Consumatori / 60
RITENIAMO MOLTO UTILE RIPROPORRE L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL “NOSTRO” CARLO RIENZI SUL SUO BLOG. GIA’ TRE ANNI FA, , PERCHE’ ANCORA ATTUALE E CONVINTAMENTE CONDIVISO DA CHI DIRIGE QUESTA RIVISTA,IL QUALE, NON PIU’ TARDI DI IERI, NEI GIARDINI CIRCOSTANTI L’OSPEDALE SAN SALVATORE DELL’AQUILA HA CONSTATATO LA PRESENZA DI CICCHE IN QUANTITA’INDUSTRIALE.UNO SPETTACOLO INDEGNO(Il Direttore) |
DIVIETO DI FUMO IN SPIAGGIA? SÌ!
Ha fatto molto rumore la nostra proposta di estendere al resto d’Italia il divieto di fumare in spiaggia che già oggi è attivo in alcune località italiane. Il nostro Paese, dove cambia tutto per non cambiare niente, non è abituato a una rivoluzione improvvisa e definitiva – seppur positiva. Eppure ci sono tante ragioni per cui il divieto di fumo in spiaggia, la creazione di litorali “smoking free”, avrebbe senso.
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Il fumo non solo nuoce ai fumatori, ma rappresenta un grave rischio per chi li circonda: anche se mi pare incredibile doverlo ribadire, i non fumatori subiscono le conseguenze nocive dell’inquinamento dell’aria a opera della “bionda”;
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I mozziconi di sigaretta non sono biodegradabili (chi l’avrebbe mai detto?), composti come sono di acetato di cellulosa ( un tipo di plastica che può impiegare dai dieci anni in su a decomporsi): considerando che di sigarette se ne producono 5,6 mila miliardi l’anno..
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Senza contare che le microplastiche rilasciate da questi rifiuti, se non accuratamente smaltite, spesso si riversano in canali di scolo, ruscelli, fiumi e quindi negli oceani;
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Inutile parlare ancora una volta degli effetti tossici su microorganismi, insetti, animali acquatici e uccelli. Basti dire che questi mozziconi sono stati trovati nel 30% delle tartarughe marine e nel 70% degli uccelli marini.