HomeLa RivistaCultura&Arte“Ai confini dell’impero” di Roberto Puzzu – numero 0

“Ai confini dell’impero” di Roberto Puzzu – numero 0

Ai confini dell’impero. La denominazione di questa rubrica sull’arte nasce dalla personale convinzione che i confini dell’impero sono appunto e da sempre una posizione privilegiata per scrutare con attenzione e distacco tutto ciò che avviene al CENTRO. Postazione strategica dalla quale indagare ed eventualmente coltivare tutte quelle produzioni culturali che, spesso, solo la periferia produce nella sua indispensabile implementazione di tutto quello che, il CENTRO del mondo, mostra. La globalizzazione ha prodotto, difatti un unico CENTRO composto a sua volta da tanti altri che si intersecano o si contrappongono sovrapponendosi, a seconda degli interessi. Proprio in quest’ottica diventa fondamentale comprendere il rapporto fra periferie e centro, dentro un percorso che navighi e indaghi la babele dei linguaggi del fare arte, comprendendone le istanze, le mestiche, le tecnologie e la pertinenza semantica anche in relazione alla loro fruizione da parte di un’utenza , qualificata e non.

La comunità internazionale tutta, si serve per convenzione, soprattutto dell’uso della parola scritta e orale eppure, fin dall’inizio della storia dell’umanità fa un uso abnorme della comunicazione attraverso immagini e segni declinati e propinati spesso subliminalmente. Dentro questo enorme calderone di proposte visive veicolate, appunto, secondo criteri e funzionalità diverse, ha trovato spazio nei diversi contesti storici il fare assurgere, per esempio, le narrazioni o le emozioni in forma di poesia attraverso i vari linguaggi che producono immagini. Se solo riflettessimo un momento sul nostro passato e guardassimo all’uso dell’immagine, fatto nei secoli dalla Chiesa, sicuramente organismo quasi sempre colto, organizzato e lungimirante, ci renderemo conto che, pur nella produzione di indiscussi capolavori, sicuramente è stata funzionale, precipuamente, alla funzione didattica e strumentale dell’illustrare, ad un popolo analfabeta ed ignorante, i principi fondamentali della fede ed a rappresentare, attraverso figurazioni di varia natura i cicli di racconto vari della Bibbia o dei Vangeli, perché tangibilmente la gente potesse visualizzare fatti e luoghi. In sostanza la necessità della divulgazione del messaggio apostolico attraverso singole o sequenze di immagini…la tivù di allora più ancora, il web dei giorni nostri.

I giorni nostri si caratterizzano infatti allo stesso modo: anche oggi vengono inventate e narrate storie che attraverso immagini e segni, di diversa natura, promuovono la fidelizzazione ad un prodotto attraverso immagini che, paradisiacamente, hanno la capacità di trasportare la mente all’interno del “sogno felice” presente costantemente in ognuno di noi.

In questo grande unicum postmoderno si muove oggi la ricerca contemporanea del fare Arte.

In questo contesto subentrano le abitudini, la cultura e la conoscenza di ognuno di noi, nel suo rapporto di percettore, dei fenomeni artistici. Come per tutti gli apprendimenti strategici la scuola che, dovrebbe essere, il più importante condensato espressivo della Cultura, avrebbe dovuto veicolare anche la conoscenza dei linguaggi delle varie espressioni artistiche e del loro svilupparsi nel tempo, ha affidato in realtà questo compito a pseudo insegnamenti gestititi spesso da personale scarsamente preparato e consapevole. Tutto ciò ha causato una profonda dicotomia fra chi produce arte  e chi ne fruisce consentendo la circolazione ed il commercio di “croste” ( il termine ha origine dalla crosta che si sviluppa nella sovrapposizione di più strati di colore su un supporto senza che questa origini un manufatto pittorico dignitoso ). Orientarsi quindi in questo mondo, senza la strumentazione necessaria, è cosa ardua. La decifrazione delle varie espressioni artistiche è sempre, anche non intenzionalmente, legata ad una ritualità fatta di tempi, gesti, luoghi, mestiche che sfociano sempre nella ricerca del “sacro” inteso come qualcosa che intende dare senso al mondo e alla vita dell’uomo perché questo, attraverso “la bellezza” prodotta dalla sua capacità creativa, possa trovare salvezza e liberazione dalla oppressiva quotidianità dell’esistenza.

In questo nostro viaggio percorreremo insieme molte delle tematiche accennate ,nell’indagare espressività differenti, raccontate in esposizioni pubbliche e private, spero attraverso immagini che potranno anche essere frutto di un commento condiviso con voi Lettori.

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