HomeLa RivistaSI COMPRA TUTTO, OGGI?

SI COMPRA TUTTO, OGGI?

Il Dubbio / 133

SI COMPRA TUTTO, OGGI?

 Una capatina ai centri commerciali della zona non è obbligatoria, è vero, ma, con il Natale alle porte, è perlomeno doveroso. Tanto per farsi un’idea delle novità delle ultime ore o, magari, trovarla lì, l’idea, proprio tra gli angoli addobbati di rosso e oro, i colori simbolo delle feste natalizie e di fine anno.
                    Varcata la soglia del grande o piccolo centro commerciale, l’atmosfera è la stessa: gradevole tepore, sottofondo musicale soft, clima di festa, abbondanza di tutto, del necessario e del superfluo, e il primo sentimento che provi è di imbarazzo. Da dove cominciare il percorso della curiosità?
Ogni angolo è buono e, infatt, dovunque c’è gente. Vien da pensare che il via vai sia frutto di un pensiero preciso e che, in simultanea, contagia tanti, un pensiero elaborato a mente cheta: anticipare gli acquisti del momento per poter contare sulla calma della scelta e, perciò, non sentirsi con l’acqua alla gola: l’ansia che ti assilla quando ti riduci a doverlo fare all’ultimo minuto. Comincio a muovermi  spaziando, con lo sguardo, qua e là e avvertendo, da subito, che non sarà facile orientarmi nella scelta perché c’è davvero tanto ben di Dio e ogni cosa esposta mi pare possa essere il dono giusto per l’amico, per il familiare, per il collega di lavoro.
Dopo una buona mezz’ora di percorsi alla guida del carrello che, nell’indecisione, rimane vuoto, mi decido a metterci dentro un panettone, un pandoro e tre torroni: il tradizionale bianco e duro, il morbido e quello al cioccolato. Giusto un assaggio del Natale da gustare, in serata, in famiglia.
Uscendo da quei luoghi di avida perdizione visiva, mi rendo conto della difficoltà che viviamo al presente tutti, sottoposti, come siamo, ad un continuo stress del dover scegliere. C’è sempre tanto, troppo, in mostra e nessuno può più sottrarsi all’impegno di fare scelte, al “così fan tutti… !”
Un esempio? Iil mercato dell’energia, luce e gas, martella più o meno tutti con offerte, proposte e condizioni che, pure, cerchiamo di capire e riflettere con attenzione, evitando la fretta. Solo qualche tempo dopo aver optato, per l’una o per l’altra proposta, ci accorgiamo che i benefici sperati tardano ad essere avvertiti. Proviamo a chiedere spiegazioni ed è allora che scopriamo di aver conferito sempre e soltanto con un Call Center e che l’operatrice che, quel giorno, trattava per l’azienda X definendo la proposta come “migliore offerta”, magari il giorno dopo ne raccomandava un’altra definendola altrettanto “migliore”. Un sentimento nuovo, a quel punto, va facendosi strada e, a lungo andare, rischiamo davvero di venir contagiati: l’arrendevolezza.
Così ci si arrende di fronte agli eventi naturali, ma anche all’opacità della politica, all’usa e getta, all’aperitivo cenato, alle lunghe code nei diversi uffici pubblici malgrado, ormai, l’uso consolidato del “numeretto” che consente di sapere il numero che sei, ma non quando sarà il tuo turno. A meno che…
Sembrerebbe proprio che, oggi più di ieri, tutto possa facilmente comprarsi, anche l’amicizia., tant’è che c’è chi ha quasi cinquemila amici.
Non volevo crederci quando mi è stato riferito, ma, poi, me lo ha confermato proprio l’interessato: ha digitato qulalcosa sul suo telefonino e, lì per lì, mi ha mostrato la scritta che riportava in 4092 il numero attuale di suoi amici.
Amici di facebook, quelli di cui una parte ha l’abitudine di inviarti un’immagine serale e una mattutina per augurarti la buonanotte e il buon giorno.
Lo fa sempre, con puntualità oraria, instancabilmente, tutti i giorni, festivi compresi! Ho scoperto, poi, da esperti del marchingegno, che la cosa non costa affatto fatica: basta avere una lista di nomi e con un clic, con un solo  tocco di dito, quei nomi vengono tutti raggiunti dallo stesso messaggio e dalla stessa immagine. Un’altra parte di amici, più scarna della prima, è costituita da  quelli che non assillano quotidianamente, però sono lì tutte le volte che c’è da segnalare la dipartita di qualche persona che, in qualche modo, può interessare il gruppo. Un terzo gruppo, ancora più scarno del secondo, è costituito dai ricercatori-collezionisti di frasi e immagini ad effetto.
Sanno sempre scegliere quelle giuste, giuste ovviamente per loro, e le inviano quando l’argomento va per la maggiora. Non elaborano pensieri propri, si impegnano, però, a nuotare in quello d’altri e, prontamente,  a dirottare quelli ad effetto verso gli “amici”.
Comune a tutte queste tipologie di “atipicità amicale” è il tempo che li impegna con lo strumento tecnologico. Sì, perché bisogna avere tempo per cercare immagini, per segnalare lutti, per veicolare pensieri e riflessioni  ad effetto. Sicuramente va crescendo, anzi è cresciuto di molto il numero di adulti che rimangono attaccati allo smartphone, quelli che, per dirla con Giulio Scarpati, sono lì, sempre all’erta, “subitamente pronti a riprendere i figli che mangiano-dormono-bevono- RESPIRANO…”. Stanno quasi in silenzioso agguato per poterli “riprendere” non nel senso di correggerli, richiamarli… No, ”riprenderli”  nel senso di immortalarli in video, in una infinità di video.
Ho pensato subito ai tanti video che, solo dopo qualche giorno, diventano ormai superati, obsoleti e alle altrettante fotografie che vanno ammassandosi nella memoria dei cellulari… Foto che finiremo, di sicuro, col dimenticare e che, se e quando capiterà, casualmente, di vederle riaffiorare, confermeranno l’inutilità di averle scattate se poi non si è goduto del  tempo per poter rifletterle, per stupirsi, per condividerle  e anche, perché no?
Per tornare a commuoversi  come capitava ogni volta che si andava  a sfogliare, insieme e nelle serate di freddo, un album fotografico in  famiglia.
La fretta che domina nel nostro tempo ha fatto sì che, quasi, non si usino più gli album fotografici e neppure che li si sfogli insieme. a casa. Invece…
Invece si è fatto ogni anno più faticoso l’andirivieni per  negozi nella vana ricerca di regali ad effetto. Forse è il caso, ed è anche tempo, che torniamo a cercarli non nei negozi della nostra città o paese e neppure nei grandi  centri commerciali delle città più grandi, ma nel piccolo mondo di ciascuno di noi.
E’ tempo di dedicare attenzione a noi stessi, alla stagione che viviamo e che va sprecata girovagando alla ricerca di quel che non c’è.
Per essere felici bisogna vivere il presente, l’oggi, apprezzare quanto si ha ora, minuto per minuto. Il passo più lungo della gamba non promette nulla di buono. Proviamo, per una volta, ad essere saggi, ad a imitare i saggi.
Ci chiediamo chi  è mai il saggio?
Il saggio è colui che realizza il presente.  Il saggio è colui che, quando ha sete, beve.
Sente l’acqua fresca che gli scende per la gola e pensa: – Oh quanto è bello bere! -. Il saggio è colui che quando ha fame, mangia e mentre mangia pensa: – Oh quanto è bello mangiare! -”  La saggezza, però, non si compra.
Nessun Commento

Inserisci un commento