HomeEditorialiLA MATURITA’ DI STATO NON MATURA: NOZIONISMO O COMPETENZE?…E IL TERZO “GODE”

LA MATURITA’ DI STATO NON MATURA: NOZIONISMO O COMPETENZE?…E IL TERZO “GODE”

Editoriale / 64

La Maturità di Stato non matura: nozionismo o competenze?…e il terzo ”gode”.

di Pierluigi Palmieri

 

Su questa Rivista, esattamente venti settimane fa, nel mio editoriale ho commentato le manifestazioni di piazza promosse in tutta Italia dagli studenti che chiedevano la conferma anche per quest’anno dell’abolizione delle prove scritte agli esami di maturità, come era avvenuto per i due anni precedenti durante la massima emergenza Covid.

Di quel mio articolo mi permetto di replicare qui il passaggio nel quale, con amara e neanche troppo celata ironia, riportavo alcune delle più clamorose “storpiature” registrate nel corso del Maxi- colloquio finale scelto come formula sostitutiva delle prove scritte e orali tradizionali ( che poi tanto tradizionali non sono, se si pensa alla più datata modalità delle prove scritte e orali “su tutte le materie”).  Nel mio articolo sottolineavo che qualche studente, evidentemente  molto sensibile alle vicende della Shoah, aveva indicato Italo Calvino come autore di “Se questo è un uomo” di Primo Levi e qualche altro, molto attento alla Storia, aveva addebitato all’esercito Nazista il disastro atomico di Hiroshima e Nagasaki. Riferivo che altri ancora aveva attribuito  le stesse identiche parole d’amore ( …Silvia, rimembri ancora. Quel tempo della tua vita mortale, Quando beltà splendea. Negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi…) non al solo Giacomo Leopardi, ma indifferentemente a Francesco Petrarca e a Giovanni Pascoli. 

Ad essere benevolo considero come semplice lapsus la definizione di “estetista” attribuita a Gabriele D’Annunzio, mentre credo sia molto preoccupante il caso dello studente che invitato a leggere il X Agosto di Pascoli ha esordito con un disinvolto “ics” Agosto. Il Ministro Bianchi, nello scegliere le tracce per la prova scritta di quest’anno, probabilmente ha pensato che i nostri ragazzi  siano riusciti a colmare  tutte le lacune che, a mio giudizio con il Covid hanno poco a che vedere. Tra le sette proposte c’è infatti proprio Giovanni Pascoli con ‘La vita ferrata’, tratto da Myricae, per la tipologia Analisi e interpretazione di un testo letterario, dove l’alternativa è la novella ‘Nedda’ di Giovanni Verga.

Ma anche la Shoah nella tipologia Analisi e produzione di un testo argomentativo, sembra quasi proposta per una sorta di “riparazione” agli strafalcioni di cui sopra, con un riferimento, molto assonante al titolo di Levi, a ‘La sola colpa di essere nati’ il libro di Gherardo Colombo e Liliana Segre.

Spero proprio che l’attuale Ministro non si sia fatto condizionare dalla protesta degli studenti e la coincidenza pressoché totale degli argomenti proposti con quelli individuati dal “Tototracce” della vigilia non sia una compensazione conseguente alla forzatura della reintroduzione delle prove contestate con le manifestazioni di piazza,  ma non posso che ribadire il pensiero espresso a suo tempo, dopo aver visto con i miei occhi striscioni del tipo “GLI IMMATURI SIETE VOI” e  sentito con le mie orecchie frasi del tipo “riteniamo ingiusto essere sottoposti ad esami regolari” perché “la pandemia ha stravolto il modo di studiare e di scrivere”. Se lo stravolgimento è fuori discussione, affermare di non voler sostenere esami “regolari” è preoccupante. La mancata distinzione concettuale di due momenti storici, l’uno legato alla necessità di ridurre al minimo i contatti nel drammatico momento epidemiologico  (pre – vaccino) e l’altro al rientro nella normalità e a restituire credibilità al sistema Scuola, fa pensare alla punta di un “iceberg” che nasconde problematiche organizzative ben più complesse. I nostri giovani non sono stati messi nelle condizioni di effettuare questa distinzione, perché nella prassi scolastica il valore della conoscenza in sé non è ancora un postulato.

 L’Unione Europea ha elaborato le  competenze chiave che consistono in  “un insieme di conoscenze, abilità e atteggiamenti di cui ogni cittadino ha bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personali, l’occupabilità, l’inclusione sociale, uno stile di vita sostenibile, una vita fruttuosa in società pacifiche, una gestione della vita attenta alla salute e la cittadinanza attiva”. Si presume che la scuola sia il luogo principe per l’acquisizione delle otto competenze individuate  e definite molto significativamente “alfabetica funzionale”, “multilinguistica”,  “matematica”,  “digitale”, “personale, sociale e capacità di imparare ad imparare”, “sociale e civica in materia di cittadinanza”, “imprenditoriale”, “consapevolezza ed espressione culturali”. Alla stessa scuola è assegnato prevalentemente il compito  della relativa certificazione. Si pensa cosi di superare il nozionismo, che con le sue  deformazioni mortifica il senso stesso di nozione, Ho letto una riflessione di un professore viterbese che commenta con soddisfazione il fatto che una studentessa abbia iniziato il suo esame con una slide con il titolo della sua trattazione e proposto all’intera aula di indossare un “naso finto“ per coinvolgere tutti in attività volte a presentare supporti terapeutici per i ragazzi di oncologia pediatrica, “mostrando di conoscere – secondo il proprio livello – di essere competente nel proporre una presenza positiva e di supporto a bambini meno fortunati”.( Dall’Esame di Maturità alla certificazione delle competenze | TusciaUp Prof. Gianni Ginnasi). Un segnale di ottimismo che diffondo molto volentieri. Però (e sì c’è un però) con il voler incardinare, con la presunzione che l’informatica sia infallibile, il tutto in un sistema che si ritiene esaustivo in termini di valutazione e di modelli formativi, si  rischia di scivolare nel “competenzismo” (il neologismo è mio!). Su questo tema però rinvio il lettore all’articolo, quello sì esaustivo, di R. Regni pubblicato in questo stesso numero della Rivista ( v. IL LIMITE DELLA COMPETENZA – Centralmente).

Concludo con un giudizio del tutto personale: La maturità non è matura e a goderne è ancora il piatto mondo dei social.

 

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