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DIVIETO DI FUMO IN SPIAGGIA? SÌ!

Consumatori / 60

RITENIAMO MOLTO UTILE RIPROPORRE L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL “NOSTRO” CARLO RIENZI SUL SUO BLOG. GIA’ TRE ANNI FA, , PERCHE’ ANCORA ATTUALE E CONVINTAMENTE CONDIVISO DA CHI DIRIGE QUESTA RIVISTA,IL QUALE, NON PIU’ TARDI DI IERI, NEI GIARDINI CIRCOSTANTI L’OSPEDALE SAN SALVATORE DELL’AQUILA HA CONSTATATO LA PRESENZA DI CICCHE IN QUANTITA’INDUSTRIALE.

UNO SPETTACOLO INDEGNO

                                                                                 (Il Direttore)

DIVIETO DI FUMO IN SPIAGGIA? SÌ!

Ha fatto molto rumore la nostra proposta di estendere al resto d’Italia il divieto di fumare in spiaggia che già oggi è attivo in alcune località italiane. Il nostro Paese, dove cambia tutto per non cambiare niente, non è abituato a una rivoluzione improvvisa e definitiva – seppur positiva. Eppure ci sono tante ragioni per cui il divieto di fumo in spiaggia, la creazione di litorali “smoking free”, avrebbe senso.

  • Il fumo non solo nuoce ai fumatori, ma rappresenta un grave rischio per chi li circonda: anche se mi pare incredibile doverlo ribadire, i non fumatori subiscono le conseguenze nocive dell’inquinamento dell’aria a opera della “bionda”;

  • I mozziconi di sigaretta non sono biodegradabili (chi l’avrebbe mai detto?), composti come sono di acetato di cellulosa ( un tipo di plastica che può impiegare dai dieci anni in su a decomporsi): considerando che di sigarette se ne producono 5,6 mila miliardi l’anno..

  • Senza contare che le microplastiche rilasciate da questi rifiuti, se non accuratamente smaltite, spesso si riversano in canali di scolo, ruscelli, fiumi e quindi negli oceani;

  • Inutile parlare ancora una volta degli effetti tossici su microorganismi, insetti, animali acquatici e uccelli. Basti dire che questi mozziconi sono stati trovati nel 30% delle tartarughe marine e nel 70% degli uccelli marini.

Ecco perché i tempi sono maturi. Lampedusa e Linosa solo solamente due degli ultimi esempi della diffusione delle “no smoking beach” sul territorio italiano, ma ormai sempre più Comuni sono sensibili a questo tema: ora bisogna concludere un percorso lungo anni, varando un provvedimento di portata nazionale che normi e vieti espressamente il fumo sui lidi nostrani.

Una scelta di civiltà e di tutela, per tutti. Anche per i fumatori, che un giorno ci ringrazieranno per avergli imposto questo (piccolo) sacrificio.

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Prezzi: caro-aereo; Codacons, Mef e Mims riducano tasse

In vista delle partenze degli italiani per le vacanze estive il Codacons si rivolge oggi al Ministero dell’Economia e al Mims chiedendo di intervenire sulla abnorme tassazione che vige sui biglietti aerei. I dati Istat registrano un aumento record delle tariffe aeree in Italia, con i biglietti che, per destinazioni Ue, hanno subito nell’ultimo mese incrementi del +91% rispetto al 2021, mentre i voli intercontinentali sono rincarati del +35,7% e quelli nazionali del +15,2% . A pesare sul costo del trasporto aereo, tasse, balzelli e supplementi applicati ai biglietti venduti ai passeggeri: si va dai diritti di imbarco e sbarco dei passeggeri al costo di sicurezza e assicurazione dei costi carburanti, passando per il corrispettivo sul controllo sicurezza sui passeggeri e sul bagaglio a mano, servizio di vendita, controllo sicurezza sui bagagli da stiva, servizio assistenza passeggeri a ridotta mobilità, addizionale comunale e Iva. Voci che, sommate, incidono in modo pesante sul costo del singolo biglietto aereo: ad esempio per un volo Ita Roma-Parigi con partenza il 10 giugno, un passeggero paga complessivamente 189,48 euro, di cui il 44,6% (pari a circa 85 euro) solo a titolo di tasse e supplementi. “E’ necessario abbattere balzelli e tasse varie applicate ai biglietti aerei, al pari di quanto fatto con le accise sui carburanti, in modo da calmierare gli effetti della crisi energetica sulle tariffe aeree e permettere agli italiani di utilizzare il trasporto aereo senza subire un salasso”

(Codacons Comunicato. Carlo Rienzi – Ansa- 25 maggio 2022)

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