HomeCulturaAvezzano, l’appello a Di Pangrazio per la formazione dell’Orchestra del Teatro dei Marsi

Avezzano, l’appello a Di Pangrazio per la formazione dell’Orchestra del Teatro dei Marsi

Di seguito, la lettera inviata in redazione da Luigi Poggiogalle, direttore d’orchestra, rivolta al neo-sindaco Giovanni Di Pangrazio: 

“In tutti i suoi interventi il neosindaco di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio, ha voluto tenacemente rimarcare – sorta di Leitmotiv  il ruolo centrale di Avezzano nella nostra Marsica, volendo porre al centro della sua futura azione amministrativa la cultura, in concordanza con il turismo, e il lavoro.

Egli, con la sua amplissima maggioranza, ora può donare alla nostra Terra dei Marsi una nuova creatura artistica che si riallacci – erano i tempi del mitico e grande Sindaco Mario Spallone! – a quella meravigliosa creatura che fu l’Orchestra Giovanile della Marsica (seconda metà anni Novanta – inizio anni Duemila), che tenne concerti di assoluta qualità, diretti prevalentemente dal bravissimo Maestro Marcello Bufalini, guida stabile della compagine.

Ora, perché non far nascere l’Orchestra del Teatro dei Marsi, magari dedicandosi a un repertorio cameristico, più agevole nella realizzazione e dai costi contenuti, ma altrettanto importante rispetto ai lavori per grande orchestra sinfonica? Penso alla letteratura per orchestra d’archi, alle pagine per strumenti a fiato, a opere da camera come La serva padrona di Pergolesi o a La Dirindina di Domenico Scarlatti, a una pièce teatrale come L’histoire du soldat di Stravinskij, come il Pierrot lunaire di Schönberg.

Ciò permetterebbe ai valenti musicisti professionisti del luogo di potersi esprimere, mettendo a frutto anni e anni di studio e di perfezionamento nelle accademie più rinomate a livello internazionale.

I professori d’orchestra, in particolare i giovani musicisti, potranno così lavorare nel territorio in cui sono nati e in cui si sono spesso formati, pur con una carriera che si è già estesa in tutt’Italia e all’estero; potranno così lavorare e far musica, secondo le necessarie modalità contrattuali che si individueranno.

Un’alleanza feconda di cultura e storia, di musica e teatro con il lavoro. Per una vera rinascita, lontana dai richiami effimeri dell’evento”.

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