BABBO NATALE SPARAGLINO, BEFANA COL CARBONE NERO E LA RICOSTRUZIONE LUMACA

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Attualità&Amarcord/40

 

Babbo Natale sparagnino, Befana col carbone nero e ricostruzione lumaca 

L’ ABRUZZO RIMPIANGE QUEL PANNELLA NATO E MORTO DA LEADER

di Marcello Martelli

Pillole di Attualità

  • PER LA CORTE DEI CONTI LA RICOSTRUZIONE E’ UN BLUFF 

C’E’ ANCORA DA FARE PER ACCELERARE LA LUMACA

Finalmente, sulla ricostruzione “lento pede” per i danni del sisma prende la parola la Corte dei Conti e tratta tutti da ciarlatani inconcludenti per tutto quello che hanno raccontato in questi anni di inutile attesa. Uno scandaloso campionario di “criticità che hanno riguardato la complessa struttura commissariale, le procedure utilizzate per la ricostruzione degli edifici privati e degli immobili pubblici, l’attività posta in essere dal 2016 ad oggi”. Praticamente, ha fatto schifo un po’ tutto e “vi è la necessità di uno studio per disciplinare, anche con opportuni interventi legislativi, l’organizzazione della fase successiva all’emergenza, mediante modelli idonei a velocizzare l’avvio delle fasi di ricostruzione”. Altrimenti, il carrozzone politico-burocratico non si schioda né cammina. Ma il commissario Giovanni Legnini e i sindaci amici non avevano detto che era tutto più veloce; anzi, tutto a posto? Invece, no. Ora anche il Commissario alla ricostruzione (da fare) smentisce se stesso e accetta “l’invito per un modello più efficace”. Mentre i terremotati di quattro Regioni in ginocchio piangono per 16 miliardi di danni subiti e, dopo 4 anni, ne hanno incassati soltanto 2,5. Il resto, mancia? Amen.

  • DOPO UN BABBO NATALE SFUGGENTE  UN PO’ SPARAGNINO

 E’ ARRIVATA UNA BEFANA CARICA DI AUTENTICO CARBONE NERO

Lasciamo perdere Babbo Natale. Il vecchietto in tuta rossa e barba bianca, questa volta ha fatto di tutto per nascondersi con la sua bisaccia un po’ vuota. Non restava che sperare nella Befana… Arzilla e bruttina, la vecchietta è tornata con l’Epifania che ogni festa si porta via… Per bilanciare il tutto, l’aspettavamo a cavallo della solita scopa, questa volta con bonus di Draghi per risparmiare sui trasporti pubblici sempre carenti. Quest’anno indossa anche la mascherina regolamentare che aiuta a nascondere il suo volto senza sorrisi. Carica di pacchi-dono per i bimbi, premia solo chi merita davvero. Punizioni soltanto per i più cattivi, con carbone nero e non contraffatto, in linea con l’autenticità di una vecchietta che ha saputo sempre mantenersi integra, nonostante tutto. Senza mai cedere neppure alle allettanti tentazioni di body farm, cosmetici e chirurgia estetica, per migliorare il suo look. Al contrario di tante facce truccate da falsi buonisti in giro ovunque. Dalla Befana carbone rigorosamente autentico, visto che nelle terre delle “emergenze” in tanti abbiamo fatto a gara per meritarne una dose robusta e punitiva.

Amarcord

IN UN TERRITORIO AFONO E DIMENTICATO SI AVVERTE 

L’ASSENZA DELLA VOCE AUTOREVOLE DI MARCO PANNELLA 

L’amico Paolo Sciroli, che ringrazio, mi segnala un vecchio filmato che ricorda quando Marco Pannella riportò in città alcuni illustri talenti, a cominciare da Ivan Graziani, per una forte mobilitazione civile e politica in difesa del territorio. (Nella foto tratta dal filmato: il cantante intervistato sul Lotto 0 da un giovanissimo Massimo Martelli e altri colleghi). Afoni e impotenti, ancora una volta Marco avrebbe potuto adesso mettersi alla testa di concittadini e sindaci trasversali. Per far sentire la voce a quanti hanno in mano la cattiva sorte del nostro territorio. Con la sua religione della libertà, il leader conterraneo che non sapeva rinunciare alla salsiccia cruda e al dialetto teramani, avrebbe ancora molto da suggerire e insegnare a noi orfani, con quella capacità unica che aveva di farsi ascoltare anche dai potenti, come fece per il teatro romano d’Interamnia da salvare dalle rovine e ora in recupero. Nel bel libro L’ illuminato Giovanni Negri, ex allievo e segretario del Pr, vede Pannella come l’unico “nato e morto da leader”. Giovanissimo, introdotto dallo zio don Giacinto Pannella, aveva frequentato la casa di Croce che lo aveva “benedetto”, insegnandogli a osare e a non temere, “anche se era un colosso da 1,90 e aveva paura della propria forza”. Ma riuscì a riunire i Nobel ed ebbe relazioni con capi di Stato come Ciampi, Napolitano e un rapporto tutto speciale con Papa Francesco. “Fu per certi versi bambino -racconta Negri- quando gli regalammo un personal computer e per settimane non ne parlò, ma poi un po’ imbarazzato espresse un dubbio: ”Non ho ancora capito dove si mette il foglio di carta”. Pannella, leader intransigente e autorevole, con le sue battaglie civili riuscì a cambiare l’Italia e da leader “rimasto bambino” farebbe sicuramente miracoli in questo Paese di sordi, dando una prospettiva alla sua città. Per non morire. Marco si sarebbe battuto con generosità, dando voce a chi non ne ha, come faceva ogni volta che la madre italo-francese lo rimproverava per impedire ciò che in negativo stava per verificarsi nella politica. Come ora, appunto, per i provvedimenti da prendere con urgenza per salvare un territorio in ginocchio e che gli ha dato i natali. 

G. Negri, L’ illuminato. Vita e morte di Marco Pannella e dei radicali. Feltrinelli, pp.208