HomeLa RivistaBUONE FESTIVITA’ NATALIZIE AI LETTORI DI CENTRALMENTE LA RIVISTA CON L’ALBERO DI GUBBIO…

BUONE FESTIVITA’ NATALIZIE AI LETTORI DI CENTRALMENTE LA RIVISTA CON L’ALBERO DI GUBBIO…

Il Dubbio / 135

PAR CONDICIO O NEGLIGENZA?

di Enea Di Ianni

E’ diventato difficile, oggi, comportarsi bene, vivere socialmente in maniera irreprensibile. Ricordate quando, tranquillamente, dopo l’ultima boccata, aspirata con gusto, scagliavamo a terra il mozzicone della sigaretta e, dopo averlo schiacciato, doverosamente, col piede per assicurarci che giacesse innocuo, lo lasciavamo lì, a terra?

Erano i tempi in cui anche i cagnolini circolavano liberi e solo pochi  si facevano carico di rimuovere dal suolo i bisognini. Diciamo pure che il buon senso, l’educazione e le regole di comportamento sono ormai da tempo entrate con forza nel dibattito socio-politico per cui certe abitudini – non tutte! – si sono fatte “norme”, doveri da osservare.

La parità tra uomo e donna non è più un sogno, ma un diritto acquisito  che ha permesso, finalmente,  al gentil sesso di  non sentirsi più inferiore a nessuno. Una grande conquista che, però, ha tolto loro qualcosina di bello che il sesso, cosiddetto forte, non trascurava quasi mai.  Quando le donne venivano considerate “sesso debole” – e non era vero che lo fossero! – non c’era uomo che, nei mezzi pubblici di trasporto, non le cedesse il posto a sedere e altrettanto accadeva, cavallerescamente,  nell’attraversare un passaggio: per gli uomini era bello e galante ceder, spontaneamente, il passo al “sesso gentile” e non debole o inferiore. Evolvendoci, siamo andati avanti e ci siamo resi conto che da sottolineare non sono le differenze, bensì le cose che  accomunano, quelle  che ci tengono socialmente e affettivamente vicini. Qualche anno fa la Diocesi di Sulmona bandì un concorso per tutti gli alunni delle scuole Primarie e Secondarie di 1° grado, un concorso sul tema del Natale. Si sapeva benissimo della presenza, nelle diverse scuole, di ragazzi di religione, etnie ed anche culture diverse dalla nostra, ma si volle e si lasciò che il concorso fosse aperto a tutti.

Il bello fu proprio scoprire che tutti, ma proprio tutti, al di là del loro credo religioso-culturale avvertivano, forte, il clima e l’atmosfera natalizia che si vive nei nostri centri.

Il rispetto delle “diversità” non passa attraverso la rinuncia alla propria specificità, ma piuttosto attraverso il rispetto e l’accettazione della specificità di ciascuno. Così si può arrivare a perdonare lo strombazzare rumoroso che accompagna l’esito di un confronto di calcio tra nazionalità o club diversi, come si può rimanere pacati ad osservare la festa che accompagna la vittoria elettorale di un partito o di una coalizione contrapposta alla propria.

Par condicio” e  “pari opportunità” vogliono dire rispetto per tutti e di tutti, sempre e ovunque. E’ così che cresce lo spazio per ciò che rappresenta gli uni e quello che caratterizza gli altri.

Unicuique suum”, dicevano i latini e anticipavano, nel pensiero e nella lingua, il senso dell’eguaglianza nella diversità: dare a ciascuno ciò di cui abbisogna.

Nella città di Ovidio si è stati davvero eccezionali nell’osservanza di tale principio che la sua applicazione e osservanza si è fatta anche “visiva”, immediatamente visiva. Come da tradizione, la sera dell’Immacolata Concezione si è proceduto all’accensione delle luminarie natalizie in tutte le comunità  tutti pronti, diversi anche anche comodamente seduti, nel tratto di Corso Ovidio antistante il complesso della Casa santa dell’Annunziata, ad aspettare il “Fiat lux” da parte del Sindaco, la massima autorità cittadina.

C’erano adulti, giovanissimi, bimbi, musici, autorità e comuni cittadini, tutti in attesa dell’ accensione del grande albero di Natale, edizione 2023: un albero vero, maestoso e datato che, da tanto tempo, si contrappone, visivamente, alla chiesa della SS. Annunziata.  Accade ormai da anni che all’avvicinarsi dell’8 dicembre l’attenzione dei cittadini, i sulmonesi, si rivolga a quel maestoso albero provando, quasi, a immaginarselo con gli addobbi del momento e quando l’arrivo di operai del comune comincia a dar certezza  di addobbi e luminarie, gli animi si inteneriscono e l’immaginazione consente già di vederselo, maestoso, pronto al “Fiat lux”, quello della sera dell’Immacolata Concezione.

E’ accaduto anche quest’anno e quando il sindaco inizia a scandire scandisce, al microfono, “Meno diecimeno nove…” , all’improvviso, si tace, per un attimo,  il vocio della gente… poi si unisce al conto alla rovescia: “Meno, settemeno sei…” Il buio sembra più fitto, poi, finalmente, arriva ”… meno uno… via!”

Un boato  s’accompagna all’esplosione di luce, colori,  musica e vocio.

Cantano i bimbi, si commuovono gli anziani e il vecchio robusto albero pare voler offrire, con i  rami protesi verso Corso Ovidio e l’Annunziata, il meglio del momento: luccichii dorati e tanti riflessi luminosi.

E’ stato così anche quest’anno, ancora una volta, e i più curiosi, quelli che hanno sbirciato, di straforo e a distanza, l’avvio dei lavori di addobbo, ora osservano, curiosi, i dettagli. Dopo la sorpresa del primo momento, qualcuno si  accorge che l’albero di Natale indossa, quest’anno, l’abito della parsimonia forse aborrendo, come suol dire Mughini, lo sfarzo di sempre. E’ così? Non credo si tratti di questo… penso si tratti di qualcosa di più incisivo, toccante e attuale: forse si tratta di “par condicio”:  rispetto delle minoranze, magari di quei pochi che hanno del Natale e di un albero addobbato un’idea diversa da quella  di tanti di noi. In fondo gli alberi hanno una loro vita e una loro dignità, non vanno violentati con nastri dorati e luci variopinte, con festoni dorati a sostegno di palle dorate. Gli alberi vanno curati con le attenzioni che si devono al verde, al “green”. Non vi pare?

Può essere. Quello che non convince rimane l’addobbo a metà.

Festoni dorati, palle e luminarie sulla parte dirimpetto al complesso della SS. Annunziata, sul versante di Corso Ovidio, e il nulla, assolutamente il nulla, sull’altra metà: quella a due passi dallo storico cinema “Balilla” (…il cosiddetto “pidocchietto”, ex cinema “ Vittoria del periodo fascista e, dal maggio 2011, proprietà della Fondazione Carispaq e sempre in attesa di un restauro annunciato…).

Sono andato a verificare “de visu”. Ci sono andato di sera, sul tardi e ho visto l’albero brillare sul davanti: un dorato da scaldare davvero il cuore a chiunque. Un’ immagine di festa. Poi ho guardato il lato “versus”, opposto, quello spoglio, non contaminato dallo sfarzo di luci e addobbi dorati…

Che tristezza! Davvero un senso di abbandono che fa male alla vista e al cuore. Ho l’impressione che entrambi, il retro dell’albero lasciato senza addobbi e luci e l’ex Pinocchietto-Balilla, chiedano, a ragione, un perché del loro stato. che dire? “Risposta non c’è, o forse, chi  lo sa, caduta nel vento sarà…” Proprio come cantava Luigi Tenco.

 

 

Nessun Commento

Inserisci un commento