HomeCulturaarti“SVOLTA GRAFICA. COME L’EDERA SUL MURO”. LA PROTESTA ANTICAPITALISTA URBANA AL REINA SOFIA – MADRID 17 MAGGIO 2022

“SVOLTA GRAFICA. COME L’EDERA SUL MURO”. LA PROTESTA ANTICAPITALISTA URBANA AL REINA SOFIA – MADRID 17 MAGGIO 2022

  • Julio Le Parc, La tortura en Argentina, 1972. Archivio Graciela Carnevale

L’epoca che viviamo ci ha immerso improvvisamente in un conflitto che apparentemente ci interessa solo indirettamente ma tutti percepiamo che la realtà è ben diversa e che la possibilità di un conflitto mondiale è possibile. In tutto ciò si riaffaccia prepotentemente lo strapotere dei media e della comunicazione che il tiranno di turno, essere opaco dalla grande ambizione e dalla testa vuota di qualsiasi sentimento, mette in essere per promuovere e legittimare se stesso. Tutto questo che, ciclicamente si ripete, poichè si sa – la fabbrica dei pazzi ne produce sempre di nuovi – trova nella  mostra allestita al Reina Sofia di Madrid il suo contraltare: la resistenza attraverso l’arte grafica della comunicazione.

La mostra propone un viaggio attraverso le iniziative grafiche che, dagli anni Sessanta ad oggi, hanno confrontato contesti di urgenze politicamente oppressive in America Latina, articolando strategie di trasformazione e resistenza che hanno cambiato radicalmente i modi di fare, il loro modo di stabilire legami intersoggettivi, costruire comunità e persino la stessa circolazione dei media grafici.

«Svolta grafica. Come l’edera sul muro», fa riferimento a un verso della canzone “Volver a los seventeen” della cantautrice cilena Violeta Parra, che ha ispirato la ricerca che ha condotto alla realizzazione della mostra. La grafica di protesta cresce sui muri e, come l’edera, germoglia sempre di nuovo.

Con l’obiettivo di indagare come queste procedure collettive rendessero visibili le diverse esigenze sociali, la mostra raccoglie un’ampia selezione di quei materiali e di quegli slogan che circolano rapidamente ed efficacemente al di fuori del campo dell’arte, di origini e latitudini diverse, che hanno in comune entrambi la precarietà delle componenti e dei media, nonché il loro potenziale grafico e distributivo che li attiva come trigger rivoluzionari.

  • Caspari De Geus, Copertina del dossier AIDA L’Argentine: 100 artistes disparus (Argentina: 100 artisti scomparsi), 2020. Donazione di Diego Más Trelles in memoria degli scomparsi, assassinati, prigionieri e sopravvissuti della dittatura argentina 1976-1983

In questo senso, i movimenti per i diritti indigeni, le lotte per la memoria delle vittime delle dittature in Cile, Argentina, Perù o Uruguay, l’attivismo queer o femminista, si incrociano e si elevano come produttori di manifesti e striscioni, t-shirt, interventi in spazio urbano, performance o azioni di strada, che compongono un complesso insieme di esperienze attraversate da legami di solidarietà, affinità e influenza tra i vari paesi trattati. La mostra intende mostrare come la produzione grafica alternativa a quella della dittatura possa trasformarsi, per la comunità che la produce in rivolta e sfida al potere. L’attenzione è rivolta ai legami tra arte e politica , promossa dai vari gruppi allora operanti : AIDA, Alvorada, Cromoactivismo, Fugitives of the Desert, Iconoclasists, La Voz de la Mujer, tra gli altri e artisticonosciuti come Julio Le Parc o Luis Felipe Noé, oppure anonimi ma tutti portatori della grande volontà popolare di rivolta contro le dittature.

I casi studio analizzati in questa occasione, dentro e fuori il continente americano, mostrano l’ampia varietà di strumenti grafici di azione che collegano modalità di rivendicazione e dissidenza a livello internazionale. In corso o recenti, questi processi guardano ad altri movimenti dei decenni precedenti dai quali si nutrono, come se fossero episodi interconnessi. Questo dialogo mira a trovare non solo coincidenze o affinità tra cicli storici, ma anche tensioni, latenze e trasformazioni nelle pratiche grafiche.

Di fronte ai materiali grafici dell’avanguardia associati all’idea di socializzazione dell’arte, il presente spiega la ridefinizione dell’arte grafica dalla pratica politica, attraverso strategie di agenzia che includono il suo inserimento in circuiti ideologici, la generazione di contro- narrazioni egemoniche e movimenti decoloniali, la trasformazione dello spazio pubblico, l’uso di diverse temporalità —l’immediatezza della protesta di strada e il tempo lungo per realizzare un tessuto o un ricamo— così come la sua capacità di generare comunità di resistenza collettiva che attraversano geopolitica, sociale e istituzionale.

“Come sul muro l’edera” è il risultato di un lungo processo di ricerca collettiva portato avanti dal Red de Conceptualismos del Sur in collaborazione con il Museo Reina Sofia

In precedenza, questa linea di ricerca collaborativa ha mostrato i suoi risultati nella mostra Losing the human form. Un’immagine sismica degli anni Ottanta in America Latina, tenutasi dal 26 ottobre 2012 all’11 marzo 2013, nonché nel ciclo di workshop che hanno fatto parte del programma Graphic Outbreaks 2020, al Museo Reina Sofía.

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