HomeLa RivistaCultura&ArteLA FUCINA CREATIVA DEL RINASCIMENTO A VICENZA – BASILICA PALLADIANA

LA FUCINA CREATIVA DEL RINASCIMENTO A VICENZA – BASILICA PALLADIANA

E’ imperdibile l’avvenimento che ha preso forma a Vicenza, all’interno degli spazi della Basilica Palladiana e che racconta, dopo un lavoro immenso di ricostruzione e prestiti internazionali, il viaggio attraverso la fucina creativa del Rinascimento che si materializza davanti ai nostri occhi attraverso un complesso sistema di relazioni che si intrecciano fra pittura, architettura, scultura arti minori, sino alla pignola ricerca dei costi delle opere del periodo in cui queste vengono realizzate, espresse secondo la moneta di allora rapportata al valore di moneta dei giorni nostri. Un’opera a tutto tondo che si materializza nel percorso progettato da Guido Beltramini, Davide Gasparotto, Mattia Vinco, sotto i nostri occhi attraverso le opere di Palladio, Veronese, Bassano, Vittoria.

  

L’intento è quello di mostrare  le coordinate materiali e storiche delle e fra le tre arti attraverso un dialogo serrato che rintraccia analogie e differenze compositive. L’operatività di questa fucina che, attraverso l’opera di Palladio,  incomincia a trasformare Vicenza con la costruzione di una serie di edifici pubblici e privati vede, negli stessi cantieri di produzione, anche la figura di Alessandro Vittoria, autore delle decorazioni plastiche di Palazzo Thiene, Paolo Veronese che affresca Villa Soranza a Treville e poi villa Barbaro a Maser dentro una ricerca dell’antico legata al fare manieristico del centro Italia e riletto con gli occhi del Parmigianino e del lessico michelangiolesco in chiave decorativa proposta da Primaticcio.

  

  

La città di Vicenza si arricchisce quindi della presenza di queste tre illustri personalità delle quali si servono in maniera illuminata l’alta borghesia e la nobiltà cittadina che investono sulla visione di questo gruppo di giovani artisti. Il periodo storico nel quale le vicende raccontate avvengono, la metà del cinquecento, rappresenta uno dei momenti più significativi per l’affermazione degli artisti nella società che incominciano ad essere considerati non più operai di bottega al servizio delli intelettuali ma intellettuali essi stessi vista anche la grande richiesta di una commistenza colta e raffinata. All’interno dell’esposizione non mancano i confronti fra le varie creatività proprie della pittura, scultura, architettura done possono rilevarsi analogie per esempio nel metodo di lavoro fra Veronese e Palladio. Le opere presentate troveranno sponda, accostate, nei modelli di ispirazione: bozzetti,disegni che ne hanno prefigurato la nascita.

 

Molte delle opere esposte sono inedite, fra le quali i due dipinti “gemelli” con l’Adorazione dei Magi di Jacopo Bassano, provenienti dalle collezioni Birmingham Museums Trust e dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, che per la prima volta sono esposti l’uno di fianco all’altro, così come anche la Giuditta con la testa di Oloferne di Veronese, in prestito da Palazzo Rosso di Genova, viene esposta accanto al suo bozzetto ispirato, ritrovato al Museo Soumaya di Città del Messico e presentato per la prima volta in Europa.

Uno dei più importanti disegni di Parmigianino, proveniente dal Tyler Museum di Haarlem,”Sacra Famiglia con due santi”, viene messo invece, in dialogo con il dipinto di Veronese a cui si è ispirato:” la Madonna col Bambino tra i santi Caterina d’Alessandria e Porto” provenienti dalla collezione del Museo civico di Palazzo Chiericati di Vicenza. Per il Ritratto d’uomo, (verosimilmente il pittore Antonio Aliense (1556-1629)) di Palma Il Giovane, in prestito dalle collezioni Birmingham Museums Trust. Sono inoltre esposte ” il disegno di Bassano”, di Vitellio Grimani, proveniente dal Louvre di Parigi, posto accanto al busto omonimo proveniente dal Museo di Scienze Archeologiche e d’arte di Padova; il Galata in atto di cadere, proveniente dal Museo Archeologico di Venezia, il San Sebastiano di Vittoria proveniente dalla chiesa di San Francesco della Vigna di Venezia e lo Studio di un torso antico di Palma il Giovane, proveniente dall’Accademia di San Luca di Roma.

 

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