HomeEdizioniChietiCovid, per la task force abruzzese la variante inglese è più aggressiva: “30enni in rianimazione”

Covid, per la task force abruzzese la variante inglese è più aggressiva: “30enni in rianimazione”

Parole che sembrano andare in controtendenza con le analisi nazionali ed internazionali sulla “variante inglese”, quelle che il referente per le emergenze della Regione Abruzzo, Alberto Albani, dichiara oggi al quotidiano “Il Centro”. “L’età media delle persone ricoverate si è abbassata” ha spiegato Albani “Ci sono tante persone giovani con sintomi importanti che necessitano di ventilazioni assistita. Ci sono anche 30enni in terapia intensiva. Tutto questo è frutto della circolazione della variante inglese, che si sta rivelando più aggressiva“.

Parole, queste, che se da un lato arrecano a chi legge una preoccupazione davvero importante, dall’altra creano anche dei legittimi dubbi. Sono giorni, infatti, che esperti virologi vengono ospitati nei talk-show nazionali dichiarando che, a livello internazionale, non vi è alcuna prova della maggiore letalità della “variante inglese”. E se è vero, come sicuramente lo è, che fino ad oggi i dati dell’impatto del Covid sulle persone sotto i 40 anni in Italia sono stati davvero limitati, è mai possibile che una simile evidenza raccolta in Abruzzo possa passare così sottotraccia? Albani intende che la variante inglese, da lui definita più “aggressiva”, è più contagiosa (cosa provata a livello internazionale) o più letale (discorso che, per citare al più tardi Matteo Bassetti, non avrebbe al momento alcuna “evidenza scientifica”)?

Domande aperte alle quali proveremo a dare una risposta interpellando, magari, i protagonisti di questa vicenda.

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