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Bolla de Sapone

Letteratura e poesia 101

Carlo Alberto Camillo Mariano Salustri (Trilussa)

 

Il 1° dicembre del 1950 il presidente della Repubblica Luigi Einaudi lo nominò senatore a vita con la seguente motivazione:

Per avere illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo letterario e artistico.

A questa solenne nomina il poeta, da tempo malato e conscio della fine  imminente, commentò: “M’hanno nominato senatore a morte”. Il 21 dicembre del 1950 si spegneva a Roma Carlo Alberto Camillo Mariano Salustri, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Trilussa, poeta del dialetto romanesco. L’ultimo “PASQUINO” di Roma, poeta, favolista, giornalista, con la sua satira mordente sempre puntuale nella descrizione della realtà quotidiana sapeva arrivare al cuore della gente più comune che gli restituì affetto e fama. Era nato a Roma da Carlotta Poldi, cameriera colta presso il marchese Ermenegildo Del Cinque, che volle suo figlio colto ed istruito tanto da iscriverlo, nonostante lo stato di vedovanza ed il  basso reddito, in una scuola prestigiosa: il Collegio Poli, gestito dai monaci.

Trlilussa fece sempre onore agli sforzi del genitore ricambiandoli con una vita dedicata alla cultura dove, attraverso l’uso del linguaggio romanesco,  si adoperò in una satira feroce che non risparmiò politica e notabili e, con le suo “favole rimodernate” prese a prestito dalla favolistica antica alle quali diede  una morale nuova e attualizzata alla contemporaneità di allora, ne sferzò con essaci costumi  evitando di banalizzarla in forma generica e astratta, ma direttamente legata alla concretezza dei fatti della vita.

(RP)

Bolla de Sapone

Lo sai ched’è la Bolla de Sapone?
L’astuccio trasparente d’un sospiro.
Uscita da la canna vola in giro,
sballottolata senza direzzione,
pe’ fasse cunnolà come se sia
dall’aria stessa che la porta via.

Una farfalla bianca, un certo giorno,
ner vede quela palla cristallina
che rispecchiava come una vetrina
tutta la robba che ciaveva intorno,
j’agnede incontro e la chiamò: – Sorella,
fammete rimirà! Quanto sei bella!

Er cielo, er mare, l’arberi, li fiori
pare che t’accompagnino ner volo:
e mentre rubbi, in un momento solo,
tutte le luci e tutti li colori,
te godi er monno e te ne vai tranquilla
ner sole che sbrilluccica e sfavilla. 

La Bolla de Sapone je rispose:
– So’ bella, sì, ma duro troppo poco.
La vita mia, che nasce per un gioco
come la maggior parte delle cose,
sta chiusa in una goccia… Tutto quanto
finisce in una lagrima de pianto.

Trilussa

(da Tutte le poesie)

 

Sai cosa è una bolla di sapone?

L’astuccio trasparente di un sospiro.

Uscita dalla canna vola in giro,

volteggiando senza direzione

per farsi dondolare, comunque sia,

dall’aria stessa che la porta via

Una farfalla bianca, un certo giorno,
vedendo quella palla cristallina,
che rifletteva come una vetrina
tutte le cose ch’essa aveva attorno,
le andò incontro e la chiamò: “Sorella!
Fatti ammirare! Oh, come sei bella!.

Il cielo, il mare, gli alberi, i fiori
Pare che t’accompagnino nel volo;
E mentre rubi, in un momento solo,
Tutte le luci e tutti i colori,
Ti godi il mondo e te ne vai tranquilla
Nel sole che sbarluccica e sfavilla”.

“Son bella, sì, ma duro troppo poco.
La vita mia, che nasce per un gioco
come la maggior parte delle cose,
sta chiusa in una goccia… Tutto quanto
finisce in una lacrima di pianto”.

(PLP)

 

 

 

 

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