HomeEditorialiLe bombe avrebbero potuto annientare il mio plotone NBC FOSFORO TRA BOMBE E CERVELLO. LE TANTE “GINEVRA” INUTILI         

Le bombe avrebbero potuto annientare il mio plotone NBC FOSFORO TRA BOMBE E CERVELLO. LE TANTE “GINEVRA” INUTILI         

Editoriale /51

         FOSFORO TRA BOMBE E CERVELLO. LE TANTE “GINEVRA” INUTILI

         Le bombe che avrebbero potuto annientare il mio plotone NBC

 

                                                                                                                                              di Pierluigi Palmieri

Ginevra!. Un nome, una parola, ma quale garanzia? Non sono questi tempi per giocare sui termini, ma credo di non essere il solo che, da un mese a questa parte, si vada domandando a  cosa servano i trattati, le convenzioni ed i relativi allegati denominati appunto “ di Ginevra”.

  Con uno sguardo   alla storia scopriamo che la prima Convenzione a prendere il nome della Città svizzera risale alla seconda metà dell‘Ottocento.  Ispirati da motivi “umanitari” i dodici paesi che si proponevano di  “”migliorare le condizioni dei militari feriti in guerra” firmarono il primo accordo. Una forte spinta alla messa a punto del trattato arrivò dalla fondazione del corpo di volontari della Croce Rossa Internazionale, destinato ad assistere tutti i feriti in battaglia “senza distinzione di nazionalità”. Ne fu ideatore il filantropo svizzero Jean Henri Dunant, dopo aver preso atto delle sofferenze dei soldati feriti nella disastrosa  battaglia di Solferino (1859), che vide soccombere gli austriaci di fronte all’esercito franco-lombardo.  Alla Prima (1864) seguirono numerose altre convenzioni, l’una assorbente l’altra, relative a feriti, malati e  prigionieri di guerra, nel cui ambito si fecero rientrare anche i combattenti sul mare. In quella del 1926 fu dato rilievo  anche al tema della schiavitù e nel 1949 si decise sempre a Ginevra di mettere a  sintesi tutti i principi stabiliti in precedenza. Ho contato almeno altre dieci “Ginevra”, tutte miranti alla sacrosanta tutela dei “diritti umani”. Con il tempo il numero degli stati aderenti è cresciuto in maniera esponenziale fino al coinvolgere tutte le maggiori potenze del pianeta. Il  principio “indiscutibile” del rispetto della dignità della persona trova, a mio parere il suo massimo riconoscimento nella “Convenzione su certe armi convenzionali”  (link), che è entrata in vigore nel 1983 per “vietare l’uso di alcune armi  che sono considerate eccessivamente dannose o i cui effetti sono indiscriminati”. Convention on Certain Conventional Weapons (CCW) nel linguaggio internazionale avrebbe dovuto significare che, oltre a non fare ricorso alle armi atomiche, gli stati si impegnavano a non usare quelle chimiche e biologiche. Ottime intenzioni che però  hanno  il tremendo postulato dello  “stato di guerra”. Con l’approccio  del “mezzo bicchiere pieno”, la cosa si potrebbe leggere come una sorta di pentimento delle grandi potenze occidentali che avevano usato il Napalm ed il fosforo, prima a Londra e Varsavia, poi a  Dresda nel 1945,

Dresda 1945

in Vietnam (1975) e già  nel primo conflitto mondiale il gas cloro come asfissiante.  Nel Vietnam si volle “giustificare” l’ingiustificabile con la necessità di far cessare i crimini della guerriglia comunista dei nord- vietnamiti. Ma a nulla è servita la convenzione  CCW perché negli ultimi quarant’anni con gli stessi e con altri protagonisti le armi incendiarie sono state impiegate in diversi scenari, Irak e Afghanistan. in particolare. Il lancio di bombe al fosforo sulle città ucraine da parte delle truppe russe, arriva come la ciliegina sulla torta avvelenata  che Putin &Co si ostinano a non chiamare guerra. La  “Speciale operazione militare” è già costata circa 10.000 morti e 16.000 feriti tra gli invasori e cosa gravissima ha provocato  migliaia di vittime tra i civili invasi tra cui oltre 130 bambini. Ora si vorrebbe, velocizzare la conquista dell’Ucraina ricorrendo alle bombe al  fosforo.  La convenzione di Ginevra ha dimostrato tutta la sua debolezza sia nel passato recente che nell’attualità.                          Il bombardamento di interi quartieri residenziali in tantissime città dell’Ucraina ha totalmente vanificato il suo “divieto assoluto per l’uso delle bombe al fosforo come armi chimiche da lanciare contro persone”. Il fosforo che,  se non ci fossero state le guerre, avremmo conosciuto esclusivamente  per il suo simbolo (P) e perché costituisce la base dei fosfati e dell’acido solforico

che servono anche a mantenere l’equilibrio psicofisico. In campo bellico invece, il fosforo può essere usato come un aggressivo che  a contatto con l’aria prende fuoco spontaneamente. e se arriva sulla pelle distrugge i tessuti per necrosi e prosegue velocemente la sua azione fino alle ossa con sofferenze strazianti per chi viene colpito. Personalmente queste sue poco nobili capacità le ho apprese durante il mio servizio militare, e debbo dire che in proposito,  ho memoria di un episodio che con un ossimoro potrei definire cattivo buon ricordo. Frequentavo il Corso si specializzazione per Comandanti di squadra nel Battaglione Difesa NBC ( Nucleare, Biologico e Chimico) e nelle lezioni teoriche avevo ricevuto martellanti informazioni su struttura funzionamento e soprattutto effetti terrificanti delle “bombe a mano al fosforo”. Quando dalla teoria passammo alla pratica, iniziò l’addestramento che prevedeva anche il maneggio e il lancio di questi  ordigni. Ebbene da Capocorso designato, avevo il compito di prelevare dall’apposito contenitore una bomba alla volta per passarla al compagno in postazione. Quasi tutti gli allievi avevano concluso il loro primo turno quando venne chiamato l’ACS Stacchini, al quale consegnai regolarmente la bomba a mano. Seguirono i comandi dell’ufficiale comandante ( “ Stacchini, in posizione per il lancio….lancio!) , il mio compagno, pallido in volto come un panno lavato, restò fermo nella prima posizione, che consisteva nel ruotare leggermente il busto e nel caricare il braccio con un’adeguata flessione. L’ufficiale gli dette una seconda volta l’ordine di lanciare (“Lanciala Stacchini, Per Dio”), ma la mano di Stacchini tremava come quella di un parkinsoniano. Passarono pochi secondi, che a me sembrarono un’eternità, e la bomba cadde alle spalle del “non lanciatore” rotolando fino a mezzo metro dai miei anfibi. Dopo quattro o cinque secondi  la bomba terminò  il suo percorso esplodendo a circa 30 metri di distanza (ben oltre la distanza minima prevista dal protocollo addestrativo) mentre il Tenente mi abbracciava stringendomi così forte da rompermi quasi le costole urlando, gli occhi pieni di gioia mista ad un residuo di terrore; “ Ci hai salvati, potevamo morire tutti…, ci sono altre cento bombe nelle casse!!!.

  Ho raccontato questo fatto realmente accaduto, solo per rendere l’idea di quanto pesanti possano essere le conseguenze dell’esplosione di una bomba che ha una potenza di fuoco mille volte superiore alle cento bombe a mano contenute in quelle casse, che avrebbe comunque  potuto annientare un intero battaglione.

   Una tragedia scampata in tempo di pace quando prima della sottoscrizione della Convenzione di Ginevra sull’uso di certe armi convenzionali, nel nostro paese quel tipo di armi venivano usate per addestramento nel  Battaglione “DIFESA” NBC. Posso dire con amara ironia di aver toccato con mano il terrificante potenziale di certe armi e che anche se forse  il mio gesto contribuì a farmi conseguire il primo posto nella graduatoria del Corso di Specializzazione, oggi odio le bombe al fosforo  e per il disgusto e per lo sgomento mi fanno tremare le mani a mo’ di quelle del mio amico Stacchini. 

  Concludo allora con una “battuta” della quale mi scuso con chi la consideri  fuori luogo:  di fronte al massacro che si sta perpetrando in Ucraina (e tra le vittime incolpevoli  includo anche  i soldati di leva russi), mi viene da pensare che nelle bombe incendiarie usate in Ucraina è finito anche il  fosforo ( che notoriamente partecipa ai processi metabolici cerebrali) che “era”  nella testa di Putin e dei suoi consiglieri. Siamo di fronte ad grave una evidente carenza di capacità mnemoniche e di intelligenza conseguente a quella che, se non vado errato si chiama “ipofosfatemia”.

Solo così si spiegano   la sordità e l’indifferenza all’appello di Francesco accompagnato dalla  consacrazione alla Madonna di Russia e Ucraina…..“Fermate il massacro!,, Cessino le armi!!”. 

  Resta l’amarissima constatazione dell’inutilità delle tante “Ginevra”, succedute a quella del 1864. Carte di cui, all’occorrenza, si fa carta straccia con cui … accendere il fuoco.

 

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