareggiano a Torino, dove, secondo gli organizzatori, con la XXXVII edizione dei Giochi Nazionali Estivi si sta celebrando il più grande evento nazionale di sempre, per numero di Atleti coinvolti e discipline sportive proposte. Ecco l’elenco che la dice tutta sui passi da gigante fatti da Special Olympics in termini di inclusione: atletica leggera, badminton, bocce, bowling, calcio a 5, canottaggio, dragon boat, equitazione, ginnastica artistica e ritmica, indoor rowing, karate, golf, nuoto, nuoto in acque aperte, pallacanestro, pallavolo unificata, rugby, tennis e tennistavolo. I
Il simpatico claim che accompagna i Giochi. #TORniamoINcampO sottolinea che quello di Torino è il più atteso evento Special Olympics di sempre dal momento che segnerà il ritorno ai Giochi Nazionali in presenza dopo il lungo periodo di distanziamento causato dalla pandemia covid-19.
E’ importante sottolineare che in molti giochi di squadra si pratica lo sport unificato che coinvolge, in formazioni miste, atleti con e senza disabilità intellettive che giocano “insieme”. Concludo replicando l’incipit di questo editoriale dove ho trascritto la considerazione che campeggia nella pagina di apertura del sito di Special Olympic e che, volentieri, faccio “doppiamente” mio: “Se da un lato gli Atleti con disabilità intellettive, attraverso lo sport unificato, si sentono veramente inclusi nella società, dall’altro agli Atleti Partner senza disabilità intellettive viene data l’opportunità di compiere e di godersi un percorso sportivo che genera in loro una cultura del rispetto e dell’inclusione. Dagli allenamenti in palestra, fino alle partite, in occasione dei Giochi, le squadre unificate condividono e mostrano al mondo momenti di amicizia e di unione straordinari”