HomeEditorialiI CRIMINI DI GUERRA  DI PUTIN  SPENGONO LA FIACCOLA PARALIMPICA. A PECHINO BRUCIA  LA BANDIERA DELLA PACE     di Pierluigi Palmieri

I CRIMINI DI GUERRA  DI PUTIN  SPENGONO LA FIACCOLA PARALIMPICA. A PECHINO BRUCIA  LA BANDIERA DELLA PACE     di Pierluigi Palmieri

Editoriale  /48

I CRIMINI DI GUERRA  DI PUTIN  SPENGONO LA FIACCOLA PARALIMPICA.

A PECHINO BRUCIA  LA BANDIERA DELLA PACE 

 

 di Pierluigi Palmieri

….nell’attimo in cui il fuoco rubato al sole di Olimpia si trasferisce nel braciere dello stadio e, attraverso le immagini trasmesse via satellite, anche nelle case del mondo, dov’è l’alba, dove il giorno, dove la sera, e dove la notte, non c’è fuso orario che tenga, c’è un secondo di pace, perché s’accende la fiaccola che scalda il cuore e illumina la terra intera. Ma è solo un attimo” ….(Piero Mei).

Prima di iniziare a trattare il tema di questo editoriale rimando i lettori a quello precedente  dal titolo di “Guerra sporca guerra” e segnalo che in tutte le pagine di questo numero della nostra Rivista della domenica, a partire dalla Locandina che apre la prima pagina, campeggia il Bicolore azzurro e giallo della BANDIERA dell’Ucraina, questo Paese martoriato fatto oggetto dell’insana aggressione da parte del capo di un popolo cosiddetto “fratello”.

Come ben ricorda chi ci segue con attenzione, durante lo svolgimento delle Olimpiadi Invernali  di Pechino 2022, la nostra rivista non ha esagerato nell’enfatizzare lo spirito olimpico che peraltro chi scrive ha avuto modo di valorizzare in tante altre pubblicazioni. Abbiamo continuato a trattare le tematiche che caratterizzano le varie sezioni della nostra testata in maniera, almeno credo, molto equilibrata.  Del resto a chi poteva balzare alla mente l’ipotesi che  quel Putin  accolto con tutti gli onori  dalle delegazioni dei paesi partecipanti alle Olimpiadi invernali “Pechino 2022” (eravamo al 4 febbraio) con in testa il presidente della Cina Xi Jinping , a meno di un mese di distanza, avrebbe sovvertito ogni principio di solidarietà tra i popoli e soprattutto la millenaria tradizione per cui durante i Giochi tutti i paesi partecipanti dovrebbero deporre le armi. Il 4 marzo scorso èiniziata la Paralimpiade, che come a tutti è noto vede come protagonisti atleti e atlete con limitazioni e mutilazioni, Le rappresentative della Russia e della Bielorussia già arrivate a Pechino non sono state ammesse ai Giochi perché appartenenti ai paesi che hanno invaso l’Ucraina.  Le cronache hanno registrato le reazioni  del fondista  russo Yury Holub  e dell’atleta Oxana Corso una della velociste della Nazionale italiana nata a San Pietroburgo, che hanno sostenuto che gli atleti avrebbero dovuto partecipare comunque alle gare per le quali si sono preparati con sacrifici durante quattro anni.  Holub in particolare ha ironizzato su Instagram con un “Ora se qualcuno dice ‘fuori la politica dallo sport’ c’è da ridere. E no! Caro Yuri, non c’è proprio nulla da ridere: Il vostro Putin ha già ucciso centinaia e forse migliaia di  civili vostri “fratelli” tra cui un numero impressionante di bambini. Devi stare alle regole altrimenti avalli l’inconcepibile e assurda aggressione del tuo esaltato presidente.  Non so se conosci la genesi e lo spirito delle Paralimpiadi e delle Olimpiadi, ad ogni buon conto,  ti propongo un ripassino.

Come ho avuto modo di sottolineare nel mio “Discorso sul corpo” l’origine dello sport per disabili è legata agli eventi della seconda guerra mondiale, nel corso della quale molti giovani militari portatori di lesioni midollari per cause belliche venivano ricoverati nell’ospedale di Stoke Mandeville nei pressi di Londra per essere sottoposti a riabilitazione motoria nel centro diretto dal neurochirurgo Ludwig Guttman. Con molta convinzione alle cure mediche specifiche finalizzate a combattere le cosiddette affezioni satellite,  Guttman affiancava appositi programmi di allenamento che sfociarono nella prima edizione dei Giochi per atleti disabili, ai quali parteciparono quasi esclusivamente i reduci appartenenti alle Forze Armate britanniche. Il metodo di Gutmann e i “suoi” giochi  costituirono la base per il futuri giochi per disabili e per la prima Paralimpiade che si tenne a Roma nel 1960 in concomitanza con la XVII Olimpiade moderna. Le olimpiadi antiche invece hanno avuto origini   lontane (776 a.C.) perché secondo e la mitologia, il re Ifito di Elide chiese all’Oracolo di Delfi di indicargli un modo sicuro “per porre fine alle continue guerre ed anche alle gravi “epidemie” che devastavano la Grecia, ottenendo come risposta che soltanto dedicando “Giochi sacri” agli dei avrebbe potuto arrestare le calamità. Così fu stabilito che in occasione dei Giochi Olimpici, ogni quattro anni, ci sarebbe stata una “Sacra Tregua” (Ekecheiria), con la sospensione di ogni ostilità. Nel periodo delle Olimpiadi inoltre era proibito a tutti di portare armi, erano sospesi tutti i processi e le pene di morte.

 Il “sacro disco di Ifito” posto sull’altare di Delfi conteneva  cinque cerchi concentrici, gli stessi che furono disegnati così come appaiono dal 1920 nel simbolo delle olimpiadi moderne per rappresentare i l’unità dei cinque continenti del mondo. Il segno della Tregua Sacra era la fiaccola, che fermava le póleis ed interrompeva, effettivamente, le guerre pochi mesi prima dell’inizio dei Giochi. Una “fiaccola” veniva portata attraverso tutta la Grecia da giovani che poi gareggiavano tra loro nella “corsa nello stadio” (Stadion) per decidere chi avrebbe avuto l’onore di “prendere il fuoco” sull’altare del sacrificio e, anche, di “dare il suo nome” all’Olimpiade. Per questo motivo la prima  del 776 a. C fu ricordata come l’Olimpiade di  Corebo di Elide.

Si ferma qui il mio richiamo alla storia delle Olimpiadi e, dopo aver invitato i lettori a tenere in particolare conto i vari corsivi delle parole chiave, mi accingo a dare forza ad una ipotesi che  vuole Putin adepto della corrente filosofica del Cosmismo,  che, assunta la veste di “Oracolo di Delfi” dei giorni nostri, avrebbe indicato allo Zar la strada “giusta” da seguire per perseguire finalità esattamente opposte a quelle di Ifito. Questi si rivolse all’Oracolo per  chiedere  la fine delle calamità mentre il russo ha dimostrato una particolare propensione a provocarle, scatenando la guerra di invasione nel momento in cui la pandemia imperversa ancora su tutta l’Europa. Da più parti infatti si sostiene che la mente di Vladimir Putin sia stata completamente pervasa dell’utopia del “Cosmismo”. Lo si deduce in particolare  dalla recensione di Giorgio Ritter del libro  “I Cosmisti Russi”  di George M. Young:Il Cosmismo, ispirato alle idee del filosofo russo Nikolaj  Fëdorov (1829-1903), sembra aleggiare sul Cremlino come un presagio, mentre nella sua scia avanzano ‘Il Reggimento Immortale’ e la ‘Terra Eroica’, che evocano l’utopia fëdoroviana dell’immortalità dell’uomo e della resurrezione degli antenati.  Un’utopia apparentemente incarnatasi in una perfetta realtà”. Secondo Young la fiducia in tale profezia si è manifestata  in primis con l’imbalsamazione di Lenin, in vista di un prossimo risveglio come prodromo della resurrezione  in massa di tutti gli antenati, non alla fine dei tempi ma… ora!.

Le convinzioni di Putin quindi avrebbero origini  esoteriche e si sarebbero nutrite del pensiero di  Lev Gumilev (1912-1992), con il suo progetto della Grande Eurasia la cui crescita  dovrà essere gestita dalla Russia per bilanciare il declino dell’Occidente, di Alexsander Dugin secondo il quale non c’è distinzione tra Spiritualità e  Politica,  e nelle affermazioni di Aleksandr Notin, definita una delle anime ardenti del putinismo secondo il quale  ‘Il reggimento immortale’ riannoda i fili del “messianismo russo e del cosmismo” e serve a “risvegliare dal sonno” lo spirito della nazione in un momento di crisi e di una nuova offensiva, caratterizzata in particolare dalle sanzioni euro-americane, del “satanismo occidentale”.  Ecco quali sono i presupposti teorici e filosofici dell’invasione che ha portato a perpetrare crimini di guerra di ogni tipo (omicidi di civili, massacro di massa, fuoco indiscriminato, fuoco contro ospedali e farmacie, orfanotrofri,  scuole, asili) Come non considerare crimine terroristico l’attacco con colpi di artiglieria alla centrale di Zaporizhazhia?

…Sarà il caso quindi che “dal sonno”   si  sveglino i milioni di russi che, come Yury e Oxzana, credono  che di fronte ai crimini contro l’umanità perpetrati da uno Stato, lo sport debba restare indifferente. Ma si svegli anche la Chiesa Ortodossa dalla quale fino a ieri Putin ha ricevuto un appoggio pressoché incondizionato.  

In questo numero,  come si deduce dalla copertina, sono tanti i richiami alla pace e le condanne della guerra (dal fondo di Regni al Post di Nina Palmieri, dal progetto della D’Amico al “dubbio” di Di Ianni) . Sulla rivista  torneremo ad affrontare questo argomento anche con  Puzzu, Travaglini e Martelli, per inquadrarlo dalle diverse angolazioni. Per ora ci associamo all’appello a sostegno  delle associazioni che si dedicano agli AIUTI UMANITARI e con totale convinzione ripetiamo :…..STOP THE FUCKING WAR….

 

Stop the fucking war   

L’UNHCR (United Nations High Commissioner for Refugees) è sul campo per fornire assistenza umanitaria e riparo alle persone costrette a fuggire. Doniamo ora per fornire aiuti salvavita alle famiglie ucraine costrette alla fuga dalle ostilità di questi giorni . Dona a questo link
https://dona.unhcr.it/campagna/emergenza-ucraina

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