Ho, fresca, tra le dita, la recente pubblicazione dell’amico e poeta Evamdro Ricci, in dialetto di Secinaro, edita da QUALEVITA, Torre de’ Nolfi (Bugnara) nello scorso Gennaio. L’ho appena trovata in cassetta e ,dopo aver ringraziato, davvero di cuore, l’autore, ho cercato di soddisfare, come fanno i bambini non visti, la prima curiosità, quella di sfogliare e leggere. Mi piace il titolo: “Remanè partì” e si confà al mio intendere la vita ovvero il porsi, per l’essere umano, sempre di una doppia possibilità di scelta che, alla fine, impone una decisione: preferire e scartare.
E’ così che entra a far parte delle nostre vite il cosiddetto “senno del poi”, quella riflessione, sempre postuma, che ci rimanda a pensare che forse sarebbe stato meglio, nella scelta, optare per ciò che abbiamo lasciato da parte: “Forse… magari… probabilmente…” Sarà sempre così, in tutti i campi, nel lavoro e nell’amore, nell’amicizia e nella professione, nella scelta dell’indirizzo scolastico.
Apro il libro e mi colpisce subito la poesia “JU VIAJE”, il viaggio, l’andare di noi tutti verso una meta, una individuata in riferimento ad un perché, ad un bisogno, ad una curiosità. Incontreremo sempre qualcuno che si aggrega, percorre magari un tratto con noi per poi prendere un’altra direzione. Abbiamo un vantaggio noi umani, così dice il poeta: sappiamo di essere di passaggio e di cercare un mondo migliore. Possiamo scegliere, cosa che non può fare il nostro pianeta che rimane attratto dal sole. Noi sì, dobbiamo scegliere ma non di fermarci, magari di tornare a vivere in un mondo migliore. E’ possibile?