FRANCESCO BELLUOMINI POETA

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La figura di Francesco Belluomini è il compendio di una grande opera di impegno culturale e creatività letteraria testimoniata dalla sua lunga e ricca carriera. Nato a Viareggio nel 1941 e ha trascorso gran parte della sua vita a Lido di Camaiore, Belluomini ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama letterario italiano.

Poeta e operatore culturale di spicco, la sua eredità più tangibile è probabilmente il Premio Letterario Camaiore, che ha fondato nel 1981 e che ha guidato nella veste di presidente nella continua promozione e riconoscimento del talento poetico, nella sicura contribuzione della crescita della scena letteraria italiana.

La sua produzione poetica è vasta e diversificata, abbraccia titoli che spaziano con “L’altro io”, agli esordi, a opere più recenti come “Intimi riflessi”. Ogni raccolta sembra essere una finestra aperta sulla complessità dell’animo umano, esplorando temi che variano dall’equivoco alla nudità degli eletti, dando vita a una narrazione poetica che si evolve nel corso degli anni.

La sua creatività  non si limita alla poesia ma abbraccia anche il mondo del romanzo, con opere che affrontano argomenti delicati e storici, come “L’eccidio di Sant’Anna di Stazzema” e “Nel campo dei fiori recisi – Scampoli di olocausto”. In questi lavori, Belluomini sembra fondere la sua sensibilità poetica con una narrazione più lunga, creando opere che sono sia emotive che storicamente rilevanti.

La sua presenza nell’ambito letterario  si estende anche attraverso la partecipazione ad antologie, periodici e riviste specializzate. Questo testimonia la sua interazione continua con la comunità letteraria nazioale ed internazionale,  arricchendone il dialogo culturale.

La sua scomparsa nel 2017 ha rappresentato una perdita significativa. Tuttavia, il lascito di Francesco Belluomini perdura nelle sue opere, nel Premio Letterario Camaiore e nell’ispirazione che continua a offrire agli amanti della poesia e della letteratura. (R.P.)

UNA MANCIATA DI SASSI.
Dondolano le scarpe sdrucite
dell’uomo seduto sul bordo del fiume.
Immoto è lo sguardo sul cerchio
del sasso lanciato, che allarga
per poi svanire nel nulla.
Un altro sasso, un altro cerchio
e in esso il film del tempo perduto.
Una pausa, un tonfo, un cerchio
ancora più grande, e sull’argine
una manciata di sassi la cui ombra
è sfruttata da due mosche in amore.
1976

SENZA INGIURIE SGORGA
Entro limiti segnati appoggio il peso delle mie orme venate da un filo di verde.
Al palo la tortura di mordersi le mani rendendo agli altri il tuo frenato, che senza ingiurie sgorga.
Ma passando i confini con la forza del mio -schiavando le mode- vestirà la mia vita solo panni feriali.
1977

FINE ANNO: CONSUNTIVO.
I giorni sono vecchi di mercato le strade hanno perso simpatie gli eventi ci hanno pigiato sulle scale e la natura affretta la chiusura del sipario.
Troppi la lavagna ha cancellato i grandi si sono resi pellegrini le vele son rimaste nelle stive e l’uggia mi divora il resto della mente.
1977

E LA PICCOLA A LETTO
Noi due a parlare da folli con i vetri rigati dalla pioggia, noi due e la piccola a letto a costruire castelli con la bolletta della luce da pagare…
1978 Lido di Camaiore

RACCONTARE A NESSUNO
( ma Ulisse non c’entra, per favore )
Raccontarci oggi sacramentando sacrificati al gioco del parlato messo in fila.
Asfittici raccontare saltellando tra le righe di fossili tarde masturbazioni mentali; raccontare assessuati di assuefatte ragioni mentre il vento ci vomita addosso l’inadempienza incipiente di noi inadempienti con pretesa d’ascolto di futuri fantasmi; e girare a braccio tra vendita e consumo dando scontato quel quid di scollamento in margine alle nostre disattese attese, traditi dall’onda che ci frange dentro nel cupo suono del mare della sera.
1982
1. Santa Croce Sull’Arno

Per Rosanna

“Mi capisci, spero,
anche se annotta presto sul divano.
Nessuna flotta ha più
il suo capitano di ventura,
né stura desideri oltre
il consenziente questa alcova.
Di me vivi seduta questo dato
piegato all’udire: c’è sorriso
d’inverno dentro con Davide
senza alcun Golia.”

Lido di Camaiore, 1982