HomeCulturaartiAI CONFINI DELL’IMPERO, NUOVE PERIFERIE DELL’ARTE CONTEMPORANEA – SASSARI, FONDAZIONE DI SARDEGNA 13 MAGGIO 2022

AI CONFINI DELL’IMPERO, NUOVE PERIFERIE DELL’ARTE CONTEMPORANEA – SASSARI, FONDAZIONE DI SARDEGNA 13 MAGGIO 2022

La mostra è presentata in catalogo dallo storico e critico dell’arte Beatrice Dotzo e documenta la contemporaneità del lavoro di cinque artisti: Paola Dessy,Giovanna Secchi, Angelino Fiori, Marco Ippolito, Roberto Puzzu.

Fondamentale, nel testo critico di introduzione del catalogo della mostra, la collocazione storica dell’operare dei cinque artisti, tutti legati dal fil rouge che fa capo allo storico Istituto Statale d’Arte di Sassari, già Istituto d’Arte per la Sardegna del quale sono stati, in diverse epoche della loro esistenza allievi, docenti, protagonisti e continuatori di quel cambiamento artistico voluto, negli anni sessanta, da Mauro Manca.

Il lavoro di ognuno di loro si è concretizzato negli anni, sistematicamente dentro quella realtà affermata in una delle tante voci che, definite dall’Estetica, afferma che l’Arte , a differenza delle altre specificità del sapere, non ha evoluzione progressiva ma,  per fare “meglio”, in arte bisogna fare “altrimenti” .

Difatti Beatrice Dotzo definisce l’opera dei vari artisti come ” un prodotto unico delle loro diverse intelligenze artistiche” e ne evita il confronto banale e generalizzato con il pozzo senza fondo e diversamente declinato del panorama artistico contemporaneo: … Ma in quali termini si può parlare di contemporaneità riguardo al loro attuale percorso? Lo scopo non è quello di fissare dei termini di paragone con altri contesti dell’arte contemporanea, nei quali si determinano tendenze che spesso, appena riteniamo durature, ci accorgiamo essere già superate, né tantomeno proporre una verifica di tipo valutativo, per evidenziare personalità dominanti escludendone altre. L’ intenzione è quella di fornire una chiave di lettura di quello sviluppo ascendente che ha consentito agli artisti di Sassari di raccontarsi nella contestualità contemporanea, catalizzando le proprie scelte sulla dimensione essenzialmente attuale. 

Fare “altrimenti” ha quindi significato, per gli artisti, non legarsi ad alcuna delle mode del “momento” ma comprendere a fondo i segni della propria interiorità poetica e manifestarli attraverso il linguaggio della figurazione colta, quella che guarda criticamente ma con attenzione ai contesti della attuale realtà storica, nella restituzione di risultati personali sempre attenti ai rapporti formali che si sviluppano dentro un campo visivo di qualsiasi natura o dimensione, delle sue dirette relazione e implicazione con le forme bi-tridimensionali contenute. La mostra raggiunge inoltre, nel suo insieme, quel risultato tanto inseguito nella nostra epoca che è quello della provocazione di “stupore”: così ” stupisce” il forte impatto e l’armonia che, nella mostra, si respira;” stupisce” la qualità del racconto della poetica di ognuno di essi che avviene con l’assoluta diversità espressiva e dei materiali, con fughe in avanti e/o regressioni sempre cercate, mai casuali e assolutamente sotto totale controllo.

La mostra che ha come titolo”AI CONFINI DELL’IMPERO. NUOVE PERIFERIE DELLA CONTEMPORANEITA’ “ intende portare a conoscenza dell’opinione pubblica una delle pregiate realtà artistiche che nascono appunto ” nelle periferie dell’impero”. L’esposizione che si tiene a Sassari, dopo quella di Pisa al Museo della Grafica di palazzo Lanfranchi, è difatti lo specchio consapevole di una ricerca che varcherà i confini dell’isola per proporsi all’attenzione di un pubblico più ampio  con aggiunte o sottrazioni in diversi importanti centri espositivi di Città differenti.

Gli artisti esposti hanno alle spalle una esperienza cinquantennale; aperti a tutte le modalità espressive e sperimentali e delle nuove tecnologie applicate al fare artistico dove il percorso dei diversi linguaggi ha perso, per qualcuno di loro, l’uso dei materiali consueti, della pittura e scultura, per privilegiare  pittura e scultura digitale  con miscelazioni fra entrambe. Altri hanno indagato la contemporaneità del moderno dentro un linguaggio autonomo dove, di volta in volta, ha modalità personalissime nell’interpretare spazio, segno, colore, materia.  Beatrice Dotzo, nel suo testo critico, definisce questo fare:

Paola Dessy,…Ha sempre unito alla sperimentazione grafica e pittorica una notevole sensibilità tattile nella rielaborazione creativa di materiali differenti, strutturati con abilità di sintesi, come avviene in tante sue opere sempre ispirate alla natura e all’ambiente. Mentre attribuisce alla materia un significato simbolico, ne esplora le potenzialità in un libero rapporto tra pensiero e azione…L’elemento organico, estrapolato dal suo naturale contesto, diventa pura espressione poetica in uno spazio emozionale ideale…

Giovanna SecchiIl continuo confronto intellettuale in una contemporaneità che evidenzi il cambiamento, basato su competenze progettuali aperte all’utilizzo di medium di varia natura, come già auspicato da Mauro Manca, diventa terreno fertile per una nuova espressione: i metalli, la carta, le tempere, gli intagli si dispongono in un progetto mirato alla fusione razionale di più materiali…Contestualmente, prevale il gusto per la scoperta della materia, prevaricandone qualsiasi aspetto decorativo con piena autonomia espressiva: gli intagli che suggeriscono raffinati giochi di trasparenze e piani nascosti, come in un raffinato ricamo che prevale su soffusi toni cromatici

Angelino Fiori. Nella sua produzione  artistica possiamo riscontrare oggi un’apparente contraddizione: se da un lato emerge la sua costante ricerca di una nuova materialità del colore e del segno, d’altro canto è la stessa evidenza materica che si piega a un valore semantico per supportarne il significato simbolico…Concorrono a tale determinazione le stratificazioni di superfici colorate, spesso realizzate con fili e stoffe che si sovrappongono a strati di colore mediante l’acrilico o la serigrafia, in modo da giungere a una consistenza cartilaginea…Ancora una volta, l’interazione tra segno e colore diventa essenziale nella sua ricerca: la tecnica serigrafica determina l’equilibrio tra segno grafico e stesura cromatica, con le sue avvincenti qualità visive.

Marco Ippolito continua ad avvertire l’esigenza del cambiamento per definire il proprio campo semantico nella bidimensionalità, che trova ispirazione nell’analisi tecnico-espressiva della xilografia di illustrazione ,di scuola inglese, in cui l’abile gioco compositivo si basa su forme che geometricamente si incrociano. Poiché la scienza utilizza il linguaggio matematico per arrivare a un risultato, anche l’arte può utilizzare il medesimo linguaggio per una sintesi oggettiva, alla quale attribuire una valenza estetica dominante. Anche le scelte operative, come i processi di scomposizione, ricomposizione e incastro, l’uso di matrici xilografiche per comporre piani incrociati, del colore e del non colore, definiscono la sua poetica, esplicita o velata, ma sempre rigorosamente coerente. 

Roberto Puzzu… Chi volesse indagare la complessa creatività contemporanea, sulla base delle coordinate storiche attuali, potrebbe cogliere nella sua opera nuovi campi semantici  oltre a un’ardita proiezione verso il futuro….Alcuni aspetti della complessa fenomenologia della contemporaneità trovano riscontro nel suo concetto di arte in quanto determinazione ontologica progettuale: l’idea prende corpo nel fare artistico mediante il rapporto tra un progetto mentale e la materia. Il processo creativo, con nuove forme materiali, può andare oltre la sua stessa struttura che esprime differenti aperture ideologiche e culturali. 

   

Incontro alle esigenze degli artisti in mostra, sempre nel piacere di valorizzare le forze culturali del territorio, è intervenuto a supporto l’ultimo filantropo: la Fondazione di Sardegna che, da vero mecenate, ha voluto promuovere la manifestazione.  A questo proposito non possiamo non soffermarci sulla notevole quantità e qualità della produzione culturale di cui, la Fondazione, attraverso la lungimiranza della propria dirigenza, politica e tecnica, favorisce la veicolazione del patrimonio culturale proprio e della Sardegna.  Basterebbe soltanto uno sguardo al loro sito istituzionale per comprendere quali e di quante iniziative e attività la Fondazione sia stata ispiratrice, capofila, e finanziatrice dentro le attività istituzionali che le sono proprie: la Fondazione persegue finalità di interesse pubblico e di utilità sociale. In particolare, promuove lo sviluppo socio-economico della Regione Sardegna, anche assumendo partecipazioni in imprese bancarie e finanziarie operanti sul territorio. Di norma agisce entro i confini regionali ma, eccezionalmente, può estendere, la sua operatività fuori di essi e anche all’estero. Persegue i suoi scopi, nell’ambito di prestabiliti settori d’intervento, mediante l’assegnazione di contributi o finanziamenti a progetti e iniziative altrui, oppure mediante la promozione di progetti propri e proprie iniziative, anche in collaborazione con altri soggetti. Non ultimo un particolare geniale progetto denominato “Ars/arte condivisa in Sardegna” che vede la Fondazione valorizzare ulteriormente il proprio patrimonio artistico attraverso un sistema di prestiti ed allo stesso modo invitare, alla valorizzazione del proprio patrimonio, i privati disposti a mettere in mostra e/o prestare le proprie collezioni.  

 

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