HomeUncategorizedGiovanni Di Pangrazio sostiene la nuova ciclovia pensata dall’ingegnere Sergio Di Cintio

Giovanni Di Pangrazio sostiene la nuova ciclovia pensata dall’ingegnere Sergio Di Cintio

Avezzano più verde e a misura di pedoni e di ciclisti: è questo il progetto di mobilità sostenibile pensato per la città dall’ingegnere Sergio Di Cintio che dichiara: “Un mio regalo alla città per le generazioni future è stato accolto favorevolmente dal candidato sindaco Gianni Di Pangrazio“.
Un progetto che, oltre a ridefinire le linee della mobilità, mira anche a riqualificare aree e quartieri oggi un po’ ai margini. L’intento principale è quello di operare per la sicurezza, la tutela dell’ambiente e il benessere dei cittadini. Tra gli obiettivi c’è la necessaria eliminazione dei passaggi a livello (Via Napoli, Via Borgo Angizia, Via Roma) che rappresentano un problema per il traffico veicolare cittadino. Si partirebbe dal rivedere la linea ferroviaria Avezzano-Roccasecca, interrompendo il suo percorso prima del passaggio a livello di via Napoli, per adibirla a ciclovia, collegando così il Monte Salviano, e quindi anche la frazione di Cese, con il centro cittadino e con la ciclabile presente nella zona nord.
Anche l’ex ferrovia del vecchio zuccherificio verrebbe riqualificata e tramutata in una ciclovia capace di creare una connessione tra aree diverse di Avezzano. Si pensa alla creazione di nuovi parcheggi, servizio di bike sharing e di minibus elettrici. Idee che permetterebbero il recupero di spazi, strutture e percorsi dismessi o abbandonati da tempo e che non prevedono alcuno sconvolgimento dell’assetto urbanistico e viario della città, con conseguente riduzione dell’inquinamento e del traffico, in modo particolare su Via Roma.
Per illuminare la pista ciclabile, senza elettricità, verrà utilizzato asfalto fosforescente labile, una vernice sintetica in grado di ‘caricarsi’, se esposta alla radiazione luminosa, per poi sprigionarla in assenza di luce solare, con una emissione che, stando alle stime dei ricercatori può durare fino a un massimo di 10 ore. Si tratta di una visione nuova e in chiave green di quella che dovrebbe diventare la mobilità di una città proiettata verso il futuro, ossia una città che pensa alle prossime generazioni, che si prende cura dei più piccoli e dei più deboli.

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