HomeLa RivistaAttualità e AmarcordIL POTENTE CHE GRADIVA LE “DOMANDE SCOMODE” E SAPEVA DARE RISPOSTE PRONTE E MOLTO CHIARE

IL POTENTE CHE GRADIVA LE “DOMANDE SCOMODE” E SAPEVA DARE RISPOSTE PRONTE E MOLTO CHIARE

di Marcello Martelli

Interviste d’altri tempi, quando c’era un potente più volte ministro che da noi cronisti voleva domande scomode. Ogni volta ce lo raccomandava, sia per le interviste in tv che per il giornale cartaceo. Qui di seguito riproduco alcune mie domande e le risposte (solo alcune, ma ce ne sono molte altre) di un politico speciale che, in ogni giro elettorale, diventava ministro grazie agli elettori abruzzesi che aumentavano di continuo i voti a Remo Gaspari, che sapeva dare risposte a domande soprattutto scomode.

1- Lei è considerato un ottimo ministro, ma un po’ provinciale, perché si occupa troppo dell’Abruzzo.

“Io volevo essere “un po’ provinciale”, per occuparmi della mia Regione. La mia opinione è questa: uno deve dimostrare prima a casa sua di saper governare e poi a livello nazionale. D’altra parte il mio impegno per l’Abruzzo, non mi ha mai impedito di fare le cose che era necessario fare su scala nazionale. Tanto è vero che quando si è verificata una calamità in Italia, dove urgeva una operatività immediata, hanno sempre mandato me… (terremoto del Belice e dell’Irpinia, la Valtellina, l’alluvione di Firenze).

2- A proposito delle accuse di Massimo D’Alema per i voli abusivi sugli elicotteri di Stato, come si difende?

“D’Alema giudicava un reato da punire il fatto che mi fossi recato a Roccaraso per conferire a dei coraggiosi (avevano salvato un turista caduto in un crepaccio), il riconoscimento civile del Ministro dell’Interno. Questo per lui era un reato, ma qualche anno dopo aveva fatto lo stesso viaggio per una vicenda privata…Non dò un giudizio. Dico soltanto che questi sono i politici con cui abbiamo a che fare”.

3- Ma lei come ha fatto a uscire pulito dalle molte noie giudiziarie che ha avuto?

“In Italia c’è stata una incriminazione massiccia di gente che non aveva nulla a che vedere con i reati. Credo, fra le altre cose, che il tumore che colpì mia moglie abbia una causa precisa. Penso sia dovuto al fatto che nel tentativo di farmi fuori per incriminare la figura diciamo maggiore della Dc in Abruzzo, ogni giorno, da tutta Italia, arrivavano avvisi di garanzia. Quasi tutti recavano la firma del Procuratore Capo della Repubblica di Roma, Michele Coiro, un magistrato di grande onestà. Mi mandava l’avviso di reato con sotto la richiesta di archiviazione, perché per lui non c’era alcun reato. Ne ho collezionati addirittura una catasta”.

       Altri tempi, altri politici e altri… giornalisti. Oggi pontificano nelle passerelle in tv invece di fare domande scomode.

Nessun Commento

Inserisci un commento