ANGELO MARIA PALMIERI EDITORIALISTA D’ECCEZZIONE
MENTRE AL SUO PREMIOPRIMEGGIANO I GIORNALISTI DI DI ESPRESSO E RAI2
Pierluigi Palmieri
“Il talento non si dimentica”. Voglio ribadire l’affermazione con cui nella nostra Rivista della Domenica abbiamo presentato il convegno organizzato per proclamare i vincitori del premio giornalistico intitolato ad Angelo Maria Palmieri. Ribadiamo che il concorso “si fonda sui valori che lo hanno guidato nel corso della sua carriera giornalistica, fra tutti il desiderio di contribuire al cambiamento della nostra società e all’affermazione di valori morali, etici e civili”.
Con la decima edizione, dei cui risultati diamo conto in fondo a questo articolo, un altro anello si è aggiunto saldamente alla catena di autorevoli testimonianze del particolare talento con il quale Angelo Maria si impegnava per sostenere questi valori. L’avvocato Giorgio Sucapane, suo padrino di Cresima, con un nitido feedback, impregnato di autocritica, ha confermato la caparbietà con cui Angelo perseguiva il suo sogno giornalisto: interruppe praticantato da avvocato affermando il primato del giornalismo rispetto alla professione forense, e sostenendo convintamente che “il giornalista va alla ricerca della verità vera, l’avvocato deve sostenere quella di parte”. E che Angelo di talento per la ricerca della verità ne avesse da vendere lo ha testimoniato Giuseppe Sansotta, che all’epoca in cui dirigeva il quotidiano IL TEMPO ebbe modo di constatare nel corso di un convegno sulle politiche giovanili che Angelo coordinava, la caparbietà con cui pretendeva dagli interlocutori chiarezza fino in fondo. Ca va sens dire che chi scrive non può che andare orgoglioso di questi appezzamenti, al pari di Eliseo e Giuliana, di Roberto e Alessandro, di Edoardo e di Elisa (tutti con me nella foto di famiglia) e anche della cugina Giovanna “Nina”, con la quale aveva tantissime affinità “giornalistiche” ( mi piace immaginare,che con lei, avrebbe costituito costituire una bella accoppiata a Le Iene). In questa sede ho deciso che l’editoriale lo “scriva” proprio Angelo Maria Palmieri che così con il suo articolo sul tema della democrazia (2004) la testimonianza del suo talento se la porta …da sé. E ancora una volta mi piace pensare che il Palmieri direttore de La Rivista della Domenica sarebbe stato non Pierluigi ma, più professionalmente, Angelo Maria da me nominato “Cilindro”, con lo stesso nomignolo cioè con cui simpaticamente nella redazione del Corriere della Sera veniva indicato il suo Maestro, Indro Montanelli.
DOVE FALLISCE LA DEMOCRAZIA RISORGANO LE IDEE
di Angelo Maria Palmieri
<<II grado di diffusione di un ideale è sempre proporzionale alla sua potenza. La sua ricerca è una delle prime ragioni di vita, poiché da una nebbia informe di immagini, parole o simboli, attraverso le sue proiezioni ideali un uomo può delineare in profondità la propria natura.
Nietzsche, dall’alto della sua folle lucidità, parlava di morte degli ideali come conseguenza della morte (rifiuto) di Dio. Ma dopo più di un secolo il nuovo osservatore non può non constatare che l’uomo, una volta liberato dalle catene della fede, e successivamente, dalle catene degli ideali alternativi, può finalmente fare uso di millenni di esperienza per invocare quel bene supremo che è la libertà di evoluzione. Può finalmente trovarsi a vivere in una società che non mira ad alienare la sua natura, o che intenda perseguirlo per le sue idee, se non per salvaguardare i suoi meccanismi di autoconservazione.
La democrazia è più di un ideale puro. È la massima espressione della dialettica popolare, la più altra forma di organizzazione sociale, e l’unico sistema che può realmente farsi garante di tutte le libertà fondamentali che la società pluralistica richiede per potersi definire civile.
Attraverso due guerre mondiali e tante tirannie il sistema democratico si è fatto strada, e con il tempo abbiamo aggiunto tra i nostri ideali quello pluralista. Eppure la democrazia si è sporcata quando il grado di tolleranza verso il liberismo capitalista si è abbassato oltremisura. La partecipazione alla res pubblica di numerosi rappresentanti popolari rispecchia quella pluralità di interessi che nel lungo periodo non potranno mai essere conciliati, né adeguatamente mediati. I gruppi di potere, le multinazionali, i cartelli oligopolistici, le cooperative ed i sindacati più potenti, detengono un potere economico tale da poter imporre illegalmente (o peggio, legalmente) i propri orientamenti su decisioni fondamentali (nessun perdono per gli Usa per il ritiro dai protocolli di Kyoto, né, tra gli altri, gli abusi delle case farmaceutiche o delle industrie produttrici ed esportatrici di armi da fuoco). Una volta si parlava di etica democratica; adesso si parla di etica capitalista. Il “piccolo borghese” è diventato il “piccolo consumatore”; stanco di andare a votare, non esiterebbe un minuto se ogni tre elezioni gli regalassero un borsone. Ha un sinuoso disinteresse per tutto ciò che non può comprendere. Scandisce la sua vita nell’alternanza tra cosa pubblica e cosa privata, tirando fuori il peggio di sé quando nessuno lo guarda, o quando lo guardano tutti. Si fa interprete di ogni nozione, ma non sa cos’è una nozione e cos’è un interprete. Vive inerte, indifferente ed apatico nel suo microsistema, nel quale cerca di essere l’unico sovrano. Reagisce con sorpresa sentendo di anziani abbandonati negli appartamenti, di cani abbandonati sulle autostrade, di giovani alcolizzati, o drogati, che si schiantano il sabato sera, o che le sue scarpe da tennis sono costate il sangue di un bambino taiwanese. Eppure ignora cosa sia il volontariato; non sa cosa si prova ad andare a trovare un anziano, o ad affezionarsi ad un randagio, o a ricevere una lettera da una persona a cui si è prestato aiuto. Ed allora mi chiedo se un borsone possa fare da incentivo.
La moderna morte degli ideali in sostanza consiste in quell’attitudine della società liberal-capitalista ad addurre nei singoli individui l’ambizione ad una proiezione micro-sistematica della propria vita, che prescinda dalle dinamiche superiori comprensibili attraverso approfondimenti coscienti, ed induca alla costruzione di un io artificiale basato sull’attitudine al consumo.>>
COMUNICATO STAMPA PREMIATI I VINCITORI DEL PREMIO GIORNALISTICO “ANGELO MARIA PALMIERI”Giovedì 26 maggio, presso la Sala Congressi “Antonio Picchi” (ex ARSSA) di Avezzano, sono stati premiati i vincitori della 10^ edizione del Premio giornalistico “Angelo Maria Palmieri”.Il primo posto è andato al giornalista Maurizio Di Fazio, con l’articolo “Il miracolo di Aielli. Da borgo spettrale a villaggio della street art”, pubblicato su L’Espresso.Al secondo gradino del podio, Simone Cesarei e Samuele Damilano, studenti della scuola di giornalismo Walter Tobagi, con il pezzo “Droga,racket, abusivismo. Il muro invisibile di San Siro, il quartiere diviso in due” pubblicato su L’Espresso. Il terzo premio è stato assegnato alla giornalista Lidia Scognamiglio e al suo servizio video dal titolo “La battaglia degli invisibili per il diritto alla salute”, andato in onda su TG2 Medicina 33. La giuria ha assegnato anche una menzione speciale alla giornalista Eleonora Falci per l’articolo “Sindrome di Sanfilippo: una lotta contro il tempo e una gran voglia di vivere”, pubblicato su Il Capoluogo. |