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Datemi una racchetta e vi RIsolleverò il mondo!

Editoriale 132

Datemi una racchetta e vi solleverò il mondo!

            di Pierluigi Palmieri

 

“Da mihi ubi consistam et terram movebo”

Archimede Pitagorico (III sec. a.C.)

 

La settimana appena trascorsa mi ha restituito il gusto di parlare e scrivere di Sport, grazie alla simbiosi  tra vecchie e nuove generazioni che solo questa attività  riesce a creare quando viene emendata dagli inquinamenti enfatici  e dalle ipocrisie parassitarie degli  pseudo intellettuali. A Sabaudia non più tardi di venerdì scorso, all’Istituto “Montalcini” ho partecipato alla cerimonia di premiazione degli studenti del il Liceo sportivo che hanno partecipato al Concorso sul tema  dei valori dello sport, indetto dall’Area Lazio del Panathlon  e  intitolato a “Bruno Zauli”, figura carismativa di dirigente sportivo, attivo alla fine degli anni cinquanta prima nella Fidal e poi nella Figc, fino ad assurgere al rango di Segretario Generale del CONI. Zauli fu l’ideatore dei Campionati Europei di Atletica leggera e fondatore del Centro di preparazione Olimpica di Formia. Il destino volle che un infarto stroncasse la sua brillante carriera dirigenziale  proprio mentre inaugurava il Campo Scuola di Grosseto. Un destino altrettanto crudele ha voluto accomunare Zauli all’altro dirigente sportivo che Massimo Zichi, past Governatore del Panathlon Lazio ed il suo successore Cesare Sagrestani hanno voluto onorare assegnando agli studenti del Liceo della brillante  Dirigente Miriana Zannella,  la targa intitolata ad Antonio Emilio Gambacorta.  Questi Ricopriva cariche importanti, oltre che nel Panathlon Inernational, di cui è stato Governatore in Campania, anche  nella Figc come Giudice Sportivo e in Special Olympics, come regionale della Campania quando fu  Colpito dalla implacabile SLA, mentre, da uomo di legge,  era impegnato nel dare al Distretto Italia lo Statuto che lo avrebbe portato al riconoscimento di Associazione benemerita del CONI.  Gambacorta sosteneva una progettualità innovativa che guardasse al coinvolgimento delle nuove generazioni, sposando a pieno l’idea che la Scuola attraverso la lettura attenta delle vicende sportive e dei suoi protagonisti, dei loro successi e delle loro cadute, potesse fornire spunti importanti per allargare il campo degli interessi degli studenti e di riflesso delle famiglie per creare un rapporto leale e costruttivo con i docenti di tutte le discipline.

 Con questo spirito sposò con entusiasmo il progetto dal titolo “La scuola incontra lo Sport, Il Panathlon va a scuola”,

Le targhe che gli studenti, hanno ricevuto dalle mani dei Governatori panathleti, della dirigente Scolastica  e della Signora Angela Gambacora,  mentre i loro occhi si riempivano di orgoglio, si sono trasformate nel testimone di una staffetta ideale che vuole dare continuità e nuova linfa allo spirito sportivo dei due dirigenti scomparsi. Uno dei ragazzi mentre stringeva tra le mani il premio ha riferito che l’idea su cui ha centrato il suo elaborato è quella della forza motivazionale a rialzarsi da terra dopo la caduta cosa che avviene materialmente nelle arti marziali e sull’esempio dei grandi campionis si trasferisce concretamente nello stile di vita di chi lo sport lo pratica secondo i canoni della correttezza. Ganbacorta era anche  un bravo e appassionato tennista e mentre a Sabaudia avveniva tutto questo  a Malaga si svolgevano i quarti di finali della Coppa del mondo di Tennis, la storica “Coppa Davis”, che ha visto l’Italia prevalere sull’Olanda e il giorno si sarebbe conclusa con l’accesso dell’Italia alla finalissima con l’Australia, grazie alla vittoria  di Sinner e Sonego sui serbi  e Kecmanovic. Dalle racchette dei quattro contendenti sono partiti i più svariati colpi, da battute imprendibili a errori che non ti aspetti dal numero uno della ATP e da campioni come gli altri tre. Ma le racchette di Sonego e  di Sinner, “testimoni” ricevuti dalle mani di Pietrangeli e Sirola, Panatta e Bertolucci &Co,  all’unisono, hanno risollevato l’Italia che era caduta nel primo singolare con la sconfitta di Musetti, come era già successo con gli olandesi ma anche con il Canada nelle qualificazioni.

 Poi dopo l’annullamento di tre match point da parte di Sinner nel secondo singolare con Djokovic  partendo da “0 – 40”, hanno permesso all’Italia di andare a competere oggi con gli australiani per la conquista della mitica “insalatiera” ideata nel 1900 da Dwight F. Davis. Come dire che la racchetta italiana ha svolto la classica funzione pitagorica di “leva” e che Jannik Sinner   e Lorenzo Monego hanno trovato il giusto punto di appoggio per provare a risollevare… la Coppa del Mondo. Mentre scrivo non so ancora come andrà a finire con gli australiani. Una cosa è certa però che il vincitore potrà legittimamente affermare “Datemi una racchetta e solleverò la Coppa del Mondo”. Metafora nella metafora: …poggiamo la leva educativa sullo sport (quello puro) e il mondo si si solleverà…

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