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OMAR KHAYYAM E LE SUE QUARTINE

 

Omar Khayyam, figura eminente nella letteratura persiana, ha lasciato un’impronta duratura attraverso la sua attività poetica.

Celebre soprattutto per le sue Quartine (Rubʿayyāt), le quali esplorano temi profondi attraverso versi densi di significato. Khayyam non limitò la sua espressione solo ai ritagli di tempo, destinando le sue opere a un pubblico di amici e intenditori.

Le Quartine di Khayyam, spesso evocative del vino e dell’ebbrezza, si rivelano sorprendentemente articolate e intrise di riflessioni sulla vita, sulla divinità e sulla condizione umana. In alcuni versi, emerge una critica pungente e audace verso la religione e una sfida al dogma. L’approccio di Khayyam alla poesia non si limita a celebrare il vino come mera libazione, ma si estende in un panorama più ampio di filosofia e contemplazione.

L’influenza di Khayyam ha superato i confini della sua lingua madre.

La traduzione in inglese da parte di Edward Fitzgerald nel 1859 ha portato la sua poesia a un pubblico internazionale, offrendo una finestra sulle complessità e le profondità delle Quartine. La traduzione in francese curata da Jean Baptiste Nicolas, che presenta oltre 400 quartine, ha ulteriormente contribuito a diffondere il suo lavoro, così come in Italia dove Alessandro Bausani ne ha offerto una traduzione apprezzata che ha ampliato l’accessibilità delle sue Quartine agli amanti della letteratura italiana.

L’influenza di Khayyam si riflette anche nella musica e nell’arte. Celebri artisti come Francesco Guccini e Fabrizio De André hanno integrato le sue quartine nelle loro canzoni, e il richiamo alle sue parole è diventato un elemento di riflessione e ispirazione in opere letterarie, come nel caso di Gabriele D’Annunzio.

La citazione indiretta di Khayyam nel “Notturno” di D’Annunzio riflette la persistente risonanza delle sue parole. La poesia di Khayyam, con la sua combinazione di profonda filosofia e sensualità, è un richiamo per coloro che cercano significato e bellezza nelle sfumature della vita.

Omar Khayyam si erge quindi come un poeta immortale la cui eredità continua a influenzare la letteratura e la cultura attraverso le sue Quartine. La sua abilità di trasmettere pensieri profondi attraverso versi semplici e diretti ha reso la sua opera un tesoro letterario, un invito alla riflessione sui misteri dell’esistenza nella ricerca de la saggezza attraverso la bellezza delle parole. ( R.P )

103*

O cuore, fa’ conto di avere tutte le cose del mondo,

fa’ conto che tutto ti sia giardino delizioso di verde,

e tu su quell’erba verde fa’ conto di essere rugiada,

gocciata colà nella notte e al sorgere dell’alba svanita.

10*

Oggi potere alcuno non hai, no, sul domani,

E ripensare al domani non è che tristezza.

Non perder quest’attimo dunque se il cuore tuo non è

                                          folle:

Di questo resto di Vita non si vede il Valore.

12*

O Ruota crudele del cielo, dall’odio tuo viene la Morte

E l’ingiustizia fu sempre lo stile tuo antico ed eterno.

O Terra, se il petto tuo squarciassero gli uomini

Quante preziose perle vedrebbero entro il tuo seno!

29

Poi che null’altro che vacuo vento ci resta d’ogni cosa

                                        ch’esiste,

Poi che difetto e sconfitta colgono al fine ogni cosa,

Considera bene: ogni cosa che è, è in realtà nulla;

Medita bene: ogni cosa ch’è nulla, è in realtà tutto.

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