Mariangela Gualtieri, nata a Cesena nel 1951, si erge come una figura poliedrica nel panorama artistico italiano. Laureata in architettura all’Università di Venezia, ha abbracciato la sua vocazione di poetessa, scrittrice e drammaturga con una passione contagiosa che ha plasmato il suo percorso creativo.
Fondatrice nel 1983 del Tealtro Valdoca insieme a Cesare Ronconi, Gualtieri ha dato vita a un teatro collettivo che va oltre la mera rappresentazione scenica. La sua presenza sin dall’inizio ha trasmesso la sua visione artistica e la sua dedizione all’arte, non solo attraverso le pièce teatrali che ha contribuito a creare, ma anche grazie alla sua voce, che dona vita alla poesia in modo straordinario.
La sua produzione letteraria, pubblicata con prestigiose case editrici come Einaudi, comprende opere significative come “Fuoco centrale e altre poesie per il teatro” (2003), “Senza polvere senza peso” (2006), “Bestia di gioia” (2010), “Le giovani parole” (2015) e “Quando non morivo” (2019). Ogni opera è un tassello che contribuisce a costruire il ricco mosaico della sua espressione artistica.
Riconosciuta come “una delle voci poetiche più apprezzate della scena contemporanea”, Gualtieri non si limita alla creazione artistica, ma condivide la sua esperienza attraverso laboratori di scrittura e lettura poetica. Questo impegno dimostra il suo desiderio di trasmettere e condividere la bellezza della parola e della creatività con gli altri.
La sua poesia “Ringraziare desidero” ha ricevuto un palcoscenico di prestigio durante il Festival di San Remo del 2022, quando è stata recitata da Jovanotti sottolineando il suo impatto anche al di fuori dei confini della pagina.
Mariangela Gualtieri si presenta come un’artista completa, una donna il cui contributo alla cultura e all’arte italiana è incisivo e duraturo. La sua capacità di fondere la parola poetica con l’espressione teatrale contribuisce a rendere il suo lavoro unico e prezioso nel panorama culturale contemporaneo. (R.P.)
Bello mondo o Ringraziare desidero.
In quest’ora della sera da questo punto del mondo Ringraziare desidero il divino per la diversità delle creature che compongono questo singolare universo, per la ragione, che non cesserà di sognare un qualche disegno del labirinto e l’uccello leggero che vola oltre, più in alto, più su.
Ringraziare desidero per l’amore, che ci fa vedere gli altri come li vede la divinità, per il pane e il sale, per il mistero della rosa che prodiga colore e non lo vede.
Ringraziare desidero per l’arte dell’amicizia, per l’ultima giornata di Socrate, per le parole che in un crepuscolo furono dette da una croce all’altra, per i fiumi segreti e immemorabili che convergono in noi, per il mare, che è un deserto risplendente e una cifra di cose che non sappiamo per il prisma di cristallo e il peso di ottone, per le strisce della tigre, per l’odore medicinale degli eucaliptus, e la speranza, la fiducia, la lavanda.
Ringraziare desidero per il linguaggio, che può simulare la sapienza, per l’oblio, che annulla o modifica il passato, per la consuetudine, che ci ripete e ci conferma come uno specchio, per il mattino, che ci procura l’illusione di un inizio, per la notte, le sue tenebre e la sua astronomia, per il coraggio e la felicità degli altri, per la patria, sentita nei gelsomini per lo splendore del fuoco che nessun umano può guardare senza uno stupore antico e per il mare che è il più dolce fra tutti gli dei.
Ringraziare desidero perché sono tornate le lucciole, le nuvole disegnano, le albe spargono brillanti nei prati, e per noi per quando siamo ardenti e leggeri per quando siamo allegri e grati.
Io ringraziare desidero per la bellezza delle parole, natura astratta di dio per la lettura e la scrittura, che ci fanno sfiorare noi stessi e gli altri per la quiete della casa, per i bambini che sono nostre divinità domestiche per l’anima, perché consola il mio girovagare errante, per il respiro che è un bene immenso, per il fatto di avere una sorella.
Io ringraziare desidero per tutti quelli che sono piccoli liberi e limpidi per le facce del mondo che sono varie per quando la notte si dorme abbracciati per quando siamo attenti e innamorati, fragili e confusi, cercatori indecisi.
Ringrazio dunque per i nostri maestri immensi per tutti i baci d’amore, e per l’amore che ci rende impavidi. Per i nostri morti che fanno della morte un luogo abitato, e per i nostri vivi, che rendono la vita uno specchio fatato. Per i figli, col futuro negli occhi, perché su questa terra esiste la musica, per la mano destra e la mano sinistra, e il loro intimo accordo per i gatti per i cani esseri fraterni carichi di mistero, per il silenzio che è la lezione più grande per il sole, nostro antenato.
Ringraziare desidero per Borges per Whitman e Francesco d’Assisi per Hopkins, per Herbert che scrissero già questa poesia, per il fatto che questa poesia è inesauribile e si confonde con la somma delle creature e non arriverà mai all’ultimo verso e cambia secondo gli uomini.
Ringraziare desidero per i minuti che precedono il sonno, per il sonno e la morte, quei due tesori occulti, per gli intimi doni che non elenco, per la gran potenza d’antico amor per amor che muove il sole e l’altre stelle e muove tutto, in noi….