Cucina & Cantina / 137
MONTEPULCIANO D’ABRUZZO SAN CALISTO 2008
Dopo il bianco della scorsa settimana, oggi, per il pranzo del primo giorno dell’anno, degustiamo un rosso della stessa cantina Valle Reale che dovrebbe intonarsi bene con i ricchi menu che le famiglie italiane porteranno a tavola per festeggiare questa ricorrenza. Ma, prima di parlare del vino,vale la pena raccontare brevemente la storia di come la famiglia Pizzolo è approdata in questo angolo d’Abruzzo e di come sia riuscita in così poco tempo ad ottenere vini splendidi, entrati di prepotenza nell’eccellenza dei vini di questa regione. Tutto è cominciato
nel 1998 quando la Famiglia decise di recuperare un vecchio vigneto di Montepulciano d’Abruzzo rinvenuto all’interno della proprietà, acquisita anni prima, che si trovava nella vallata circondata dalle montagne, poco lontana dal paese di Popoli.
L’attenta osservazione dell’ambiente in cui era inserito il vigneto e la passione per l’agricoltura, eredità della famiglia contadina da generazioni, l’ha spinta ad avviare uno studio approfondito sulle origini del Montepulciano d’Abruzzo. La ricerca, condotta insieme al Prof. Leonardo Valenti dell’Università di Milano, ha permesso di rintracciare le più antiche testimonianze del vitigno in alcune zone montane incontaminate nei pressi della località Valle Reale.
Lo storico vigneto a pergola abruzzese, risalente al 1960, accudito e riavviato alla produzione, è divenuto il primo cru dell’azienda, il Vigneto San Calisto. Ma non solo, esso è di fatto anche “il padre” di tutte le vigne di Valle Reale. Infatti, dopo un attento lavoro di selezione delle piante, da esse vennero prelevate le gemme di Montepulciano di montagna successivamente innestate ed impiegate per i nuovi impianti.
Così ha preso forma il progetto agricolo e agronomico di Valle Reale, che continua grazie ad un gruppo affiatato e motivato di persone.
Da questa antica vigna di 8 ettari, e solo nelle annate migliori, viene destinata una particella di 4 ettari, circoscritta nella parte più alta, alla produzione del cru San Calisto. Purtroppo di anno in anno la produzione si fa più contenuta a causa dell’età delle piante. Questo vino,quindi, nasce da un vigneto con un grande valore storico, testimonianza della storia del Montepulciano d’Abruzzo, di cui numerosi documenti indicano le prime tracce in questa zona montana. La maturazione delle uve è molto lenta e la raccolta avviene non prima dell’inizio di novembre. Nell’annata oggi proposta sono state prodotte appena 12.676 Bottiglie e 703 Magnum.
Provenienza : Popoli – Abruzzo
Annata : 2008
Gradazione alcolica: 14,5% vol.*
Varietà delle uve: Montepulciano d’Abruzzo 100%
Tipologia: Questo angolo di altopiano è caratterizzato da venti freddi e particolarmente forti, tali da creare una forte escursione termica anche in estate che si traduce in alti livelli di acidità che consentono al vino di esprimersi meglio dopo molti anni di affinamento in bottiglia. I suoli sono argillosi calcarei sui quali le viti vengono allevate secondo il classico tendone abruzzese.
Vinificazione : La maturazione delle uve è molto lenta e la raccolta avviene non prima dell’inizio di novembre. Questa del 2008 è stata un’annata molto favorevole, anche se rallentata dall’intermezzo di un estate molto fredda. Le uve sono state vinificate per la prima volta a fermentazione spontanea senza controllo termico e affinata non più in barrique ma in tonneau da 500 litri di secondo passaggio. Questo vino segna un passo importante nella filosofia di Valle Reale, un cambio di direzione verso vini molto più individuali, meno estrattivi, ma più confacenti alla natura del posto.
Temperatura di servizio: 19-20 °C
Conservazione : fino al 2026-2028
Gradazione alcolica: 14,5% vol
Caratteristiche organolettiche: All’assaggio SI presenta con un colore rosso rubino profondo. Al naso domina la frutta molto scura come il mirtillo nero, accompagnato da note di caffè e cioccolato; tracce evidenti di chiodi di garofano in un contesto di grande mineralità. Al gusto denota una struttura imponente come se fosse una persona molto sicura di se; grande corpo che si abbina ad una eccezionale freschezza e sorprendente mineralità in un finale lungo e complesso
Abbinamenti gastronomici: Per il pranzo di Capdanno è perfetto perché si accompagna bene con gli antipasti di terra sapidi, come un misto di salumi, culatello, prosciutto di cinghiale, bruschette al ciauscolo ed al tartufo, formaggio alla griglia con una spolverata di pepe nero. Va altrettanto bene con i primi consistenti, come dei tonnarelli alla norcina o delle tagliatelle al sugo di cinghiale o dei vincisgrassi alla marchigiana. Si sposa bene anche con dei secondi come il filetto alla Strogonoff, il fagiano in casseruola o la lepre in salmì. Per che vuole osare,invece, il mio consiglio è provarlo con un cosciotto di agnello dissossato che, dopo essere stato aggiustato con rosmarino,aglio e aggiughe, viene cotto al girararrosto.
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