Editoriale/37
Da Tokio a Busto Arsizio: Le medaglie figlie di un Dio minore
di Pierluigi Palmieri
Arriverà il momento in cui i media nazionali la smetteranno di mettere in prima pagina solo al momento della conquista delle medaglie alle Olimpiadi i cosiddetti “sport minori”
E’ un refrain che si ripete a cadenza quadriennale per la ginnastica artistica, la ginnastica ritmica, le arti marziali, la scherma, il tiro con l’arco, il pattinaggio su ghiaccio e il carling… and so on.
Ebbene oggi abbiamo l’ennesima riprova di questo fenomeno comunicativo che non fa onore al nostro giornalismo. E’ trascorso un mese e pochissime pagina di giornale o rete TV nazionale ha ancora dato un rilievo adeguato all’esito delle gare dei Campionati italiani della disciplina che per prima ha dato una medaglia d’oro all’Italia ai Giochi Olimpici di “Tokio 2020”. Mi riferisco al Taekwondo, la spettacolare arte marziale che con Vito Dell’Aquila ha inaugurato la serie d’oro della spedizione azzurra in Giappone. La cosa, come al solito è già passata nel dimenticatoio, come del resto la medaglia dello stesso colore conquistata a Londra 2012 da Carlo Molfetta. Nel mese scorso una medaglia altrettanto importante l’ha conquistata, e con essa il Titolo di Campione Italiano, Samuele Baliva nella categoria 74 Kg sbaragliando il campo delle migliori cinture nere italiane confluite a Busto Arzizio dal 19 al 21 novembre. Lui è un emulo della sua ex compagna di squadra Natalia D’Angelo, ora al prestigioso gruppo sportivo delle Fiamme Oro e ormai da tempo componente della Nazionale Italiana . Dopo Londra e Tokio il rischio di cadere nel dimenticatoio incombe purtroppo anche su Busto Arsizio e forse anche noi di Centralmente Quotidiano e Rivista vi avremmo contibuito se ad arrivare al titolo non fosse stato un conterraneo di chi scrive. Diamo quindi il degno rilievo all’impresa del diciannovenne abruzzese del Centro dei Maestri Calvino e Ennio Cotturone di Celano e con lui al Taekwondo e alle altre Cinture Nere, donne e uomini, provenienti da ogni parte dello Stivale, che hanno conquistato il titolo di Campione Italiano. Tra loro ci sono anche tanti atleti del ParaTaekwondo che con il loro coraggio di mettersi in gioco giustificano, ancor di più, la necessità di dare maggiore visibilità alla disciplina. Il Taekwondo prevede di colpire con i piedi (tae) e con i pugni (kwon) ma è una disciplina che non può prescindere dall’uso della “testa”, perché è soprattutto un’ arte (do) . Le parole tra parentesi appartengono alla lingua coreana e il loro insieme ha anche un significato etico e morale. I principi di cortesia, integrità, perseveranza, autocontrollo e spirito indomito, sono alla base di una filosofia molto selettiva fissata dal suo ideatore Choi Hong HI, il Generale sudcoreano che in precedenza aveva praticato con grande perizia le altre arti marziali più consolidate in oriente. A loro volta i principi pretendono il rispetto di alcune regole ineludibili per i praticanti che non a caso venivano da lui chiamati “studenti”. Gli studenti li debbono “osservare e rispettare attraverso il loro cammino sia nell’Arte sia nella vita”.Sono andato a ricercare le regole del Taekwondo nei siti specializzati e ho constatato che tutte sono molto significative e andrebbero lette e meditate con attenzione.
La cortesia prevede otto regole per “costruire un carattere nobile”, delle quali mi piace emblematicamente evidenziare le seguenti tre:”incoraggiare il senso di giustizia e di umanità”, “riconoscere l’istruttore dallo studente, l’anziano dal giovane”, e “rispettare i beni altrui”.
Il principio dell’integrità viene definito come il saper dire «sì ho sbagliato», saper quindi ammettere i propri errori. Infine laconicamente il generale sancisce che “uno dei più importanti segreti per diventare bravo nel Taekwon-Do è saper affrontare le difficoltà con perseveranza. Penso che una disciplina che si caratterizzi per la convinta diffusione e applicazione di principi di così elevato spessore non possa essere condiderata “figlia di un Dio minore”
I principi del fondatore Choi, secondo quanto dichiarato da Calvino Cotturone nel comunicato ufficiale che pubblichiamo in calce a questo editoriale, sono stati tutti rispettati dallo “studente” Samuele Baliva neo Campione Italiano. Ecco allora la necessità, l’obbligo e l’opportunità di accendere, non solo episodicamente, i riflettori sull’arte del Taekwondo (come su tutte le discipline sportive definite “minori”) e di non restare sordi ai richiami della sua “filosofia di vita”. Noi seguiteremo a farlo contagiati dai successi e dall’entusiasmo della Società di Celano-
COMUNICATO – Asd Centro Taekwondo Celano
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