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Chinesiologia Termale (ultima parte)

Benessere / 131

 Chinesiologia Termale (Ultima parte)

di Giuseppe Mazzocco

   “Il massaggio è il complesso di movimenti, praticati manualmente o strumentalmente, su tessuti od organi, eseguiti per provocare un’azione diretta (che si esplica localmente sulla parte trattata) o una indiretta, che può manifestarsi (oltre che sulla regione trattata) su organi e tessuti localizzati in altri distretti dell’organismo (per esempio, l’azione diuretica e il trattamento della stipsi, favoriti con il massaggio addominale)”. Con questa definizione, l’Autrice inizia il capitolo della massoterapia, riportando le indicazioni e le controindicazioni dei trattamenti manipolativi.

   Il lavoro trova, in questa parte, il vero “nucleo tematico”, entrando nel merito della chinesiologia termale, attraverso la congrua “presentazione” dei mezzi specifici (acqua, fango, vapore e movimento) e con una corposa e puntuale descrizione, di tipo professionale, delle tecniche manipolative.

   Vengono analizzate le azioni che più frequentemente si realizzano nei “percorsi di massaggio termale”: lo sfioramento, la frizione, l’impastamento, la percussione e la vibrazione. Per ognuna delle manovre viene fatta una scheda di chiarificazione tecnica ed applicativa, senza “sprecare una parola” (indicazioni schematiche), ma riportando una precisa testimonianza iconografica (chiarissimi primi piani fotografici delle principali azioni analizzate).

   L’Autrice presenta (a parole ed a figure):

   lo sfioramento. Manovra chiamata d’introduzione (per realizzare il primo contatto fra tecnico e soggetto in trattamento; è a due mani e con un “tocco accattivante”). È decongestionante (ad una o due mani, con il pollice tenuto esteso, i gomiti flessi ed il corpo che accompagna il movimento. La pressione può essere varia e la direzione del massaggio rigorosamente in senso venoso e di svuotamento linfatico. Viene usato sulle stasi). È calmante (fatto con le due mani tenute aperte e con direzione di lavoro dal centro verso la periferia; può essere a pressione intermittente, breve, ma intensa, e con le “azioni prementi” realizzate con le teste palmari metacarpali; viene usato per lo svuotamento” dei liquidi in stasi, per il trattamento delle parti corpose particolarmente pelose o realizzato alla fine di ogni altra tecnica manipolativa “irritante”: la percussione o la vibrazione).

   Ogni sfioramento inizia con il contatto di entrambe le mani, tenute parallele fra loro, con lo scopo specifico di “allertare”, sensitivamente, le parti da trattare o di “decongestionarle” dagli eccessi di contatto.

   La frizione. Eseguita con spinta a direzione longitudinale (per la schiena e per le estremità), a zig-zag (con ritmo e frequenza celeri) o circolatoria piatta (con il palmo della mano, a dita estese o con i polpastrelli delle dita). È usata per stimolare le terminazioni nervose sensitive; serve per provocare un’iperemia reattiva ed un aumento del circolo nelle distonie neurovegetative e nei disturbi vasomotori). Può prevedere lo spostamento della cute, realizzata per il trattamento delle aderenze interfasciali, sia nella manualità chiamata a fisarmonica, per il dorso, o a rotolino, per la schiena e per l’addome. È prevista una frizione con l’uso delle prime nocche interfalangee, del secondo e terzo dito, per trattare, con forte pressione, i muscoli spinali.

   L’impastamento. Tecnica catalogata fra le “pesanti”; può prevedere il sollevamento della cute (a mani parallele e con pressione inversa o a mani parallele e con pressione unidirezionali o gualcamento) o può essere piatto (fatto sia con la mano estesa e con le dita leggermente flesse e sia con i polpastrelli delle prime tre dita) o piatto circolatorio (con la direzione della manovra di tipo circolare: orario ed antiorario).

   La percussione. Manualità del tipo “forte”, che ha bisogno di buona esperienza. Viene realizzata con il palmo o altra parte idonea della mano; può essere (se ben dosata) molto leggera ed avere azione superficiale. Realizzata sia con le dita leggermente flesse o chiuse o a coppetta e sia col pugno chiuso o con il taglio della mano (regione ulnare) fatto cadere orizzontalmente al decorso muscolare.

   La vibrazione. Tecnica del tipo “leggero”, che si può esprimere con contatti intermittenti e indirizzati su piccole zone o di tipo continuo per le parti molli o con manovre impastatorie sui grossi ventri muscolari, di un intero arto, o con stiramenti vibratori.

   Il lavoro riporta, dopo una equilibrata bibliografia, un puntuale atlante iconografico, completo dei riferimenti illustrativi dell’eco-sistema dei mezzi termali, della fangoterapia, dei bagni termali, delle grotte e dell’aerosol, del massaggio nelle varie espressioni, dei riferimenti anatomo-funzionali del ginocchio e delle fasi dell’intervento operatorio (con i dettagli dei momenti dei prelievi tendinei e del posizionamento del trapianto), dei protocolli post operatori, dei primi momenti di riarticolazione e di rifunzionalizzazione posturale e chiude con una dettagliatissima sequenza della chinesiologia in piscina termale.

   Un lavoro molto chiaro e che si legge bene, soprattutto nel percorso iconografico.

 

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