HomeCulturaartiGLI NFT, LA CRIPTOARTE NEL MONDO DELL’ARTE

GLI NFT, LA CRIPTOARTE NEL MONDO DELL’ARTE

Il mondo dell’arte è diventato infinito. Tutte le nuove proposizioni estetiche, sopratutto quelle di carattere “concettuale” o psudo tale, spinte da una notevole compagine critica che tutto avvalla, ha partorito l’idea che qualsiasi prurito mentale possa essere e diventare arte.  La creazione e la possibilità per tutti dell’uso dei nuovi media ha sicuramente allargato le probabilità espressive e solleticato, con l’uso di  software apparentemente alla portata di tutti, l’idea di un facile prodotto artistico. Naturalmente non è così. L’opera, quale che sia la forma artistica della sua rappresentazione, necessita di quella manualità colta capace di coniugare le relazioni fra pensiero-concetto e la strumentazione tecnico-manuale in grado di darle corpo, espressa attraverso un linguaggio diverso dalla parola. Anche nella sua forma digitale codice espressivo capace, nel racconto, di suscitare “emozione”ovvero “altro” rispetto ad un banale ripetitivo del già visto. L’uso quotidiano dei media e la conseguente produzione, a ritmo continuo, di immagini, suoni, filmati e combinati d’insieme, non ha lasciato indifferente l’economia che, a differenza degli artisti, ha compreso immediatamente la possibilità di far diventare “valore” questo enorme flusso di produzione. Lo ha fatto naturalmente alla sua maniera, ovvero ha creato un circuito di vendita internazionale dove  ha dichiarato di voler salvaguardare sopratutto il valore derivante dalla proprietà intellettuale delle opere, ma ha creato, in realtà, solo uno spazio di vendita che funziona senza oneri e fastidi di conservazione. Le opere materiali necessitano di grandi spazi per la loro conservazione , nel caso degli NFT si ha  la loro “immutabile registrazione”  dell’immateriale messo in vendita ( chi compra NFT acquisisce la proprietà di una immagine possedendone solo il certificato digitale di possesso senza l’opera o, tuttalpiù una sua versione digitale che, se in rete, in realtà può essere aquisita da chiunque). In realtà anche la garanzia dell’uso esclusivo di un NFTe è solo parzialmente vera e molto legata all’interesse finanziario del sistema che lo gestisce  poichè la digitalizzazione e conservazione dell’opera sta in piedi e funziona  finchè anche il sito conservante lo è; nel momento in cui il sito ospitante venisse chiuso, per qualsiasi motivo, tutto registrazione e valore scomparirebbero. Un po come già avvenuto per la recente esperienza che ha riguardato la conservazione digitale dei dati su CD o DVD, venduti come inalterabili ed eterni, sicuri per la conservazione dei dati, in realtà assolutamente inaffidabili spesso responsabili della perdità di quanto affidato alla conservazione. Tutto questo è ciò che avviene attraverso gli NFT, nuovo mercato legato a quello dei BitCoin che sta apportando nei mercati una vera e propria rivoluzione, non  neccessariamente positiva.


Cos’è un NFT?
Con questa sigla vengono identificati gli Non-Fungible token ovvero degli strumenti realizzati per la compravendita di opere d’arte digitali. Un’opera  NFT permette al compratore di avere un vero e proprio documento, ma virtuale, chiamato smart contract, che certifica il proprio diritto sull’opera stessa. Il supporto digitale scelto crea una lunga sequenza di 0 e 1 che viene inserita in una sequenza più corta, definita hash. Come per l’arte “materiale”, tutto può diventare opera d’arte “digitale” inserita in un NFT. Un esempio arriva dalla NBA che crea NFT delle migliori giocate delle sue stelle del basket. Altri esempi arrivano per testimonianze dal mondo del web, basti pensare al primo tweet di Jack Dorsey, fondatore e CEO di Twitter. Un esempio famosissimo perché riassume l’essenza dell’arte digitale visto che l’NFT di questo tweet è stato battuto all’asta per circa 2 milioni di euro. Anche i “meme”( Con “meme” si intende un’idea, un’informazione o un’azione che si diffonde, tramite ripetizione o imitazione, nella cultura di massa.) di internet possono essere degli NFT. E’ il caso di  Nyan Cat con il suo NFT, venduto all’asta per oltre 600mila euro. Ovviamente, non dovete pensare che la famosa GIF sia sparita dalla rete internet ma chi ha vinto l’asta ha, a tutti gli effetti, comprato il primo vero e proprio “meme” del web. Si potranno fare miliardi di copie ma è solo il proprietario della NFT a godere dello smart contract che certifica il possesso dell’opera. Un sistema che permette alle opere d’arte digitale di viaggiare da collezionista a collezionista senza la paura di perdere la proprietà intellettuale su di esso. Una paura, quella del copyright nel mondo digitale, da sempre molto grande e sempre più difficile da tenere sott’occhio. Nel mondo dell’arte si dichiara che, grazie agli NFT, tutti questi timori spariscono. Fare, creare, divulgare ed anche vendere arte (soprattutto digitale) diventa molto più semplice grazie a questo metodo che ha creato una vera e propria rivoluzione. L’NFT, acronimo di Non-Fungible Token, è un certificato di autenticità digitale, che attesta le caratteristiche, l’originalità e la proprietà di un bene materiale o digitale. Si tratta di uno strumento  per tracciare la proprietà di file digitali. L’oggetto certificato dall’NFT è originale e non interscambiabile. Il tutto è censito su registri crittografati basati sulla tecnologia “blockchain” e per acquistare un NFT è necessario avere un portafoglio digitale di criptovalute, compatibile con la blockchain su cui viene creato l’NFT. Il movimento della Criptoarte ha dato un nuovo valore artistico e di mercato all’arte digitale, cioè alle opere realizzate o presentate con tecnologie digitali. I primi esempi di arte digitale risalgono agli anni Sessanta e nel tempo questa si è evoluta con lo sviluppo della tecnologia e di software dedicati proprio alla realizzazione e alla fruizione di opere d’arte. La Criptoarte vede la creazione di opere d’arte digitali legate alla tecnologia blockchain, che è arrivata nel mondo dell’arte nel 2017. La blockchain è un registro pubblico di dati che tiene traccia degli scambi di proprietà digitali fra soggetti diversi. Si tratta di un registro condiviso e immutabile, nel senso che può essere solo esteso e non si possono modificare o eliminare i blocchi già presenti. Nel registro, le informazioni vengono raggruppate in blocchi concatenati in ordine cronologico e suddivise in archivi decentralizzati. Questa tecnologia è nata, in realtà, in ambito finanziario. La blockchain, infatti, fu introdotta per la prima volta nel 2008 da un anonimo inventore, o gruppo di inventori, noto con lo pseudonimo Satoshi Nakamoto, ed è la struttura informatica alla base della criptovaluta Bitcoin. Si tratta di una tecnologia altamente performativa che può fare numerose operazioni di calcolo in tempo molto rapido, tenendone tracciabilità in modo immutabile, tutti elementi impagabili per quanto riguarda l’aspetto finanziario. Questa tecnologia, poi, ha avuto anche impieghi diversi da quello finanziario e l’arte è stata uno dei principali settori in cui ha preso piede, ma non è l’unico. Fra i vari ambiti, la tecnologia blockchain ha un ruolo importante anche nel gaming, nelle compravendite nei metaversi e nell’agricoltura. L’arte è stato uno dei settori principali in cui la blockchain ha acquisito importanza. Negli ultimi anni, artisti con capacità creative spiccate e conoscenze tecniche di livello hanno iniziato a sperimentare nuove forme d’arte digitale e, a mio avviso, per tutti questi motivi l’arte è il contesto che ha riscosso maggiore successo. Aspetti economici  hanno plasmato questo fenomeno nel coniugare il valore artistico e concettuale che l’arte ha di per sé, unita a un processo altamente performativo a livello finanziario che ne ha acceso un forte interesse mediatico . Questo nuovo strumento tecnologico ha portato, inizialmente, a una maggiore indipendenza degli artisti dal sistema tradizionale. Molti di questi hanno iniziato ad auto-pubblicare le proprie opere come NFT e a non sottostare alle regole del mercato dell’arte tradizionale, staccandosi dalla dipendenza delle gallerie. Inoltre, tramite i social media, gli artisti hanno creato la loro comunità, diventando  imprenditori di se stessi. 
Andiamo ora a vedere in che modo una foto, un disegno, un qualsiasi file digitale diventa un NFT. 

Tutto parte da un’opera, che essendo in formato digitale, corrisponderà ad una sequenza di numeri 0 e 1. La sequenza viene ristretta attraverso il processo di hashing in una più corta, denominata hash. L’bash è la formula che determina  l’unicità dell’opera.
Una volta ottenuto l’hash, questo viene registrato all’interno di una blockchain. Quando l’opera dovesse essere venduta, questa operazione verrà registrata all’interno del registro virtuale in modo che nessun altro, se non il proprietario originale, possa rivendicarne la proprietà.

Il progetto ”Riciclaggio di denaro” è un atto artistico che nelle sue intenzioni recupera il valore del danaro nell’era della svalutazione e al contempo ne denuncia l’uso improprio. Legato graficamente alla interpretazione Pop che Wharhol fece, con la sua firma sui biglietti da un dollaro, esaltandone la bellezza e facendoli diventare opera d’arte, questa operazione nel suo insieme vuole essere anche una risposta al riciclaggio di denaro, spesso, considerato collegato allo spazio NFT e all’arte in particolare.

REgeNErate è una collezione che esplora le fonti di ispirazione per un artista e la loro utilizzazione per la creazione di un nuovo prodotto artistico. La collezione fonde elementi del passato e del futuro, incorporando elementi classici e high-tech per creare un modello visivo unico. Le opere d’arte sono influenzate dal mondo Magrittiano e Dechirichiano nel tentativo della preservazione dello spirito della creazione artistica anche se si fonde con il Metaverso.  Nelle intenzioni dell’artista le produzione è in grado di trascendere lo spazio e il tempo, trovando infine senso espressivo, sotto forma di un blocco, sulla rete Ethereum.

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