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PREMIO NAZIONALE DI GIORNALISMO “Angelo Maria Palmieri”: Per Angelo, in memoriam di Riccardo D’Anna

 Attualità / 109

PREMIO NAZIONALE DI GIORNALISMO “Angelo Maria Palmieri”:

Per Angelo, in memoriam  di Riccardo D’Anna

Per tanti motivi, che chi mi conosce può immaginare, ogni anno, da undici, in occasione del Premio Nazionale di Giornalismo dedicato ad Angelo Maria, esco soddisfatto e orgoglioso dalla Sala “Picchi” del Parco Torlonia di Avezzano. Questa volta nell’edizione 2023 a coinvolgermi emotivamente è stata la testimonianza di Riccardo D’Anna, un amico e collega di lavoro in ambito parlamentare di mio nipote, che non avevo avuto occasione  di conoscere prima di giovedì scorso. Mi ha colpito il modo partecipato e pregnante   con cui ha “pittato”  il nostro Angioletto. Allora, mentre su Centralmente Quotidiano  pubblichiamo il resoconto del Convegno,  vi lascio alla coinvolgente lettura del testo. 

(Pierluigi Palmieri)

 

«Tu ricordami quando sarò andata

lontano, nella terra del silenzio,

né più per mano mi potrai tenere,

né io potrò il saluto ricambiare. 

Ricordami anche quando non potrai

giorno per giorno dirmi dei tuoi sogni […]»

Così scriveva Christina Rossetti, sorella del pittore Dante Gabriele, in Remember, la più conosciuta e celebrata tra le sue poesie.

Noi siamo qui anche per ricordare, oggi. Per questo sono stato invitato, e sono onorato di esser qui e particolarmente grato a Giuliana ed Eliseo di aver pensato a me. Quando mi sono messo a buttar giù queste righe, sono istintivamente stato attratto da quei «pensieri boa», con cui proviamo a orientarci, da quelle bussole, per quanto imperfette, capaci però di indicarci una direzione… «La memoria contiene solo particolari, non il quadro completo: momenti culminanti, se si vuole, non lo spettacolo intero. La convinzione che in qualche modo noi ricordiamo la totalità come sotto una coltre, la convinzione stessa che consente alla specie di continuare a vivere è infondata» (I. Brodskij). Perché infine arriva sempre il momento in cui, scuri o prodigiosi, i giorni dell’uomo si riducono a un’immagine senza nome e senza volto…Quando mi muovo in scooter per Roma mi sembra di viaggiare nel tempo, ormai, oltre che nello spazio… Ed ecco, allora, diapositive, immagini, bagliori, fotogrammi che hanno i colori e la nascosta dolcezza del tempo che non torna. Si è giovani quando senti il cuore in petto battere di rabbia e di speranza… L’identità si costruisce a prezzo di una esclusione, di una rinuncia, della esatta percezione del vuoto da cui siamo abitati. Rimettere ordine, collocare il mondo, disporre i ricordi come dentro la sala di un museo, lasciarsi cullare dalla risacca. «L’arte di perdere» che, come tutti sapete, è fra le cose non difficili da imparare. Perdere, perdersi, smarrirsi. Non esiste davvero un modo per fare i conti con tutto ciò che perdiamo…

Breve è la vita di tutto quel che arde… Noi non conosciamo che l’attimo. Siamo esseri imperfetti, consapevoli della nostra finitezza anche quando la respingiamo. E, nella nostra fragilità terrena, non c’è immagine, sentimento, amore o amicizia, che non ci appaia insidiato dalla solitudine, dall’abbandono, dalla morte. Pure non ci stancheremo di provare a vincere, a scalfire, foss’anche solo con la fiammella d’un lume di candela, il buio di cattedrale nel quale viviamo immersi: «There is a crack in everything that’s how the light gets in» (c’è una crepa in ogni cosa, da lì entra la luce»), cantava Leonard Cohen.

Angelo ci ha lasciato, a trent’anni, l’8 gennaio del 2011, e in sua memoria è stato istituito, per volere della famiglia, questo premio nazionale giornalistico, giunto ormai alla XI edizione. Una carriera – quella del giornalista – che aveva intrapreso, fin da giovanissimo, con esiti più che promettenti, su fogli e quotidiani locali prima di approdare alla stampa “maggiore”.Sarebbe facile ricordare, nel suo caso, un’intelligenza brillante e affilata, la vitalità, la simpatia, la generosità. La capacità tutta «acquariana» (era nato il 12 febbraio, come Alberto Tallone, il più visionario fra gli editori italiani del secolo scorso, e Steve Hackett, leggendario chitarrista dei Genesis) che aveva di cogliere il «generale» nel «particolare», di saper coniugare le inezie vicine con le eternità lontane, di spostare continuamente – nel ragionamento, nel discorso – il riferimento, l’obiettivo, il punto di vista: come chi sia interessato, in fondo, non tanto a innalzare un edificio, quanto a vedere dinanzi a sé le fondamenta degli edifici possibili.Angelo possedeva l’energia di chi – forse oscuramente conscio del destino che lo attende – sa bene che muor giovane colui che al cielo è caro… Ma aveva, soprattutto, un sorriso con dentro la meraviglia del mondo. Ars longa, vita brevis… direbbero gli antichi, prigionieri di una saggezza distillata in retorica. Nel poco tempo che gli è stato offerto Angelo ha dispensato gioia a chiunque abbia incontrato. Per strada, in ufficio, a mensa, in corridoio. Parlare con lui era come prendere una nave…Se n’è andato, in punta di piedi, in un momento particolare dell’anno, fra epifania e carnevale, fine e principio d’anno, spento appena l’eco dei fuochi d’artificio della sera: una terra di nessuno attraversata solo di piccole proiezioni, iperboli, fuochi fatui, speranze, attese vuote e deluse. Cosicché, ogni volta che pensiamo ad Angelo, noi ripensiamo, con nostalgia e dolcezza, a quel giardino che cerchiamo sempre – e inutilmente – dopo i luoghi perfetti dell’infanzia…A volte mi pare ancora di udirne la voce mentre si esibisce in una delle sue estemporanee, straordinarie imitazioni. Mi pare di riudire la sua risata aperta, contagiosa.

Non posso ripensare a lui senza andare con la mente ad Out of Africa, alle parole pronunciate da Meryl Streep per Robert Redford: «Ragazzo scaltro, sei fuggito per tempo dai campi dove la gloria non si ferma […]».Voglio ricordarlo ancora tra noi: come si ricorda una passeggiata in riva al mare, coi colori dell’Abruzzo, di prima primavera o quando autunna, ch’erano suoi e gli sono appartenuti… Come l’amico che, a fine giornata, quando torni a casa stanco di vedere il mondo che non cambia, lo trovi sotto il portone che ti aspetta per aiutarti a portar su la valigia. Questo è, questo è stato Angelo. Sono molte le cose che ha voluto condividere con noi: ci ha portato tanta gioia, e noi lo abbiamo tanto amato.

(riccardo d’anna -Avezzano, 25 maggio 2023)

 

 

 

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