HomeLa RivistaAttualità e AmarcordIIL MUSEO DI LORETO ECCELLENZA DEL TURISMO ABRUZZESE. Il ministro Acerbo spiato dalla polizia fascista per le sue marachelle

IIL MUSEO DI LORETO ECCELLENZA DEL TURISMO ABRUZZESE. Il ministro Acerbo spiato dalla polizia fascista per le sue marachelle

Inaugurata a Loreto Aprutino la nuova sezione del Museo d’arte di Giacomo Acerbo, che conserva preziose collezioni delle ceramiche di Castelli. Ospite del suo fondatore, l’ho visitato in anni ormai lontani, accompagnato dal tipografo Pietro Palucci, che era diventato amico del personaggio durante la campagna elettorale nel collegio di Teramo per l’elezione a deputato in Parlamento. Con la sua distinta figura imponente e gli occhiali cerchiati d’oro, l’ex ministro fascista poi pentito ci accompagnò a visitare la sua casa e la famosa galleria con la rara raccolta di preziose ceramiche di Castelli. Mostrò il balcone dal quale s’era sottratto ai tedeschi, sfuggendo miracolosamente a due plotoni di esecuzione, come ha poi raccontato in un libro di memorie.

L’ex ministro ci offrì “ferratelle” e “vin cotto”, tipiche specialità abruzzesi. In particolare mi colpì la familiarità di Pietruccio con quel personaggio storico che non aveva mai dimenticato il vecchio tipografo incontrato all’esordio della sua tumultuosa vita politica. Acerbo è stato uno degli uomini più potenti del regime fascista, padre della legge elettorale maggioritaria, che nelle elezioni del 1924 aprì la strada alla dittatura del Duce. Un’immagine decisamente inedita quella emersa di recente dalle rivelazioni su Mussolini e i suoi gerarchi conservate negli archivi di Londra. Una sorta di “diario segreto” del Ventennio, raccontato e scritto dai suoi stessi protagonisti. Una autentica miniera di telegrammi, rapporti di polizia e dei servizi segreti, lettere anonime, intercettazioni e altri documenti, confluiti per anni nelle mani di Mussolini e acquisiti alla fine della guerra dall’intelligence anglo-americana. Documenti che hanno svelato “la tentacolare rete di informatori messa a punto dal Duce, ossessionato dal timore di tradimenti e attentati, ricatti e rivalità nel partito e nel governo”. Roba da far impallidire certe intercettazioni e cronache dei giorni nostri. Svelato anche che il ministro abruzzese non disdegnava di ricevere nel suo ministero “qualche bella maschietta”… “Scappatelle del ministro-precisa il rapporto dei servizi segreti- in attesa di poter cogliere le grazie di Nada M., bella e procace signora, figlia del generale… che intanto ne approfitta, facendo affari e usando il nome del ministro”. Insomma, niente di nuovo sotto il sole (e sotto le lenzuola).

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